Romania e Schengen
La presidente del Parlamento europeo chiede che l'Europa non dia più l'impressione che alcuni paesi siano di seconda mano. La dichiarazione fa riferimento all'adesione a Schengen.
Corina Cristea, 28.09.2023, 10:59
Invocando un controllo insufficiente dei flussi migratori, l’Austria e i Paesi Bassi hanno infranto, ancora una volta, le speranze di Romania e Bulgaria nel Consiglio Giustizia Affari Interni dello scorso dicembre, bloccando una decisione positiva sull’ingresso dei due paesi nell’Area Schengen. Per la Romania, l’opposizione è arrivata solo da Vienna, ma per l’ammissione è necessaria l’unanimità. Per di più, Bucarest va in tandem con Sofia nel processo di adesione a Schengen e un disaccoppiamento non è preso in considerazione. Da allora, nonostante le azioni costanti delle autorità dei due paesi, non è cambiato molto.
I Paesi Bassi hanno cominciato a dare segnali diplomatici che potrebbero rinunciare al loro veto contro la Bulgaria, cosa che lascerebbe Vienna isolata nell’UE su questo tema, ma l’Austria rimane ferma sulle sue posizioni, almeno a livello dichiarativo. Ha respinto persino il recente appello della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che nel suo discorso annuale sullo Stato dell’Unione, ha chiesto all’Austria di consentire a Romania e Bulgaria di entrare in Schengen senza alcun ritardo.
La Romania aspetta e merita una decisione positiva durante la presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione Europea riguardo all’allargamento dell’Area Schengen, dichiara ora nuovamente anche la presidente del Parlamento Europeo, in un’intervista organizzata da European Newsroom per le agenzie, presso la sede dell’Eurocamera a Bruxelles. Roberta Metsola si è detta ottimista sull’ingresso dei due Paesi nello spazio europeo di libera circolazione.
Lo meritate sin dal 2011. (…) Penso che riusciremo a trovare una soluzione. Abbiamo grandi aspettative da questa presidenza per cercare di lavorare con i colleghi austriaci e altri, se ci sono alcuni paesi in cui permangono domande, e penso che queste domande possano ottenere le risposte, ha detto Metsola. In un’intervista rilasciata ad una televisione privata romena, la presidente del Parlamento europeo chiede che l’Europa smetta di dare l’impressione che alcuni paesi siano di seconda mano.
Occorre adottare misure per garantire un’Europa unita, in cui la Romania e la Bulgaria non siano più tenute alle porte di Schengen, in cui non si permetta all’estremismo di prendere slancio e in cui i valori democratici siano difesi contro l’aggressione russa, ha dichiarato Roberta Metsola. I successivi rinvii della decisione sull’adesione di Romania e Bulgaria all’area di libera circolazione comportano un doppio danno per i due paesi: limitazione del diritto alla libera circolazione e costi aggiuntivi per le loro economie, ha ricordato la presidente dell’Eurocamera.
Anche se i criteri di adesione sono riuniti da oltre 12 anni, i romeni e i bulgari sono costretti a perdere tempo con i controlli alle frontiere, e i danni economici sono considerevoli. Secondo il ministro dei Trasporti romeno, Sorin Grindeanu, mantenere la Romania fuori dall’Area Schengen comporta perdite economiche di fino al 2% del PIL, e il Governo di Bucarest intende chiedere dei risarcimenti.