La scomparsa del generale romeno Gheorghe Avramescu
La scomparsa di uno dei più importanti comandanti dell'Esercito romeno è stata oggetto di numerose supposizioni e controversie
Monica Chiorpec, 20.02.2016, 17:42
Qualche mese dopo il ritiro delle truppe tedesche dal Paese, l’esercito romeno svolgeva operazioni accanto ai nuovi alleati, sul territorio dell’Ungheria e della Cecoslovacchia. Il 2 marzo 1945, il generale Gheorghe Avramescu, che era al comando della Quarta Armata romena sul fronte in Cecoslovacchia, fu arrestato dalle autorità sovietiche. Da allora, la scomparsa di uno dei più importanti comandanti dell’Esercito romeno è stato oggetto di numerose supposizioni e controversie. In un’intervista a Radio Romania Attualità, il colonnello Sergiu Balanovici, storico e museografo al Museo Provinciale di Botoşani, ha raccontato della carriera militare del generale Gheorghe Avramescu:
Nel 1913, aveva partecipato alla campagna dell’Esercito romeno in Bulgaria. Nello stesso anno, cominciò a frequentare i corsi della Scuola Superiore di Guerra, interrotti un anno dopo, nel 1914, a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.Durante la guerra per l’unificazione della Romania, partecipò, con l’incarico di comandante di compagnia e poi di battaglione, alle lotte nel sud della Dobrugia, dove fu anche ferito. Nell’estate del 1917, il capitano Avramescu combatté a Mărăşeşti. In segno di riconoscimento dei suoi meriti, fu insignito della Stella della Romania, a settembre 1917 fu promosso, in modo eccezionale, al grado di maggiore, nel 1936 a quello di generale di brigata, e nel 1940, al grado di generale di divisione. La sua attività era apprezzata dai capi, che lo consideravano tutti, senza eccezione, un ufficiale di valore, un comandante perfetto da tutti i punti di vista. – ha detto Sergiu Balanovici.
Il 22 giugno 1941, la Romania entrò in guerra come alleata della Germania contro l’Unione Sovietica, e il generale Gheorghe Avramescu si affermò sul fronte.
Al suo nome è legata la liberazione del nord della Bucovina. Vi furono duri combattimenti, anche per la città di Chotyn, ma il corpo degli alpini era un’unità molto bene condotta e le sue azioni si distinsero fra tutte le altre sul fronte romeno. La terza armata cominciò l’offensiva verso il Bug il 21 luglio e raggiunse il fiume alla metà di agosto, quando prese controllo della testa di ponte realizzata dalle truppe meccanizzate tedesche. La battaglia a nord del Mar D’Azov si concluse con la vittoria categorica delle truppe tedesco-romene. — aggiunge Sergiu Balanovici.
Dopo il momento 23 agosto 1944, i sovietici s’impossessarono in modo informale della Romania. L’esercito romeno si trovava, dunque, nella posizione di alleato dei dominatori, la Romania essendo un Paese sotto occupazione.
Cominciava ad essere messa in pratica una vecchia abitudine, applicata anche dai tedeschi sul Fronte Orientale, quella di imporre la supremazia del partner più forte. Si arrivò, fra non molto, a situazioni in cui gli interessi romeni furono non solo ignorati, ma persino danneggiati. Il 7 settembre 1944, il maresciallo Malinovschi, il comandante del fronte ucraino, subordinò tutte le unità romene operative sul fronte. Nonostante i buoni risultati ottenuti sul campo di battaglia, nei comandi cominciavano a manifestarsi relazioni tese, a causa del modo in cui i sovietici volevano cooperare. Una pratica molto frequente tra i sovietici, e contro la quale Avramescu prese posizione, fu quella di presentare le vittorie romene come successi dell’Armata Rossa. Avramescu si rese conto che c’era di mezzo una posta in gioco politica e che lo scopo era che venisse sminuito e negato il nostro contributo, affinché non beneficiassimo dei vantaggi della cobelligeranza. – racconta Sergiu Balanovici.
Il 14 dicembre 1944, Avramescu rimproverò al maresciallo Malinovschi, il fatto che la Quarta Armata romena non era stata neanche citata in alcun comunicato ufficiale, nemmeno per menzionare la sua presenza sul fronte. Le posizioni prese ripetutamente dal generale Avramescu, volte a difendere l’onore e la dignità dell’esercito romeno, lo trasformarono poco dopo in persona non gradita nella cosiddetta cooperazione con il comando sovietico. Ciò portò, a quanto pare, al suo arresto e l’Esercito romeno fu accusato dai sovietici di incapacità operativa e persino di tradimento.
Solo dopo 18 anni dall’arresto e dalla scomparsa di Gheorghe Avramescu, nel 1963, le autorità sovietiche inviarono una risposta alla moglie del generale, tramite la Croce Rossa della Repubblica Popolare Romena. Nella lettera si precisava che il generale Gheorghe Avramescu era deceduto il 3 marzo 1945, sul territorio dell’Ungheria, in seguito ad un bombardamento dell’aviazione tedesca.
Anche se il motivo reale del suo arresto rimane incerto, la scomparsa del generale Gheorghe Avramescu è strettamente legata alle trasformazioni politiche avvenute nel periodo dell’insediamento in Romania del governo presieduto da Petru Groza, il 6 marzo 1945. (traduzione di Gabriela Petre)