Il tesoro della Romania al Monastero di Tismana
Dopo la dolorosa esperienza della perdita del tesoro nazionale in Russia durante la I guerra mondiale, le autorità romene hanno pensato di custodire i valori della Banca Centrale della Romania in un posto quanto più sicuro durante la II guerra mondiale
Steliu Lambru, 04.05.2017, 19:08
Dopo la dolorosa esperienza della perdita del tesoro nazionale in Russia durante la prima guerra mondiale, le autorità romene hanno pensato di custodire i valori della Banca Centrale della Romania in un posto quanto più sicuro durante la seconda guerra mondiale. Si è rinunciato all’invio dei valori nazionali in altri Paesi ed è stato scelto il monastero di Tismana, sito in una zona montuosa del sud-ovest della Romania, considerato il più sicuro luogo per metterli a riparo.
L’operazione strettamente segreta di spostamento del tesoro nazionale, che all’inizio del 1944 era di 231,22 tonnellate di cui 190,94 tonnellate si trovavano nel Paese e 40,27 all’estero, in banche della Gran Bretagna, fu intitolata “Neptun”. All’operazione parteciparono i ministeri della Difesa e delle Finanze, la Chiesa Ortodossa Romena, il Grande Stato Maggiore dell’esercito romeno, le intelligence e la Società delle Ferrovie Romene.
Ioan Lesenciuc, museografo presso il Museo del Tesoro della Banca Centrale della Romania a Tismana ha passato in rassegna l’odissea del tesoro alla metà degli anni 1940: “Nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, la Romania era riuscita a completare le sue riserve d’oro, ma arrivò un altro anno sfortunato, il 1944. Dopo la battaglia di Stalingrad, il fronte orientale si indebolì molto. Di conseguenza, l’esercito tedesco che si stava ritirando era inseguito dall’esercito sovietico e il tesoro custodito presso la Banca Centrale era in pericolo. In aprile 1944, gli alleati bombardarono fortemente i campi petroliferi di Ploieşti e Câmpina, ma anche la capitale Bucarest, e la sede della Banca Centrale era in grande pericolo. Allora si pose il problema di spostare il tesoro in una zona sicura. Il Governo avviò pratiche presso due stati: Turchia, che lo informò che le leggi turche non le permettevano di custodire il tesoro, e Svizzera, la quale comunicò ufficialmente che sarebbe disposta a ricevere il tesoro, ma il passaggio del convoglio con il tesoro romeno attraverso il centro dell’Europa, controllato dall’esercito tedesco, rappresentava un grosso rischio. Allora Antonescu decise che il tesoro restasse sul territorio della Romania, tutto insieme. E diede via libera alla Banca Centrale di nascondere il patrimonio laddove considerava fosse più sicuro.”
Dopo alcuni incontri, i banchieri romeni decisero che il posto più sicuro era il monastero Tismana, il più antico insediamento monastico della Valacchia, risalente alla fine del 14-esimo secolo: “Durante un incontro segreto tra il governatore della banca, Constantin Angelescu, e il metropolita dell’Oltenia, Nifon Criveanu, si stabilirono i dettagli della concessione di un contributo al monastero di Tismana per lavori di restauro della parte danneggiata nell’incendio del 1942. La Banca Centrale donò 50.000 lei per i lavori e, per l’occasione, fu concordato che il tesoro venisse nascosto all’interno del monastero. Doveva essere custodito in una cantina e, già dal 2 luglio 1944, Antonescu ordinò allo stato maggiore di occupare la località di Tismana in modo da poter organizzare il trasporto in buone condizioni e depositare il tesoro nel monastero. E così avvenne. Furono requisite alcune ville nei pressi del luogo di culto per far alloggiare i militari incaricati della sorveglianza e una parte del personale della banca e del governo che accompagnavano il tesoro.” — ha detto Ioan Lesenciuc.
I preparativi per l’operazione “Neptun” erano pronti, e nell’estate del 1944 cominciò il suo svolgimento propriamente-detto, come racconta Ioan Lesenciuc: “Il trasporto del tesoro cominciò il 2 luglio 1944, con cinque furgoni della Banca Centrale. Furono effettuati 75 trasporti in 15 giorni. Da Bucarest però partirono più macchine in più direzioni affinché fosse persa traccia delle macchine che trasportavano il tesoro. A Tismana, i militari indossavano abiti monacali per non farsi notare da chi voleva impossessarsi del tesoro. Dopo lavori di allestimento e ristrutturazione della parte danneggiata nell’incendio, si perforò il tetto della cantina dove era nascosto il tesoro e gli specialisti della Banca Centrale decisero che questo fosse spostato in una grotta, vicino al monastero. Ma prima, un’equipe di minatori della Valle del Jiu fu chiamata a preparare la grotta in cui dovevano essere spostati i valori. Vi versarono circa 100 metri-cubi di calcestruzzo di modo che il tesoro fosse messo a riparo e che nessuna persona dall’esterno avesse accesso dentro.”
Quale fu il lieto fine dell’operazione? “Il tesoro rimase a Tismana da settembre 1944 fino a febbraio 1947 quando la banca centrale fu di nuovo nazionalizzata, il governo di Petru Groza assunse il potere e si insediò il comunismo. Il muro fu abbattuto, il tesoro inventariato e, in base ai verbali, portato e depositato presso la Banca Centrale di Bucarest.” — ha aggiunto Ioan Lesenciuc.
Nel periodo 1944-1947, a Tismana furono custodite 191 tonnellate di oro puro che appartenevano alla Romania e circa 2,7 tonnellate di oro polacco, che era in viaggio per la Grecia, ed era stato affidato alla Romania nel 1939, prima che Varsavia fosse stata occupata dalle truppe naziste. Alla memoria di quell’operazione riuscita, il 26 luglio 2016, la Banca Centrale della Romania ha inaugurato il Museo del Tesoro della Banca Centrale al Monastero di Tismana, allestito nella grotta vicino al monastero. (tr. G.P.)