Cereali ucraini, farmers romeni sospendono proteste
Bucarest continua a permettere il transito di cereali ucraini, ma aspetta da Kiev un piano sulle esportazioni.
Ştefan Stoica, 19.09.2023, 12:02
La decisione della Commissione Europea di non prorogare l’ordine che ferma l’importazione di cereali ucraini a bassi costi ha riacceso la vecchia polemica sull’argomento e ha generato nuove proteste tra i farmers degli stati dell’Europa centro-orientale interessati. Il divieto sull’importazione era stato imposto dopo che le vie marittime attraverso le quali l’Ucraina esportava i prodotti sono diventate impraticabili, e grosse quantità di cereali hanno invaso l’Europa centrale, intaccando sugli affari dei produttori agricoli.
Con la scadenza della restrizione approvata dalla Commissione Europea venerdì scorso, i governi di Polonia, Ungheria e Slovacchia hanno annunciato che continueranno unilateralmente a vietare le importazioni di cereali ucraini, sostenendo di agire nell’interesse delle proprie economie e di proteggere i farmers dal flusso di prodotti ucraini. In replica, l’Ucraina ha fatto cause presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio, considerando simili restrizioni come una violazione degli obblighi internazionali da parte dei suoi vicini.
La Romania non ha adottato la soluzione radicale dei tre stati, annunciando che i cereali provenienti dall’Ucraina potranno transitare il suo territorio, ma Kiev deve presentare, entro 30 giorni, un piano in base al quale si svolgeranno le esportazioni. Il ministro dell’Agricoltura romeno, Florin Barbu, ha assicurato i farmers autoctoni che, in questo lasso di tempo, non saranno importati cereali ucraini. Secondo il futuro piano, avranno il diritto di acquistare cereali solo le aziende zootecniche e di lavorazione, ma solo dopo aver dimostrato la necessità di cereali o la scarsità delle scorte di merci. Inoltre, la merce dovrebbe essere controllata dall’Autorità Nazionale di Sanità Veterinaria e Sicurezza Alimentare prima di uscire dall’Ucraina.
Dopo i negoziati con il Governo, gli agricoltori romeni hanno rinunciato alle proteste per il momento. Parliamo solo di importazioni, il transito continuerà, i camion ucraini attraverseranno il territorio del nostro paese e non solo i camion, ma anche le chiatte e così via. Ma non rimarrà nulla sul territorio della Romania, andranno direttamente nel porto, dove saranno scaricati, caricati sulle navi alla volta della loro destinazione, secondo i contratti. Il piano proposto dal Ministero dell’Agricoltura deve entrare in vigore e iniziare ad avere effetti. Un sistema di licenza non sarà facilmente applicabile, neanche ottenere una licenza, quindi durerà. Cosiccchè ci sentiamo protetti, come farmers, dal rischio che il mercato interno sia inondato dai cereali ucraini, ha dichiarato il vicepresidente dell’Associazione Forza dei Farmers, Daniel Radu.
In Bulgaria, i farmers hanno protestato ieri in tutto il paese chiedendo il divieto delle importazioni di olio, girasole, granoturco, grano e colza dall’Ucraina. Le azioni hanno creato dei disagi anche nel traffico al confine settentrionale, con la Romania.