Buon centenario, Accademia di Romania in Roma!
Per una felice coincidenza, il 1 novembre sia Radio Romania che l'Accademia di Romania in Roma celebrano l'anniversario.
Iuliana Sima Anghel, 01.11.2022, 10:00
Per una felice coincidenza, il 1 novembre sia Radio Romania che l’Accademia di Romania in Roma celebrano l’anniversario. Per la prestigiosa istituzione particolarmente attiva nel paesaggio culturale italiano, il 2022 segna una ricorrenza speciale, in quanto si tratta del suo centenario. Grazie all’impegno dello storico Nicolae Iorga e dell’archeologo Vasile Pârvan, nel 1920 il Parlamento romeno approvava una legge che prevedeva la creazione di due accademie romene all’estero: la Scuola Romena di Fontenay-aux-Roses, a Parigi, e la Scuola Romena di Roma. L’8 luglio 1921, il Governatore di Roma metteva a disposizione dello Stato romeno un terreno a Valle Giulia per la costruzione di un immobile che accogliesse un’Accademia di Storia, Archeologia e Belle Arti. Il 1 novembre del 1922 si apriva la Scuola Romena di Roma, in una sede provvisoria in Via Emilio de’ Cavalieri 11. L’attuale sede di Valle Giulia (Piazza Josè de San Martin 1), inaugurata a gennaio 1933, fu edificata sotto la guida dell’architetto Petre Antonescu, con le spese di costruzione sostenute dalla Banca Centrale di Romania.
La Scuola Romena di Roma nasce dopo la Grande Guerra, principalmente come espressione della volontà di vari accademici romeni – in primo luogo Nicolae Iorga, Duiliu Zamfirescu, Vasile Pârvan – il suo primo direttore, in seguito alla propria esperienza avuta in Italia come ricercatori. Sono personalità della cultura romena che hanno subito più o meno lo stesso fascino e impatto culturale straordinario che la Città Eterna ha esercitato su migliaia di ricercatori e uomini di cultura dell’Europa, spiega a Radio Romania Internazionale il direttore dell’Accademia di Romania in Roma, prof.univ.dr. Rudolf Dinu. Quello che hanno scoperto fu l’esistenza della straordinaria famiglia accademica delle scuole straniere che svolgevano la loro attività ormai dal 17/o secolo a Roma ed ebbero subito l’idea – Iorga lo dice sia per Roma che per Venezia più tardi – di fondare un istituto per ospitare i ricercatori romeni, per avere l’opportunità in maniera sistematica di studiare questo straordinario patrimonio culturale che la città di Roma e l’Italia in generale offrono, sottolinea il prof. Rudolf Dinu.
Celebriamo i 100 anni di esistenza di un’istituzione che, lungo questo lasso di tempo, ha avuto più funzioni e ha seguito vari obiettivi, non solo quelli della formazione accademica post-universitaria, aggiunge il direttore dell’Accademia di Romania, ricordando la storia abbastanza travagliata dell’istituzione. Membro fondatore dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell’Arte in Roma, la Scuola ebbe questa funzionalità di ricerca e formazione accademica fino al 1947, quando, purtroppo, fu chiusa, in seguito all’avvento del regime comunista in Romania. Quindi, dopo la seconda Guerra Mondiale, funziona con interruzioni. Dal 1969 fino alla caduta del regime fu aperta come centro culturale e dagli anni ’80 soltanto come biblioteca. Rientra nella famiglie delle scuole straniere della Città Eterna nel 1998, grazie all’impegno del compianto professore Marian Papahagi, che giustamente deve essere chiamato il rifondatore della Scuola Romena di Roma, aggiunge il direttore dell’Accademia di Romania, istituzione che svolge la propria attività in base all’Accordo Culturale tra i due Paesi. Grazie alle borse di studio Vasile Pârvan all’Accademia di Romania e Nicolae Iorga all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, i giovani romeni hanno la possibilità di continuare in Italia il perfezionamento dopo laurea e post-dottorato. Dal 2003, l’Accademia di Romania è diventata anche rappresentanza dell’Istituto Culturale Romeno, attivamente coinvolta nella promozione della cultura romena. Praticamente, la gestione dell’Accademia di Romania è affidata al Ministero degli Esteri di Bucarest, le attività scientifiche sono coordinate dall’Accademia Romena e dal Ministero dell’Istruzione romeno, mentre quelle culturali dall’Istituto Culturale Romeno.
I 100 anni di attività sono stati celebrati da una rosa di eventi che culminano il 2 e il 3 novembre con il convegno italo-romeno La Romanità Orientale e l’Italia dall’Antichità fino al secolo XX, giunto alla quarta edizione. L’incontro è organizzato dall’Accademia di Romania, in collaborazione con la Facoltà di Storia dell’Università Alexandru Ioan Cuza di Iași, la Facoltà di Storia dell’Università di Bucarest, la Facoltà di Storia dell’Università Babeș Bolyai di Cluj-Napoca, l’Università degli Studi di Bari, l’Università degli Studi di Perugia, l’Università degli Studi Roma Tre, l’Università degli Studi di Trieste, l’Associazione Italiana di Studi di Storia dell’Europa Centrale e Orientale (AISSECO), l’Associazione Italiana di Studi del Sud-Est Europeo (AISSEE) e il Centro Romeno-Italiano di Studi Storici dell’Università di Bucarest e dell’Università Roma Tre (CeRISS), sotto il patrocinio dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell’Arte in Roma, dell’Associazione Internazionale di Archeologia Classica, dell’Accademia Romena di Bucarest e con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno. Un incontro accademico che propone la rilettura di una realtà molto complessa e di grande interesse per la storiografia e la ricerca romena, italiana ed europea, puntualizza il prof. Rudolf Dinu, spiegando che si tratta di un convegno multidisciplinare, che riunisce, accanto a storici e archeologi, anche architetti, filologi e ricercatori di altre discipline umanistiche.
A chiudere gli eventi celebrativi del centenario sarà una conferenza dedicata all’archeologia del Basso Danubio, della Moesia Inferior, in programma a fine novembre, organizzata dall’Accademia di Romania in collaborazione con il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e l’École Française de Rome, ha detto ancora il prof. univ. dr. Rudolf Dinu.