Camilian Demetrescu – Genesi 1969-2012, in mostra all’Accademia di Romania in Roma
Camilian Demetrescu - Genesi 1969-2012 è il titolo della mostra che apre il 12 gennaio, ore 18.00, la rosa di eventi del 2022 all'Accademia di Romania in Roma (Viale delle Belle Arti 110).
Iuliana Sima Anghel, 11.01.2022, 15:37
Camilian Demetrescu – Genesi 1969-2012 è il titolo della mostra che apre il 12 gennaio, ore 18.00, la rosa di eventi del 2022 all’Accademia di Romania in Roma (Viale delle Belle Arti 110). Racconta la vita e la storia del grande pittore, scultore, scrittore e studioso di storia dell’arte, personalità di spicco dell’esilio romeno, attraverso le sue opere, come ha spiegato a Radio Romania Internazionale il figlio Emanuel Demetrescu, noto archeologo e ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che sarà presente all’inaugurazione insieme a sua madre, dott.ssa Mihaela Demetrescu. Curato dall’architetta Cornelia Bujin, e dedicata alla Giornata della Cultura Romena, celebrata il 15 gennaio, l’evento è organizzato dall’ICAS – Intergruppo Parlamentare Cultura Arte e Sport, l’Accademia di Romania, la Camera dei Deputati del Parlamento italiano, l’Associazione culturale e spirituale Camilian Demetrescu, in collaborazione con la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Gli intermezzi musicali saranno a cura del M˚ Andrea Milan. L’accesso del pubblico sarà consentito in ottemperanza alle norme sanitarie vigenti.
Il 1969 fu l’anno in cui, in pieno regime comunista in Romania, Camilian Demetrescu chiese asilo politico in Italia. Dopo il realismo socialista in cui papà doveva essenzialmente dipingere, come tanti suoi colleghi pittori – l’orecchio di Stalin, l’occhio di Stalin, il volto di Ceauşescu, e lui è riuscito, tramite la critica d’arte e il suo lavoro di pubblicista a sottrarsi un po’ a queste dinamiche, allontanandosi dalla Romania nel 1969, qui, in Italia, trova finalmente un’espressione libera, puntualizza il figlio, ricordando il restauro della pieve romanica SS Filippo e Giacomo di Gallese, in provincia di Viterbo, che, alla fine degli anni ’70 e all’inizio del decennio successivo, segnà la svolta nel percorso di Camilian Demetrescu. Lì dentro voleva fare uno studio d’arte. Trova la Croce in terra, sepolta tra le macerie delle pieve abbandonata da più di 300 anni, e si rende conto che doveva rimetterla sul tetto. Da quel momento, diventa contemporaneamente un tempio cristiano e uno studio per l’arte sacra e in difesa del sacro, ma anche il suo percorso, ricorda Emanuel Demetrescu.
L’Accademia di Romania, che a dicembre 2019 ha ospitato una serata omaggio dedicata ai 95 anni dalla nascita del Maestro, è una delle tre sedi scelte per il percorso della mostra Genesi, accanto Palazzo Valdina della Camera dei Deputati, dove è stata aperta dal 21 dicembre, e alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea (GNAM). Se nella Sala del Cenacolo del Vicolo Valdina sono esposti quasi 30 dipinti e arazzi rappresentativi per il simbolismo sacro di Camilian Demetrescu, l’Accademia di Romania e la GNAM puntano sul periodo astratto. La mostra che rimarrà aperta all’Accademia di Romania fino al 31 gennaio, invita il pubblico a scoprire quasi 40 opere – sculture, disegni e serigrafie, mentre presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea sarà esposta la scultura in legno La maschera di Zamolxis. Il suo recente restauro rappresenta un segno di amicizia importante della GNAM verso la Romania e la cultura romena, puntualizza Emanuel Demetrescu, esprimendo la gratitudine alla direttrice generale della Galleria Nazionale, Cristina Collu, e a tutti i promotori di questa grande impresa: il deputato Federico Mollicone, fondatore dell’Intergruppo Parlamentare Arte, Cultura, Spettacolo, la curatrice Cornelia Bujin, che insieme all’Associazione culturale Camilian Demetrescu, è riuscita a immaginare un percorso espositivo organico e ben strutturato a Palazzo Valdina e all’Accademia di Romania, nonchè il direttore della prestigiosa istituzione, Rudolf Dinu, la vicedirettrice Oana Boşca-Mălin e l’Associazione Civita.
Noi ci sentiamo, come famiglia e come associazione, molto vicini alla Romania. Il nostro è un legame stretto, di sangue, culturale, puntualizza Emanuel Demetrescu, ricordando di essere cresciuto in Italia, insieme al fratello Camil, in una casa costruita con le proprie mani da mio padre e mia madre. Una casa in cui ogni singolo mobile era intarsiato e i tappeti romeni erano ovunque. Tutto ciò ci ha fatto capire che esiste una Romania di bellezza, di tradizione, una Romania con forte identità, aggiunge il figlio dell’artista che, insieme al fratello, ha insegnato anche ai figli l’importanza di coltivare il nome di Camilian Demetrescu.
Nei 10 anni passati dalla scomparsa dell’artista, venuto a mancare nel 2012, sono successe tante cose. La sua opera ha continuato a germogliare, a crescere nelle mani di mia madre, Mihaela, che ha scritto un bellissimo libro della sua vita insieme a papà dice ancora Emanuel Demetrescu, svelando a Radio Romania Internazionale anche il modo in cui ha colto l’essenza dello spirito artistico del padre e la maniera in cui l’ha ritrovato nel suo percorso professionale di archeologo. Credo di avere la curiosità di mio padre. Per fare il ricercatore, è stato essenziale. Io costruisco macchine del tempo. Come archeologo, ricostruisco i luoghi così come dovevano apparire nell’Antichità. La scelta della grammatica del colore o delle luci è fondamentale. Tra i ricordi più belli che ho di mio padre sono le nostre chiacchierate nel pergolato davanti alla chiesa, parlando proprio di teoria del colore, dell’importanza della luce, di come raccontare qualcosa attraverso un’immagine, portando un’emozione. In questo lui era Maestro, perchè aveva scritto questo bellissimo libro Colore, anima e retina. Sarebbe meraviglioso che in Romania venisse ristampato, auspica il nostro ospite, parlando anche dei progetti che l’Associazione culturale Camilian Demetrescu intende portare avanti nel 2022, tra cui spicca l’inaugurazione della Fondazione intitolata al Maestro.