L’antisemitismo e la sommossa contadina del 1907
Considerata lultima rivolta popolare in Europa, la sommossa contadina del 1907 scoppiò del nord-est della Romania, dopo che allinizio del Novecento, era riapparsa la servitù della gleba
Monica Chiorpec, 12.02.2016, 19:48
Considerata l’ultima rivolta popolare in Europa, la sommossa contadina del 1907 scoppiò del nord-est della Romania, dopo che all’inizio del Novecento, era stata reintrodotta la servitù della gleba, contemporaneamente alla trasformazione dell’agricoltura pastorale in una destinata alle esportazioni. Quasi il 59% della superficie totale dei terreni coltivabili dei grandi proprietari terrieri era affittata. Chi affittava il terreno pagava una somma fissa come affitto e cercava di ottenere un profitto quanto più alto sfruttando i contadini. Questa fu una delle principali cause di scontentezza generalizzata tra la popolazione rurale.
La sommossa del 1907 ha determinato un vero shock nella società romena, perché portava alla luce, in una forma violenta, gli insuccessi di questa società, il fallimento del suo processo di modernizzazione. Non dobbiamo dimenticare che, almeno un anno prima della sommossa, la mostra inaugurata nel Parco Carol di Bucarest era volta a mostrare ai romeni, ma anche all’Europa, le realizzazioni della società romena durante il regno di Carlo I, nel periodo 1866-1906. In altre parole, abbiamo due momenti — la mostra giubilare e la Sommossa del 1907 — che, messi a confronto, ci fanno vedere sia i successi, le realizzazioni della società romena, che le contraddizioni e gli insuccessi.” — è del parere lo storico Alin Ciupală.
La sanguinosa sommossa contadina cominciò il 21 febbraio 1907, nella località di Flămânzi in provincia di Botoşani (nord-est della Romania) e ulteriormente si diffuse in tutto il Paese. La rivolta fu repressa dal governo dell’epoca con l’aiuto dell’esercito. La ribellione dei contadini, trattata in modo violento dalle autorità, ebbe anche una sfumatura di antisemitismo, dato che alcuni pensavano che gli amministratori ebrei fossero infatti colpevoli per l’oppressione nei confronti dei contadini romeni. Alin Ciupală considera che questo sia un approccio semplicista: Se guardiamo l’avvenimento in generale, notiamo che, infatti, le cause erano più complesse, più sfumate, e non possiamo parlare degli eccessi degli amministratori ebrei quale principale causa della sommossa. D’altronde, se facciamo un’analisi delle statistiche a disposizione, notiamo che non erano gli ebrei a dominare questo sistema delle terre in affitto in Romania. C’erano altrettanti romeni e persino alcuni occidentali venuti a fare affari e ad arricchirsi. Inoltre, nel contesto in cui l’economia romena era soprattutto una agraria, affittare terreni era un modo capitalista di sfruttare la terra. — afferma Alin Ciupală.
La sommossa del 1907 è un avvenimento importante anche per il fatto che fa vedere le dimensioni dell’antisemitismo nella società romena. Secondo lo storico Alin Ciupală: Potremmo dire che è una specie di affare Dreyfus. Così come, in Francia, qualche decennio prima, l’affare Dreyfus aveva portato alla luce l’antisemitismo della società, così avvenne anche in Romania con la sommossa del 1907. Tale ribellione non è solo un elemento molto importante che ci fa vedere le dimensioni della questione agraria in Romania, ma ci aiuta a capire l’antisemitismo romeno. — è del parere lo storico Alin Ciupală.
Alcune voci hanno messo in dubbio la dimensione esclusivamente contadina della sommossa del 1907, però lo storico Alin Ciupală spiega la situazione: Questa interpretazione appartiene al regime comunista, che voleva presentare l’avvenimento come una protesta generale delle persone sfruttate contro gli sfruttatori. Ma non è così! E’ solo una questione agraria. Inoltre, è importante osservare che non si sono ribellati i ceti poveri, come si potrebbe credere, ma in primo luogo il ceto medio della classe contadina, che, almeno in una certa misura, disponeva di terreno. Ciò dimostra che la sommossa non è cominciata dalla questione dei rapporti di proprietà, dunque la mancanza di terra non è stata la principale causa.
Dal 21 febbraio al 29 marzo 1907, il numero dei soldati mobilitati per reprimere la ribellione arrivò a 140 mila. L’esercito romeno aprì il fuoco contro i contadini. Secondo alcune fonti della storiografia occidentale, 11 mila persone persero la vita, anche se pare che la cifra reale non fosse così elevata. Lo storico Alin Ciupală ritiene che l’importante sia non il bilancio esatto delle vittime, ma piuttosto la reazione inadeguata delle autorità, in un conflitto del XX-esimo secolo che ricorda un mondo medioevale: Possiamo dire che i principali protagonisti di questo avvenimento siano stati i contadini e, d’altra parte, le autorità. La posizione delle autorità, almeno nelle prime settimane, fu esageratamente dura a causa del panico. Come dicevamo, la società romena fu colta di sorpresa. La sommossa scoppiò d’un tratto. Il fenomeno si estese soprattutto in Moldavia. Si creò un panico generale, una vera e propria psicosi, fatto che spiega gli eccessi delle autorità. Il ministro dell’Interno Ionel Brătianu cercò di temperare gli eccessi, nominò nuovi prefetti nelle province colpite dalla sommossa, tra cui Constantin Stere, il quale svolse un ruolo molto importante in Moldavia, proprio per calmare gli spiriti e porre fine agli interventi con la forza.
La principale causa della Sommossa del 1907 resta dunque il funzionamento difettoso dell’amministrazione locale per vari motivi, tra cui anche la corruzione. Soprattutto il governo liberale dell’epoca sollecitò inchieste alla fine delle quali si dimostro che il motivo più importante della rivolta dei contadini non erano stati gli amministratori ebrei. (traduzione di Gabriela Petre)