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100 anni dalla battaglia di Turtucaia

La battaglia di Turtucaia (1 - 6 settembre 1916) significò la prima grande sconfitta dellesercito romeno nella prima guerra mondiale.

100 anni dalla battaglia di Turtucaia
100 anni dalla battaglia di Turtucaia

, 08.10.2016, 17:24

Il 27 agosto 1916, la Romania dichiarava guerra all’Austria-Ungheria ed entrava nella prima guerra mondiale. Alleata della Germania, la Bulgaria, già in guerra dal 1915, mandò subito il suo esercito contro la città di Turtucaia, sita al sud del Danubio, di fronte alla città di Olteniţa, a 70 chilometri sud-est da Bucarest. Turtucaia era considerata la principale base operativa dell’esercito romeno al sud del Danubio ed era entrata a far parte del Regno di Romania dopo la pace di Bucarest del 1913, dopo la seconda guerra balcanica.



La battaglia di Turtucaia ebbe luogò dal 1 al 6 settembre 1916 e significò la prima grande sconfitta dell’esercito romeno. Considerata dalla storiografia romena un disastro, la sconfitta di Turtucaia smantellò l’intero piano operativo messo a punto dallo stato maggiore dell’esercito romeno. Gli effettivi dell’esercito romeno in difensiva ammontavano a 39.000 militari, mentre quelli degli eserciti bulgaro e tedesco messi insieme erano di 55.000 militari. I romeni persero oltre 6000 militari, mentre i bulgari e i tedeschi più di 7700. Altri 28.000 militari romeni furono presi in ostaggio.



Si è scritto tanto sulla battaglia di Turtucaia, analizzata da storici, militari e testimoni. Lo storico Sorin Cristescu dell’Università “Spiru Haret” di Bucarest è del parere che siano importanti soprattutto due aspetti, quello dell’addestramento dell’esercito romeno e quello legato al suo morale: Ci sono due aspetti da prendere in considerazione nel caso della battaglia di Turtucaia. Da una parte, c’è l’aspetto dello scarso addestramento dell’esercito romeno. Erano state mobilitate 800.000 persone, ma i fucili bastavano solo per meno di 500.000. Negli anni 1914-1916 erano stati portati nel Paese circa 120.000 fucili Lebel dalla Francia. Sui 500.000 mila fucili, circa 100.000 erano stati utilizzati nella guerra del 1877. Nella guerra del 1913, 460.000 soldati romeni avevano attraversato il Danubio, di cui solo 300.000 avevano fucili. Anche a Turtucaia è successa la stessa cosa. L’esercito non ha avuto abbastanza munizione, sufficienti armi e i cannoni sono stati montati in modo sbagliato e non hanno avuto effetto contro i nemici. E’ stato un disastro.


La forza morale di un esercito, oltre alla dotazione e all’addestramento dei militari, è importante per vincere una guerra. Sorin Cristescu è del parere che proprio questa sia stata decisiva nella perdita della battaglia di Turtucaia e, soprattutto, nelle sue conseguenze per l’andamento della guerra: Al disastro militare si è aggiunto l’aspetto morale. Il 6 settembre 1916, Bucarest era già sopraffatta dal numero immenso di feriti che erano in situazioni disastrose. L’aspetto morale è apparso in seguito alle voci, alle idee dei bucarestini che, da Turtucaia, le truppe bulgare e tedesche si sarebbero dirette verso la capitale. Si è installato un panico straordinario, riflettuto anche a livello del comando militare. Si decisero l’arresto dell’offensiva in Transilvania e l’organizzazione dell’operazione di riorganizzazione di Flămânda. Ma la reazione non fu uguale per tutti. Ad esempio, il famoso giornalista e capo-redattore del giornale “Adevărul / La Verità”, Constantin Mille, in quei giorni tragici, aveva pubblicato un articolo intitolato “Fleoarţe”, cioè “Stracci” in cui diceva che così è la guerra: avevamo ottenuto una bella vittoria al nord, eravamo stati sconfitti al sud, una compensava l’altra. Non dovevamo lasciarci prendere dal panico, perché i bulgari e i tedeschi non potevano arrivare così presto a Bucarest. Mille diceva che dovevamo mantenere la calma, non spaventarci già dalla prima sconfitta. Però l’effetto morale del disastro di Turtucaia fu enorme.



Turtucaia ha lasciato forti impronte nella coscienza pubblica romena. Sorin Cristescu considera che la principale spiegazione per il grande fallimento sia stata l’organizzazione carente dell’esercito. Però, la facilità con cui la Romania è entrata in guerra, la situazione sociale ed economica della sua popolazione, formata nella maggior parte da contadini, ha contato molto per la comprensione di ciò che è successo 100 anni fa: Turtucaia è rimasta nella storia con la descrizione fatta da George Topârceanu. Hanno scritto in merito anche Gheorghe Brătianu e altri. E’ stato un momento tragico che ha fatto vedere che l’esercito romeno non era preparato. Perché? Perché era l’esercito di un Paese di contadini, i più poveri contadini dell’Europa, come diceva lo storico Nicolae Iorga nel Parlamento, nel 1908. Se dovessimo individuare le cause del disastro, metterei al primo posto la munizione insufficiente, che è stata decisiva. A ciascun soldato spettavano 100 pallottole, mentre ogni giorno si produceva, nel miglior caso possibile, una pallottola per ciascun soldato. Ciò significava che la prossima fornitura di pallottole arrivava ai soldati dopo 100 giorni. E oggi sappiamo che nella centesima giornata di guerra Bucarest è caduta senza lottare, essendo abbandonata il 6 dicembre 1916. E’ mancata la possibilità di approvvigionare le truppe di Turtucaia. In secondo luogo, i cannoni e le mitragliatrici non riuscivano a sparare contro il nemico, che si poteva disporre in modo da non essere colpito dal tiro dell’artiglieria romena. E allora è diventato chiaro che l’esercito romeno sarebbe stato esposto ad una sconfitta rapida e disastrosa.



Dopo la perdita della battaglia, per gli altri 28.000 romeni prigionieri sono seguiti due anni di calvario nei lager bulgari. I loro ricordi e memorie sono pagine commoventi in cui si riflettono la dignità, la delusione, l’umiliazione e, alla fine, la gioia della liberazione e della vittoria del 1918. Un anno in cui tutta l’Europa si godeva finalmente la pace. (tr. G.P.)

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