Una vita, un percorso intellettuale: il busto bronzeo di Vito Grasso, inaugurato a Bucarest
Un percorso complesso tra letteratura, filosofia, storia, mentalità, religioni, tutto intrecciato alla realtà vissuta: questa l'essenza della forte personalità del professore Vito Grasso, già direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Bucarest.
Iuliana Sima Anghel, 13.11.2019, 12:51
Un percorso complesso tra letteratura, filosofia, storia, mentalità, religioni, tutto intrecciato alla realtà vissuta: questa l’essenza della forte personalità del professore Vito Grasso, già direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. Un ritratto delineato dalla consorte Dana nella prefazione al volume Una vita, un percorso intellettuale. In memoriam Vito Grasso, pubblicato dall’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest nel 2005, anno della sua scomparsa. 14 anni dopo, sempre su iniziativa della moglie, il famoso artista romeno Henri Mavrodin, grande amico di Vito Grasso, gli ha dedicato un busto bronzeo, inaugurato il 12 novembre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, che ha organizzato una cerimonia insieme all’Ambasciata d’Italia.
Accanto all’Ambasciatore Marco Giungi, alla signora Dana Grasso e all’artista Henri Mavrodin, erano presenti Anna Blefari Melazzi, ex ambasciatrice d’Italia a Bucarest, la responsabile dell’Ufficio Affari Europei, Sociali e Culturali dell’Ambasciata, Maria Luisa Lapresa, l’addetto militare, Colonnello Andrea Tiveron, il presidente della Camera di Commercio Italiana per la Romania, Roberto Musneci, la preside della Scuola Italiana Aldo Moro, prof.ssa Tina Savoi, nonchè docenti della Cattedra di Italiano dell’Università di Bucarest, personalità culturali romene ed esponenti della comunità italiana.
Nato nel 1939 a Palermo, dove si è anche laureato in Lettere, Vito Grasso è stato successivamente assistente volontario presso la Cattedra di storia moderna dell’Università di Palermo e docente presso licei, istituti tecnici e magistrali di Trieste, come si legge nella scheda biografica inclusa nello stesso volume Una vita, un percorso intellettuale, che raccoglie articoli e saggi scritti lungo la sua fruttuosa carriera. Dal 1969 al 1972, è stato addetto presso l’Istituto Italiano di Cultura di Ankara, dove ha collaborato anche con il Dipartimento d’italiano dell’Università della capitale turca, fondando la rivista di filologia italiana Italyan Filolojisi.
Dal 1975 al 1982, ha svolto la sua attività diplomatica a Bucarest come addetto, vicedirettore e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, che tornò poi a guidare anche dal 1998 al 2000 e dal 2001 al 2005. Incarico ricoperto anche ad Amsterdam dal 1982 al 1986, quando si è trasferito a Mosca, per fondare e dirigere l’Istituto Italiano di Cultura. Il suo cammino nel mondo non era concepito come due livelli disgiunti: la vita vissuta e l’attività intellettuale. Le due cose si dovevano fondere per trarre reciproco arricchimento e profitto, ricorda sempre Dana Grasso.
Una vita vissuta e un’attività intellettuale riconosciute anche dalle onorificenze conferite a Vito Grasso: Cavaliere al Merito dell’Ordine di Oranje-Nassau (Regno dei Paesi Bassi, 1986), Il Merito Culturale in grado di Grande Ufficiale (Romania, 2004), Ordine della Stella della Solidarietà Italiana in grado di Grande Ufficiale (Repubblica Italiana, 2005).
Ricordi di grande professionalità, grande cultura e grande spessore intelettuale: così l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi, ha evocato a Radio Romania Internazionale la memoria di Vito Grasso. Una persona di grande cultura e di grande impegno, ha detto, a sua volta, la prof.ssa Doina Derer, già responsabile della Cattedra di Italiano dell’Università di Bucarest. Sempre presente e familiarizzato con la realtà romena, Vito Grasso ci manca, ha concluso la prof.ssa Smaranda Elian dello stesso Ateneo, direttrice della Collana Italiana dell’Editrice Humanitas, fondata sempre con l’appoggio dell’ex direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest.