Partenariato Strategico Romania – Bulgaria
La Romania e la Bulgaria continueranno gli sforzi congiunti per l’adozione della decisione di entrare a Schengen quest’anno. E’ quanto emerso durante la visita effettuata ieri dal presidente Klaus Iohannis a Sofia, dove è stato ricevuto dall’omologo Rumen Radev, per stabilire una strategia comune in tal senso. I due capi di stato hanno anche firmato una Dichiarazione di Partenariato Strategico che prevede, tra l’altro, il potenziamento del dialogo politico bilaterale, lo sviluppo dell’interscambio economico e della cooperazione transfrontaliera, nonchè l’impegno per la sicurezza energetica. Inoltre, afferma Klaus Iohannis, grazie al Partenariato Strategico, saranno sviluppati anche i progetti di infrastruttura, navigabilità sul Danubio ed energia verde.
Daniela Budu, 16.03.2023, 11:07
La Romania e la Bulgaria continueranno gli sforzi congiunti per l’adozione della decisione di entrare a Schengen quest’anno. E’ quanto emerso durante la visita effettuata ieri dal presidente Klaus Iohannis a Sofia, dove è stato ricevuto dall’omologo Rumen Radev, per stabilire una strategia comune in tal senso. I due capi di stato hanno anche firmato una Dichiarazione di Partenariato Strategico che prevede, tra l’altro, il potenziamento del dialogo politico bilaterale, lo sviluppo dell’interscambio economico e della cooperazione transfrontaliera, nonchè l’impegno per la sicurezza energetica. Inoltre, afferma Klaus Iohannis, grazie al Partenariato Strategico, saranno sviluppati anche i progetti di infrastruttura, navigabilità sul Danubio ed energia verde.
E’ stato convenuto che i due paesi confinanti seguano con priorità i settori in sintonia con i loro interessi strategici, per garantire la resilienza, lo sviluppo economico e la sicurezza. In riferimento allo spazio di libera circolazione, Klaus Iohannis ha ribadito che la Romania e la Bulgaria sono pronte ad aderire, spiegando che i due paesi agiscono in maniera responsabile per la sua protezione. L’allargamento non è legato alla migrazione illegale alle frontiere esterne dell’Unione, considera il capo dello stato, e la Romania e la Bulgaria hanno espresso ripetutamente la disponibilità di essere partecipi alle soluzioni per la gestione di questa sfida.
L’Area Schengen si riferisce ad un diritto del cittadino europeo di circolare liberamente negli stati dell’Unione Europea. La migrazione illegale è una cosa completamente diversa. Si tratta di persone che entrano illegalmente nell’Unione Europea e tentano di passare da uno stato all’altro. Per motivi politici, queste due questioni sono messe insieme da alcuni politici europei. E’ un errore, ma noi capiamo le difficoltà di alcuni stati europei in materia di migrazione illegale. Siamo disposti a partecipare a tutti i programmi volti a risolvere questi problemi, ha detto Klaus Iohannis.
Anche il presidente bulgaro ha ribadito che saranno compiuti maggiori sforzi per un’ingresso quanto più veloce nell’Area Schengen. Rumen Radev ha precisato che, negli ultimi mesi, i due paesi hanno contrastato il flusso di migranti clandestini, considerevolmente diminuito. Riteniamo che questa barriera ingiustificata messa davanti ai nostri paesi non debba essere utilizzata per risolvere certi problemi interni o altri problemi all’interno dell’Unione Europea. La rimozione di questa barriera, per la quale noi lavoreremo insieme, recherà un grande contributo e risponderà ai nostri cittadini in riferimento ai diritti uguali nell’Unione Europea, ha precisato Rumen Radev, annunciando che proporrà all’Unione Europea di creare in Bulgaria un gruppo di lavoro che includa rappresentanti dei servizi sociali di tutti gli stati influenzati dal transito balcanico.
Al Consiglio Giustizia e Affari Interni dell’8 dicembre 2022, la Romania e la Bulgaria non sono state ammesse a Schengen, pur riunendo tutti i requisiti tecnici necessari. L’Austria è stata contraria all’ingresso di Romania, mentre i Paesi Bassi hanno sostenuto che la Bulgaria non è al momento preparata. L’Austria ha bloccato l’ingresso, alla luce delle sue preoccupazioni sulla migrazione illegale sulla rotta balcanica. La Romania ha respinto le accuse, d’altronde smentite anche ufficialmente dalle istituzioni europee e dall’Europol.