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La cittadella di Oradea

Considerata un monumento architettonico unico in Romania, la fortezza di Oradea è una delle poche costruzioni di questo tipo in uso ancora oggi. Secondo le leggende, non poteva essere conquistata perché aveva delle reti sotterranee intricate di tunnel

La cittadella di Oradea
La cittadella di Oradea

, 14.10.2016, 18:29

Le cittadelle e le fortificazioni militari medioevali sono diventate oggi delle attrattive turistiche. In Romania ci sono alcune fortezze spettacolari, una di esse essendo quella di Oradea, al confine occidentale della Romania. E’ considerata un monumento architettonico unico in Romania ed è una delle poche costruzioni di questo tipo in uso ancora oggi. Secondo le leggende, la fortezza di Oradea non poteva essere conquistata perché c’erano delle reti sotterranee intricate di tunnel che portavano in zone lontane.



La storia della cittadella di Oradea è lunga e segnata da avvenimenti che l’hanno trasformata. Fu costruita dal re d’Ungheria Ladislao I, il quale regnò dal 1077 al 1095. Definita “castrum” nei documenti d’epoca in lingua latina, la cittadella era protetta da un solco di terra e da una palizzata, da muri di pietra in alcune parti e da torri di legno. Era circondata da un fossato che, in caso di assedio, veniva riempito di acqua termale dal fiume Peţa.



All’inizio, re Ladislao aveva fatto costruire un monastero fortificato intitolato alla Madonna che ulteriormente fu trasformato in fortezza. In un periodo successivo, la chiesa del monastero fu utilizzata come cattedrale e sede dell’episcopia romano-cattolica di Oradea, a cominciare dall’anno 1092. Alla sua morte, nel 1095, re Ladislao I fu sepolto nel cortile interno della cattedrale. Particolari da Nandor Mihalka, archeologo presso il Museo della Cittadella di Oradea: L’episcopia romano-cattolica ebbe la sede nella fortezza fino al 1557, quando la cittadella fu conquistata dalle truppe della Transilvania. Fino al 1660, durante il periodo del Principato della Transilvania, tutte le costruzioni medioevali vennero abbattute e si fece costruire la fortezza che vediamo oggi. Dal 1619 cominciò ad essere eretto il meraviglioso palazzo principesco di Gabriel Bethlen. Dal 1660 fino al 1692, nei 32 anni di conquista ottomana, Oradea fu centro di pascialato. Infatti, fu l’ultimo pascialato creato nel bacino carpatico perché dopo quell’anno i turchi vennero cacciati via definitivamente.



Il 27 giugno 1192, il papa Celestino III santificò re Ladislao I, il fondatore della fortezza e la tomba del re diventò luogo di pellegrinaggio. L’invasione mongola del 1241 fu seguita dalla conquista e dall’incendiamento della fortezza, momento descritto dal monaco Ruggero nella sua cronaca intitolata “Carmen miserabile”. Nel 1290, la cittadella fu attaccata dal voivoda transilvano Roland Borşa e subì ingenti danni. Nel XIV-esimo secolo cominciarono altri lavori di ricostruzione. La nuova fortezza aveva sette lati, torri e merli. Dal 1342 al 1370, nel periodo di affermazione dello stile gotico nell’architettura, fu eretta una cattedrale di dimensioni impressionanti, a tre navate e altare ottagonale, con una facciata a due torri e contrafforti massici. All’interno furono realizzati ampi lavori di decorazione e vennero costruiti numerosi altari. La cattedrale è considerata dagli specialisti uno dei maggiori edifici della Transilvania. Nel XV-esimo secolo, durante il periodo del Rinascimento, nella cittadella di Oradea sono menzionati i vescovi Andrea Scolari, detto il Fiorentino, Ioan Vitéz de Zredna e Sigismund Thurzó, nomi importanti dell’umanesimo nell’Europa Centrale. Il fisico Georg von Peuerbach fece erigere a Oradea persino un osservatore astronomico. Egli stabilì il meridiano zero a Oradea e calcolò le eclissi solari e lunari, descritte nel libro “Tabulas Varadienses”.



L’offensiva ottomana verso l’Europa centrale della prima metà del XV-esimo secolo portò alla conquista della cittadella e alla firma della pace di Oradea, il 24 febbraio 1538. Transilvania veniva separata dall’Ungheria ed entrava sotto dominazione ottomana. Dal 1557, alla fortezza fu assegnata la missione di difendere il confine occidentale della Transilvania. Dopo la guerra di 30 anni, conclusa nel 1648, fu costruita, da architetti italiani, una nuova fortezza a cinque lati. Sempre nel periodo barocco fu eretto anche il palazzo principesco di Gabriel Bethlen, un’opera dell’italiano Giacomo Resti.



L’offensiva anti-ottomana degli Asburgo, alla fine del XVII-esimo secolo, portò alla riconquista della fortezza e alla sua ristrutturazione nel periodo 1692 – 1695. Particolari dall’archeologo Nandor Mihalka: A cominciare dal 1692 parliamo di una fortezza-caserma delle truppe austriache e l’aspetto militare si mantenne fino al 1990, con la variazione delle istituzioni legale che vi si succedettero. Dopo l’adesione della Romania all’UE, abbiamo ottenuto i fondi europei di cui avevamo bisogno per la ricostruzione della fortezza. Dal 2010 si è lavorato per 5 anni. Speriamo di poter iniziare l’anno prossimo la ricerca archeologica della cattedrale gotica, l’uso e la ricostruzione di parcheggi, la ricostruzione dei bastioni. Ci sono 5 bastioni, di cui solo quello reciso è rinnovato e restaurato. Seguiranno la ricostruzione e il restauro delle mura esterne della cittadella.



Di forma pentagonale, la cittadella dei Oradea ha cinque bastioni: il bastione dorato, il bastione Bethlen, il bastione reciso, il bastione Crişorul e il bastione rosso. Ci sono due leggende che riguardano la fortezza. La prima è quella relativa alla sua fondazione da parte di re Ladislao, al quale si sarebbero affacciati due angeli che gli avrebbero detto di far costruire un monastero. La seconda, apparsa dopo la conquista ottomana, è la cosiddetta leggenda del tradimento. Durante l’assedio turco del 1540, si dice che la moglie del mugnaio, i cui figli erano stati catturati dagli assediatori, avesse svelato a questi ultimi dove scavare per aprire gli argini di evacuazione dell’acqua che riempiva il grande fossato intorno alle mura di difesa. Attualmente, oltre ad altre istituzioni, dentro la cittadella si trova anche la sede della Facoltà di Arti Visive dell’Università di Oradea. (tr. G.P.)

Foto: pixabay.com
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