Gaudeamus 2020: Un secolo di relazioni diplomatiche fra la Santa Sede e la Romania
Un libro scritto da cinque studiosi romeni - uomini e donne, ortodossi e cattolici latini e bizantini, eccesiastici e laici, per presentare i riferimenti delle relazioni diplomatiche tra la Romania e la Santa Sede nel loro centenario.
Iuliana Sima Anghel, 19.11.2020, 10:10
Un libro scritto da cinque studiosi romeni – uomini e donne, ortodossi e cattolici latini e bizantini, eccesiastici e laici, per presentare i riferimenti delle relazioni diplomatiche tra la Romania e la Santa Sede nel loro centenario: dott.ssa Măriuca Vădan, Mons. Cornel Damian, Vescovo Ausiliare di Bucarest, dott. Cosmin Oprea, prof. Ovidiu Bozgan e dott. Bogdan Tătaru-Cazaban, ex ambasciatore di Romania presso la Santa Sede.
“Un secolo di relazioni diplomatiche fra la Santa Sede e la Romania 1920-2020”, pubblicato questanno in lingua italiana presso la Libreria Editrice Vaticana e in romeno presso lEditrice dellArcidiocesi Cattolica di Bucarest (Editura ARCB), raggruppa in uno studio monografico gli approcci di ognuno dei cinque autori, diverso sia per il periodo che studia, sia per il metodo, sia per la propria personalità, ha spiegato a Radio Romania Internazionale S.E. Mons. Miguel Maury Buendía, il Nunzio Apostolico in Romania, che ha affidato ai cinque studiosi questa bella impresa. Ma tutti hanno in comune lamore per la verità e per i due protagonisti di questa storia: la Chiesa di Cristo e la Patria romena, sottolinea il Nunzio, lui stesso autore della presentazione del libro realizzato grazie alla Conferenza Episcopale Romena, che ha preso lincarico di coordinare la pubblicazione.
Il libro sarà lanciato oggi, 19 novembre, alla Fiera del Libro Gaudeamus, organizzata da Radio Romania. Nelle attuali circostanze sanitarie, ledizione 2020 del prestigioso appuntamento letterario si svolge esclusivamente online, dal 16 al 22 novembre. Il volume sarà presentato in video dal Mons. Miguel Maury Buendía, e dal Mons. Cornel Damian, autore del capitolo dedicato al Concordato tra la Romania e la Santa Sede e al suo sviluppo nellulteriore Accordo firmato a Roma nel 1932. Lincontro, trasmesso oggi sul sito www.gaudeamus.ro e su Facebook Radio Romania Gaudeamus tra le ore 14.30 e 15.30 (le 13.30-14.30 in Italia), è moderato da Rev. Francisc Ungureanu, segretario generale della Conferenza Episcopale Romena, che ha curato la traduzione e ledizione del volume.
Articolato in cinque capitoli, il libro si apre con gli “Esordi delle relazioni diplomatiche tra la Romania e la Santa Sede” di Măriuca Vădan. Le relazioni tra la Sede di Pietro e i principi delle terre romene risalgono ai tempi medioevali, come testimoniano parecchi documenti giacenti negli Archivi Vaticani. Ma i rapporti ufficiali vennero stabiliti dopo la Grande Guerra, quando la Romania diventava stato nazionale unitario, e il numero dei cattolici era notevolmente incrementato. Re Ferdinando, lui stesso cattolico, ha voluto avere un rapporto diretto con la Santa Sede anzichè con il Regno Apostolico dellUngheria, al quale appartenevano prima i cattolici della Transilvania. “Un momento doro per la diplomazia romena”, spiega il Nunzio nellintervista rilasciata a Radio Romania Internazionale.
