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Beatificazione del Mons. Vladimir Ghika a Bucarest

Il Mons. Vladimir Ghika sarà beatificato in una messa solenne a Bucarest il 31 agosto. Il 27 marzo, Papa Francesco aveva autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante il martirio del Servo di Dio Vladimir Ghika.

Beatificazione del Mons. Vladimir Ghika a Bucarest
Beatificazione del Mons. Vladimir Ghika a Bucarest

, 09.08.2013, 10:41

Il Mons. Vladimir Ghika sarà beatificato in una messa solenne a Bucarest il 31 agosto. Il 27 marzo 2013, Papa Francesco aveva autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante il martirio del Servo di Dio Vladimir Ghika, Sacerdote diocesano, nato il 25 dicembre 1873, a Costantinopoli, e ucciso in odio alla Fede a Bucarest, il 16 maggio 1954.



Il mons. Vladimir Ghika è il terzo martire cattolico della Romania comunista ad essere beatificato dalla Chiesa Cattolica, dopo Szilard Ignac Bogdanffy (2010), vescovo romano-cattolico ausiliare di Satu Mare ed Oradea, morto nel 1949 nel carcere di Aiud e Janos Scheffler (2011), vescovo romano-cattolico di Satu Mare, morto nel 1952 nel carcere di Jilava.



Secondo quanto rileva l’Arcidiocesi Romano-Cattolica di Bucarest, la messa di beatificazione sarà presieduta dall’inviato del Papa Francesco, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.



Vladimir Ghika è nato il giorno di Natale, nel 1873, a Costantinopoli (l’odierna città turca di Istanbul), come nipote dell’ultimo principe della Moldavia, Grigore V. Ghika Voda (1849-1856), figlio di Ioan Ghika (generale di divisione e ministro plenipotenziario) e di Alexandrina Moret di Blaremberg (discendente di Enrico IV, re della Francia). Battezzato ortodosso, perché sua madre era molto fedele alla Chiesa Ortodossa, passò l’infanzia in ambiente protestante, accanto alla famiglia alla quale era stato affidato durante gli studi a Tolosa, in Francia.



A 25 anni, andò a Roma per studiare filosofia e teologia cattolica all’università dei monaci domenicani. Nel 1902 passò al cattolicesimo per diventare, come diceva lui, “ancora più ortodosso”. Anche se voleva diventare prete o monaco cattolico, per non fare un dispiacere alla madre e seguendo il consiglio del Papa Pio X, si dedicò all’apostolato laico, svolgendo una ricca attività in tutto il mondo, da Bucarest, Roma, Parigi fino a Tokyo, Sidney, Buenos Aires.



In Romania si dedicò agli atti di beneficenza e aprì il primo centro medico gratuito, Betlemme Mariae, a Bucarest e gettò le basi del grande ospedale e sanatorio San Vincenzo de’ Paoli (l’odierno ospedale Parhon). Fondando il primo ospedale gratuito in Romania e il primo servizio di pronto soccorso, diventò il promotore della prima opera cattolica di beneficenza nel Paese. Durante la guerra balcanica del 1913 partecipò ai servizi sanitari, dedicandosi alla cura dei malati di colera di Zimnicea.



Durante la prima guerra mondiale si impegnò in missioni diplomatiche, andò in Italia ad aiutare le vittime del terremoto di Avezzano, i malati di tubercolosi di Roma, i feriti nella guerra, passando dagli ambienti diplomatici a quelli popolari con una sorprendente naturalezza. Il 7 ottobre 1923 il cardinale Dubois, arcivescovo di Parigi, lo ordinò prete cattolico, attività che svolse in Francia fino al 1939. Poco dopo essere diventato prete, ricevette dal Papa Pio XI il privilegio di poter tenere messe sia in rito latino che bizantino, diventando il primo prete romeno bi — rituale. Lo stesso Papa, lo nominò, il 13 maggio 1931, protonotario apostolico, e da allora a Vladimir Ghika gli fu attribuito il titolo di Monsignore.



Allo scoppio della seconda guerra mondiale, si trovava in Romania e scelse di restarvi per aiutare i poveri e i malati. Per la stessa ragione, si rifiutò di lasciare la Romania quando venne insediato il regime comunista. Fu arrestato il 18 novembre 1952, accusato di “alto tradimento” e condannato a tre anni di reclusione. Incarcerato a Jilava, fu minacciato, picchiato con bestialità e torturato. Due anni dopo, il 16 maggio 1954, si spense a 80 anni a causa del trattamento inumano al quale era stato sottoposto. La salma di Vladimir Ghika venne sepolta nel cimitero vicino al carcere di Jilava, ma nel 1968 fu spostata dagli eredi nel cimitero ortodosso Bellu di Bucarest.

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