Stagione di proteste in Romania
La frustrazione e il nervosismo sembrano dominare la società romena e le politiche sociali e salariali del Governo portano sempre più persone in piazza. La Federazione dei Sindacati dei Trasportatori Ferroviari ha organizzato ieri una protesta davanti alla sede del Ministero dei Trasporti a Bucarest. Gli organizzatori sollecitano l’approvazione del bilancio di entrate e spese delle divisioni Viaggiatori e Infrastruttura delle Ferrovie romene (CFR), nonchè l’applicazione dello Statuto dei ferrovieri. I sindacalisti lamentano il continuo degrado delle condizioni di lavoro e la mancanza di stipendi motivanti e chiedono investimenti nell’infrastruttura ferroviaria, nonchè incrementi salariali di circa il 40%, a seconda di certi coefficienti. Se il Governo PSD-PNL-UDMR non accetta le loro rivendicazioni, dal 1 luglio, cioè in piena stagione estiva, i ferrovieri romeni scenderanno in sciopero, ammoniscono i loro leader sindacali. Sarà il più forte arresto del lavoro di tutti i tempi, minaccia testualmente uno di essi, Maxim Rodrigo. Il ministro dei Trasporti, Sorin Grindeanu, ammette che gli stipendi dei ferrovieri vanno aumentati secondo la legge, aggiungendo che si stanno cercando i soldi dal budget.
Bogdan Matei, 30.05.2023, 11:11
La frustrazione e il nervosismo sembrano dominare la società romena e le politiche sociali e salariali del Governo portano sempre più persone in piazza. La Federazione dei Sindacati dei Trasportatori Ferroviari ha organizzato ieri una protesta davanti alla sede del Ministero dei Trasporti a Bucarest. Gli organizzatori sollecitano l’approvazione del bilancio di entrate e spese delle divisioni Viaggiatori e Infrastruttura delle Ferrovie romene (CFR), nonchè l’applicazione dello Statuto dei ferrovieri. I sindacalisti lamentano il continuo degrado delle condizioni di lavoro e la mancanza di stipendi motivanti e chiedono investimenti nell’infrastruttura ferroviaria, nonchè incrementi salariali di circa il 40%, a seconda di certi coefficienti. Se il Governo PSD-PNL-UDMR non accetta le loro rivendicazioni, dal 1 luglio, cioè in piena stagione estiva, i ferrovieri romeni scenderanno in sciopero, ammoniscono i loro leader sindacali. Sarà il più forte arresto del lavoro di tutti i tempi, minaccia testualmente uno di essi, Maxim Rodrigo. Il ministro dei Trasporti, Sorin Grindeanu, ammette che gli stipendi dei ferrovieri vanno aumentati secondo la legge, aggiungendo che si stanno cercando i soldi dal budget.
Scontenti sempre delle condizioni di lavoro e degli stipendi che ritengono bassi, anche i sindacalisti del settore sanitario hanno annunciato recentemente che potrebbero fermare il lavoro, mentre i poliziotti chiedono il diritto di scioperare, attualmente vietato per legge. Per ora, quelli dei penitenziari si sono messi sciarpe bianche alle braccia, e per domani è annunciata un’interruzione temporanea dell’attività per due ore e un’azione di blocco delle carceri, tramite il cosiddetto eccesso di zelo delle guardie. I rappresentanti della Federazione dei Sindacati dell’Amministrazione Nazionale dei Penitenziari respingono l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni, contemplata dal Governo, sostenendo che la speranza di vita dei dipendenti del sistema è di soli 62 anni.
Sempre da ieri, gli insegnanti sono entrati nella seconda settimana di sciopero. Il Governo sostiene di non avere fondi per incrementare i loro stipendi, proponendo la concessione di 4.000 lei (circa 800 euro) in due tranche, al personale docente e ausiliario. Oggi è stata programmata una nuova protesta a Bucarest, al Palazzo Cotroceni, sede della Presidenza. Prima di fare carriera politica, il presidente Klaus Iohannis è stato insegnante di fisica, nella provincia di Sibiu, e gli scioperanti sembrano contare sulla sua empatia. Per di più, nota la stampa, ai sensi della Costituzione, il presidente ha ruolo di moderatore nella società, quindi è tenuto a intervenire in questo momento di crisi acuta, quando un’intera generazione di studenti dell’ultima classe liceale non sa se potrà sostenere in tempo l’esame di Maturità, a causa dello sciopero.