Il secondo capitolo – “Il Concordato tra la Santa Sede e la Romania. Il suo sviluppo e lAccordo del 1932”, scritto da Mons. Cornel Damian, Vescovo Ausiliare di Bucarest, è seguito dalla presentazione del dott. Cosmin Oprea sulla difficile situazione affrontata dal 1945 al 1950 dalla Nunziatura Apostolica, che tentava di difendere i diritti umani dei cattolici conculcati dalle autorità comuniste appena insediate in Romania. Nel quarto capitolo, il prof. Ovidiu Bozgan si occupa degli aspetti riguardanti la Santa Sede e la Romania comunista, intitolato “Una corsa con troppi ostacoli”, mentre S.E. Bogdan Tătaru-Cazaban, ex ambasciatore di Romania presso la Santa Sede, si è riferito allultimo trentennio come ad “Un tempo di speranza – 1990-2020”.
Infatti, riprese nel 1990, dopo il crollo del regime comunista, le relazioni hanno raggiunto lapice nel 1999, con la storica visita di Papa Giovanni Paolo II, la prima compiuta da un Sommo Pontefice in un Paese e maggioranza ortodossa, seguita 20 anni dopo dal viaggio apostolico di Papa Francesco.
“Questo volume contribuisce alla conoscenza e alla divulgazione di rilevanti elementi costitutivi dellidentità nazionale romena, perchè mette in luce la coincidenza o la divergenza di interessi, a seconda dei momenti storici. E un termometro per misurare il grado di democrazia e di libertà della Romania nei vari momenti della sua storia”, aggiunge il Nunzio. “Un libro che si legge con gusto, io lho devorato dallinizio alla fine”, dice ancora Mons. Miguel Maury Buendía sul volume presentato alla Fiera Gaudeamus proprio nel giorno del suo compleanno, per il quale Radio Romania Internazionale rivolge a Sua Eccellenza i migliori auguri!
Il viaggio apostolico compiuto da Papa Francesco in Romania dal 31 maggio al 2 giugno 2019 rieccheggia in parecchi libri e iniziative la sua presenza nelle tre regioni storiche della Romania – Valacchia, Moldavia e Transilvania, segnata da momenti particolarmente commoventi, come quello di Iași, durante lIncontro Mariano con i giovani e le famiglie, con la nonna sorridente che tiene in braccio il nipotino. Un incontro che ricorda il rapporto tra giovani e anziani, impresso anche sui cartoncini raffiguranti questa immagine, che il Sommo Pontefice consegna alle persone che riceve in udienza.
Le stesse immagini stampate sono state inviate dal Santo Padre anche al Nunzio Apostolico di Bucarest, che, in questi tempi di pandemia in cui riceve pochissime visite, tenterà di distribuirle alla gente attraverso diversi canali. “Dica a tutti che tengo un ricordo meraviglioso di quel Paese così bello e soprattutto di quella gente così buona”, ha detto Papa Francesco al Nunzio Miguel Maury Buendía nel corso della recente conversazione telefonica.
Il Sommo Pontefice ha dimostrato la sua solidarietà alla Romania anche durante la pandemia di coronavirus, inviando lo scorso 23 aprile, proprio nel giorno di San Giorgio Martire – lonomastico di Jorge Mario Bergoglio – cinque respiratori e materiale sanitario allospedale provinciale della città di Suceava, in quel momento il più grande focolaio di cooronavirus nel Paese. E ha espresso la sua vicinanza e ha pregato per le vittime dellincendio avvenuto nei giorni scorsi nel reparto di terapia intensiva dellOspedale provinciale di Piatra Neamt.
Sin dallinizio della pandemia il Papa ha voluto che il Vaticano si impegni in diversi modi per aiutare le persone colpite dalla pandemia, sottolinea il Nunzio Apostolico, ricordando le iniziative avviate in tal senso, come la creazione della Commissione Vaticana Covid-19, presso il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, articolata in cinque gruppi di lavoro, come mostra della sollecitudine della Chiesa per tutta la famiglia umana che si confronta con lepidemia. Ha fatto istituire il Fondo di emergenza Covid-19 presso le pontificie opere missionarie nellintero mondo, ha detto ancora Mons. Miguel Maury Buendía, riferendosi anche allofferta alla FAO e a tutte le iniziative pontificie a sostegno della popolazione colpita dalla pandemia.