PNRR, una straordinaria opportunità
Il Governo di Bucarest riconosce che nel budget esiste un buco di 20 miliardi di lei, l’equivalente di 4 miliardi di euro, e sta cercando delle soluzioni per coprirlo. L’obiettivo è quello di mantenere il deficit al 4,4% del PIL. Il premier Nicolae Ciucă ha assicurato che non ci saranno tagli di stipendi o di altri tipi di redditi. Tra le soluzioni tenute in considerazione si annoverano l’inclusione dei bonus nel salario e la riduzione di certe indennità, paralellamente a misure volte a ridurre l’evasione fiscale. All’adozione della Finanziaria, alcuni esperti avevano ammonito che certe entrate erano sopravvalutate, mentre certe spese sottostimate, e questa sovrapposizione, una volta confermata, altro non poteva generare che la crescita del deficit.
Ştefan Stoica, 07.04.2023, 12:19
Il direttore della Direzione Stabilità Finanziaria della Banca Centrale, Eugen Rădulescu, considera il deficit pubblico come principale causa del deficit esterno. Intervenendo ad una conferenza, l’esperto della Banca Centrale ha parlato degli elevati rischi generati dai deficit gemelli. Quello di conto corrente ha superato il 9% del PIL ed è il più elevato, persino rispetto ai paesi della zona, mentre quello di bilancio, pur ridotto in un certo qual modo, resta ad un valore alto. Prima della pandemia, proprio il deficit di bilancio troppo elevato aveva spinto la Romania ad un passo dalla procedura di infrazione, ricorda Eugen Rădulescu, spiegando che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una boccata d’ossigeno.
Parliamo di somme eccezionalmente alte, che potrebbero essere attirate nel circuito economico nazionale. Ma parliamo, allo stesso tempo, di misure previste in questo programma, che sarebbero volte a ristabilire gli equilibri macroeconomici che non stanno mica bene. Ci vuole tantissima volontà politica, poichè le misure che vanno prese non sono nè popolari nè facili da adottare, ha spiegato direttore della Direzione Stabilità Finanziaria della Banca Centrale. D’altra parte, la Romania beneficia di due evoluzioni migliori delle previsioni iniziali: la crescita economica e la relativa stabilità del tasso di cambio, risultata dal movimento naturale del mercato e non da certi interventi della Banca Centrale, ha aggiunto Eugen Rădulescu.
Per quanto riguarda l’inflazione, anche se il tasso annuo accelererà il declino nei prossimi mesi e scenderà, il più probabilmente, sotto il 10% nel terzo trimestre dell’anno, non dobbiamo aspettarci troppo presto a riduzioni del tasso d’interesse, afferma Cristian Popa, membro del Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale, ricordando la guerra, il protezionismo o l’economia verde, che costa di più, tra i numerosi fattori mettono pressione sull’inflazione. L’erosione del liberalismo è a sua volta inflazionista, osserva Cristian Popa, poichè, quando c’è una notevole coinvolgimento delle autorità nelle compagnie, nell’economia privata, si creano costi di regolamentazione, regole e burocrazia, in grado di spingere in alto i prezzi.