Giorno della Memoria, “Bucarest sefardita” in mostra foto-documentaria a Venezia
Dal 19 al 27 gennaio, la Galleria dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ospita la mostra foto-documentaria Bucarest sefardita, curata da Felicia Waldman e Anca Tudorancea.
Iuliana Sima Anghel, 22.01.2024, 09:40
Dal 19 al 27 gennaio, la Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ospita la mostra foto-documentaria Bucarest sefardita, curata da Felicia Waldman e Anca Tudorancea. L’evento, dedicato alla Giornata Internazionale in memoria delle vittime dell’Olocausto, è organizzato dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia assieme al Centro di Studi Ebraici Goldstein Goren della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest.
L’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica precisa che la mostra ripercorre la plurisecolare storia della comunità sefardita di Bucarest in una sequenza tematica: edifici privati e personalità, edifici comunitari, sinagoghe, professioni liberali, artigiani, mercanti, banche e banchieri, medici, personalità della cultura, editori e librai, emigrazione sefardita. Le fotografie utilizzate provengono dall’archivio del Centro per lo studio della storia degli ebrei in Romania, CENTROPA (intervista a Dan Mizrahy, 2005), dagli archivi privati di Anca Halfon Mircea, Alberto Modiano, Ovidiu Morar, Felicia Waldman, Anca Tudorancea, Irina Cajal Marin, Sorin Berman, e dall’archivio NMP. Grafica & DTP sono firmate da Irina Weiner-Spirescu.
La mostra intende recuperare e restituire al pubblico la storia – in gran parte dimenticata – della Bucarest sefardita, il cui patrimonio fisico sta purtroppo scomparendo (a causa di demolizioni o cambi di destinazione d’uso degli edifici), così come la comunità che l’ha creata. Attraverso fotografie vecchie e nuove e materiale d’archivio, i pannelli esposti documentano i quasi 500 anni di storia degli ebrei spagnoli che hanno prima attraversato e poi si sono stabiliti a Bucarest, portando con sé attività commerciali inedite, ma anche istituzioni comunitarie, istituti scolastici e organizzazioni culturali, di cui spesso beneficiarono gli ebrei ashkenaziti che vennero dopo di loro e che presto divennero molto più numerosi ma meno capaci finanziariamente, e persino i romeni, attraverso le donazioni fatte da banchieri sefarditi all’Accademia Romena e all’Università di Bucarest per borse di studio e premi di cui beneficiarono molte personalità di primo piano dell’intellighenzia romena, precisa ancora l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.
Maggiori dettagli sul sito dell’Istituto Culturale Romeno.