A cena con Dante, a Bucarest
Gusto e semplicità, nel segno della tradizione popolare toscana, sono state le parole d'ordine della cena offerta dall'Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, nella serie di celebrazioni dedicate al 750/o anniversario della nascita di Dante Alighieri.
Iuliana Sima Anghel, 01.12.2015, 14:18
Gusto e semplicità, nel segno della tradizione popolare toscana, sono state le parole dordine della cena offerta dallIstituto Italiano di Cultura di Bucarest, nella serie di celebrazioni dedicate al 750/o anniversario della nascita di Dante Alighieri.
Un tocco del tutto particolare alla serie delle numerose mostre, letture, convegni e conferenze, concerti di musica classica e contemporanea, spettacoli di teatro e danza, video installazioni e proiezioni, lectio magistralis con i massimi protagonisti della scena culturale nazionale e internazionale, che hanno arricchito un calendario che ha visto impegnate in prima fila le città più legate al sommo poeta italiano: Firenze, Ravenna, Verona e Roma.
Dopo aver offerto al pubblico a una serata di musica e di poesia con lEnsemble di musica medievale Canavisium e il regista Franco Palmieri, ideatore e direttore artistico della grande performance “Allimprovviso Dante, 100 canti per Firenze”, lIstituto Italiano di Cultura di Bucarest ci ha invitato “A cena con Dante”.
Un regalo gastronomico, “condito” da una mostra fotografica che illustra le località visitate da Dante nel suo peregrinare e che contengono precisi riferimenti nella Divina Commedia.
Crostini di fegatini, salumi toscani, panzanella, coccoli e finocchiona come antipasto, la famosa ribollita e tortelli di patate, burro e salvia, come primi, pollo alla cacciatora, spezzatino di cinghiale, accompagnati da fagioli alluccelletto, porcini trifolati e patate al forno, tutto “coronato” come dolci da schiacciata fiorentina, castagnaccio aromatico e cantucci, e dai saporiti vini bianchi e rossi della Toscana.
Cibo e cultura: nutrimento per il corpo e per lo spirito. Boccaccio, parlando del rapporto di Dante con il cibo, scriveva: “Nel cibo e nel poto fu modestissimo, sì in prenderlo allore ordinate e sì in non trapassare il segno della necessità”. Vale a dire che Dante, pur apprezzando i piatti “delicati”, preferiva la cucina elementare, il mangiare semplice e sobrio, secondo letica aristotelica per cui si mangia per vivere e non si vive per mangiare.
Dopo la proiezione di un breve documentario sulla figura del sommo poeta italiano, fra una portata e laltra, ad incantare il pubblico anche brevi intermezzi con la recita di terzine dalla “Divina Comemdia”, accompagnate dalla musica soave di flauti e liuti, sempre con lensemble Canavisium e Franco Palmieri.
Il noto regista ha raccontato a Radio Romania comè nata lidea della performance “Allimprovviso Dante, 100 canti per Firenze”, giunta questanno alla XV edizione. Dalla prima edizione del 2006 ad oggi hanno partecipato più di 8000 persone fra cui personalità dello spettacolo e della vita pubblica, come Matteo Renzi, Lucio Dalla, Sandro Veronesi, Brunello Cucinelli.