La scrittrice Dacia Maraini, Doctor Honoris Causa dell’Università di Bucarest
Il 28 maggio, l'Università di Bucarest ha conferito il titolo di Doctor Honoris Causa alla scrittrice italiana Dacia Maraini.
Iuliana Sima Anghel, 29.05.2019, 11:58
Il 28 maggio, l’Università di Bucarest, attraverso il suo Senato, ha conferito il titolo di Doctor Honoris Causa alla scrittrice italiana Dacia Maraini, per il suo costante coinvolgimento analitico e responsabile nella storia, per la contemplazione partecipativa ad essa, per l’eleganza e la coerenza intellettuale con cui, in più di cinquant’anni di carriera, ha saputo trasformare il brutto della realtà in opera artistica e civica.
Il sommo titolo onorifico con il quale l’Ateneo bucarestino riconosce il contributo eccezionale di personalità eccezionali internazionali o romene allo sviluppo della scienza e delle arti o a sostegno dei diritti umani – come si legge nella Laudatio pronunciata dalla responsabile della Cattedra di Italiano, prof.associato dr. Roxana Utale, vicepreside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, è stato consegnato dal Presidente del Senato dell’Università di Bucarest, prof.univ.dr. Marian Preda.
Alla cerimonia erano presenti l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi, la responsabile dell’Ufficio Affari Europei, Sociali e Culturali, Maria Luisa Lapresa, il preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, prof.univ.dr. Liviu Franga, italianisti, studiosi e studenti.
Nella Laudatio, la prof.ssa Roxana Utale ha spiegato l’essenza europea della scrittrice, drammaturgo, poetessa, saggista e critico Dacia Maraini: Figlia di uno scienziato e di un’artista, nipote e bisnipote di quattro nazionalità diverse (italiana, inglese, polacca, cilena), che avrebbero assicurato alla bambina un’apertura al mondo, alla sua scoperta e alla sua compresione.
La parola crea la storia, raccontandola e inventandola, ha sottolineato Dacia Maraini nella sua lectio magistralis, dedicata alle scrittrici da lei definite madri: mistiche, cortigiane – come Veronica Franco, o intellettuali raffinate come Elisabetta Caminer Turra, la prima giornalista italiana nel Settecento, fino a Grazia Deledda, Natalia Ginzburg, Elsa Morante o Alda Merini. Un argomento al quale Dacia Maraini ha fatto riferimento anche nell’intervista rilasciata a Radio Romania Internazionale.