Sostegno della Spagna all’ingresso di Romania in Schengen
La Romania tenta senza successo, da parecchi anni, di entrare nell'Area Schengen. Il semestre spagnolo di presidenza del Consiglio dell'UE porta maggiori speranze.
Mihai Pelin, 03.07.2023, 12:07
La Spagna, paese in cui vive una cospicua comunità romena, ha assunto dal 1 luglio la presidenza di turno del Consigio dell’Unione Europea. Tra le priorità annunciate si annovera anche l’ultimazione dei negoziati sull’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen. Il Governo spagnolo ha sostenuto fortemente al Romania nell’ultimo anno e mezzo per entrare nell’area di libera circolazione, visto che le relazioni politiche e sociali tra Madrid e Bucarest hanno raggiunto un livello senza precedenti.
Madrid appoggia l’adesione della Romania a Schengen e si adopera da parecchi anni affinchè questa meta sia raggiunta, dichiara l’ambasciatore spagnolo a Bucarest, Antonio Hernández Pérez-Solórzano. Riteniamo che sia l’ora che tale fatto accada e stiamo lavorando affinchè tutti i partner in questo dossier, il commissario per gli Affari interni, insieme alle autorità romene e agli altri partner, raggiungano un consenso nel dossier sull’adesione. La Romania e la Bulgaria devono appartenere all’Area Schengen come una garanzia di sicurezza per l’Unione Europea stessa, ha sottolineato il diplomatico spagnolo.
Nei giorni scorsi, il presidente romeno, Klaus Iohannis, dichiarava che il tema dell’ingresso della Romania nell’area di libera circolazione viene discusso in modo informale a moltissimi livelli, e la Spagna ha espresso parecchie volte la disponibilità di includere l’argomento nell’agenda della presidenza del Consilio UE. Il capo dello stato ha spiegato che il progresso in questo caso è lento, ma esiste.
Il 26 giugno, la Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo ha sollecitato in una risoluzione al Consiglio Europeo di approvare l’ingresso di Romania e Bulgaria in Schengen alla fine del corrente anno, sottolineando che i due stati continuano ad adempiere ai criteri e che il no alla loro adesione ha generato un sentimento antieuropeo e danni all’economia e all’ambiente.
Il fatto che la Romania e la Bulgaria siano ancora al di fuori dell’area di libera circolazione rappresenta un importante onere sociale ed economico per le imprese e le popolazioni dei due Paesi, affermano gli eurodeputati, argomentando che un’Area Schengen più estesa, senza controlli alle frontiere, rafforzerebbe l’Unione Europea. Inoltre, la commissione deplora la decisione del Consiglio dell’8 dicembre 2022 di respingere l’adesione dei due Paesi senza presentare alcuna giustificazione giuridica relativa ai criteri di adesione.
Alla fine dello scorso anno non è stata adottata alcuna decisione all’unanimità sull’ingresso in Schengen dei due paesi membri dell’UE dal 2007, in seguito all’opposizione dell’Austria e dei Paesi Bassi. Il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, ha motivato questa posizione invocando i migranti clandestini arrivati nel suo paese e sostenendo che molti fossero arrivati via Romania e Bulgaria, dati contraddetti, però, dalle autorità di Bucarest. Invece, i Paesi Bassi affermano di sostenere l’ingresso di Romania, ma non insieme alla Bulgaria. Finora, l’Austria non ha annunciato alcun cambiamento di posizione.