Armi medioevali romene
In teoria, le armi non dovrebbero coesistere con lo spazio sacro. Però i nostri antenati non erano dello stesso parere.
Steliu Lambru, 20.04.2013, 15:30
In teoria, le armi non dovrebbero coesistere con lo spazio sacro. Però i nostri antenati non erano dello stesso parere. La storia militare dello spazio romeno medioevale ha, nelle icone e negli affreschi, esempi di rappresentazione delle armi come una realtà sociale importante. Nel 16-esimo secolo, sulle mura delle chiese romene, le immagini dei santi guerrieri, difensori della religione cristiana, attestano la presenza di certe armi negli eserciti dei principati romeni, che dimostrano l’appartenenza allo spazio occidentale.
Studiando le mura delle chiese romene, gli storici hanno fatto delle scoperte sorprendenti. Una di esse ci è stata segnalata dal museografo Carol König, storico delle armi medioevali.
Ho scoperto su un’affresco del monastero di Voroneţ, un archibugio. Fino al 1978 non si sapeva nulla sull’esistenza di questo archibugio, estremamente interessante, risalente agli inizi del 16-esimo secolo. Era lo stesso tipo esistente allora nello spazio europeo. Il suo meccanismo era a miccia, come d’altronde anche nel mondo occidentale. Nei nostri musei non si ritrovano archibugi così, non si erano conservate neanche immagini. Una parte delle armi raffigurate negli affreschi sono identiche a quelle esistenti nei documenti dell’epoca. Mi sono reso conto che il pittore ha rispettato, per quanto riguarda le armi, esattamente il tipo di arma esistente allora”, spiega Carol König.
Tra le armi, la spada aveva la più forte simbologia religiosa. I santi guerrieri fanno vedere la spada come elemento principale della loro missione, la lotta alla non-fede. Il prototipo è quello dell’arcangelo Michele, il comandante degli eserciti di angeli, che lottano contro Satana utilizzando la spada. Una spada di forma mistica, dalla lama lunga e dalla guardia a forma di croce. Le spade venivano fabbricate in acciaio e le lame erano molto flessibili. Sono anche questi simboli molto forti della fede cristiana: l’acciaio significava la severità della fede propriamente-detta e la lotta all’infedeltà, mentre la flessibilità indicava l’animo umano sottoposto alle tentazioni. Carol König ha descritto la spada che compare nella raffigurazione di un santo guerriero sull’affresco del monastero di Curtea de Argeş.
L’arma più significativa era la spada, un’arma bianca adatta a colpire di punta e di taglio, con la lama sempre dritta e a due tagli. E’ questa, infatti, la differenza tra la spada e la sciabola, quest’ultima ha la lama monofilare dritta o curva. Mi ha richiamato l’attenzione l’impugnatura e la guardia della spada, tipiche dell’epoca in cui è stata dipinta e che esisteva allora anche nell’Occidente. Un altro pezzo di armamento raffigurato nell’affresco è la lancia che fa parte sempre della categoria delle armi adatte a colpire di punta o di taglio. C’erano due armi del genere, la lancia da fanteria e quella da cavalleria. La lancia da fanteria era di solito più lunga, con la punta di varie forme, triangolari o di losanga. Quella da cavalleria invece era più corta con la punta pià dura, in acciaio, e le parti metalliche erano più piccole per poter penetrare la corazzatura dell’avversario”, aggiunge Carol König.
Però l’arma di eccellenza degli eserciti romeni fu l’arco. Un’altra arma importante è l’arco. Gli eserciti dei Principati Romeni hanno utilizzato soprattutto gli archi, le spade e le lanci. L’arco era però una delle armi più importanti. La battaglia di Posada del 1330 è stata vinta grazie agli arcieri. In quella di Rovine del 1395, uno degli elementi essenziali per la vittoria di Mircea il Vecchio fu sempre l’uso degli archi che i romeni sapevano maneggiare molto bene. Alessandro il Buono inviò 400 soldati ad appoggiare gli eserciti polacchi nella battaglia di Marienburg del 1422, e la maggior parte erano arcieri. Le truppe romene erano conosciute per l’ottimo uso dell’arco in tutta l’Europa Orientale e quasi tutti i santi guerrieri sono raffigurati armati di archi. Quello dell’affresco è di tipo orientale e si vedono persino i tipi di saette utilizzate ai tempi. Le armi difensive sono le corrazze, ma le corrazze raffigurate nell’affresco non assomigliano a quelle dell’epoca, sono più belle e ricche di ornamenti e, secondo me, il pittore vi è intervenuto con la sua immaginazione”, conclude il museografo Carol König.
Sembra che nel Medioevo ci siano esistite anche armi tipiche romene. Si tratta di un certo tipo di spada moldava, menzionata in una lettera del principe moldavo Stefano il Grande agli artigiani di Milano, in cui il principe ordinava dieci simili spade. Le prove materiali del documento si trovano a Istanbul, dove si conservano tre spade moldave, di cui una è appartenuta al principe stesso. (trad. Gabriela Petre)