Schengen, sì del Parlamento Europeo a ingresso Romania
Le autorità di Bucarest hanno salutato la decisione adottata ieri dal Parlamento Europeo che sostiene ad ampia maggioranza l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen. Si tratta della quarta in tal senso adottata dall’Eurocamera. Tutti gli eurodeputati romeni si sono pronunciati a favore. Invece, tutti gli eurodeputati del partito del premier olandese Mark Rutte si sono astenuti, mentre un loro collega della coalizione governativa ha votato contro. La risoluzione non ha, però, potere legislativo. L’adesione di Romania e Bulgaria a Schengen richiede l’unanimità del Consiglio dell’Unione Europea. L’Olanda si è costantemente annoverata tra gli stati contrari all’ingresso dei due paesi nello spazio di libera circolazione delle persone e dei beni, e in questo momento è l’unica che mantiene i riserbi, sostenendo che l’adesione della Romania va strettamente collegata alla riforma della giustizia e al rispetto dello stato di diritto.
Roxana Vasile, 19.10.2022, 12:32
Le autorità di Bucarest hanno salutato la decisione adottata ieri dal Parlamento Europeo che sostiene ad ampia maggioranza l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen. Si tratta della quarta in tal senso adottata dall’Eurocamera. Tutti gli eurodeputati romeni si sono pronunciati a favore. Invece, tutti gli eurodeputati del partito del premier olandese Mark Rutte si sono astenuti, mentre un loro collega della coalizione governativa ha votato contro. La risoluzione non ha, però, potere legislativo. L’adesione di Romania e Bulgaria a Schengen richiede l’unanimità del Consiglio dell’Unione Europea. L’Olanda si è costantemente annoverata tra gli stati contrari all’ingresso dei due paesi nello spazio di libera circolazione delle persone e dei beni, e in questo momento è l’unica che mantiene i riserbi, sostenendo che l’adesione della Romania va strettamente collegata alla riforma della giustizia e al rispetto dello stato di diritto.
Silviu Nate, professore associato all’Università Lucian Blaga di Sibiu e direttore del Centro di Studi Globali, ha spiegato a Radio Romania come va interpretato il voto del Parlamento Europeo. Osserviamo un sostegno abbastanza ampio in seno al Parlamento Europeo, il che dovrebbe rallegrarci, e dovremmo anche partire da quest’idea. L’Olanda invoca dei timori sulla nostra capacità possibile di gestire i flussi di migrazione illegale o altri rischi transnazionali, ma la Romania ha dimostrato anche nel caso delle ondate di profughi dal Medio Oriente e in seguito alla guerra in Ucraina di avere la capacità di farcela molto meglio rispetto ad altri stati europei ammessi a Schengen anni addietro. Poi, vengono invocati certi aspetti legati al rispetto dello stato di diritto che, di nuovo, non stanno troppo bene in piedi quando parliamo di Romania, spiega il prof. Silviu Nate.
A questo punto, perchè sarebbe l’Olanda contraria all’adesione di Romania a Schengen? L’ingresso a Schengen porta nuove poste in gioco geo-economiche ed è noto il fatto che la Romania ha una capacità notevole di produzione agricola e può diventare un intermediario dell’export di cereali, anche dall’Ucraina. Sotto questo profilo, secondo certe supposizioni formatesi lungo il tempo, l’Olanda teme la possibile competizione che possa apparire in rapporto alla dimensione economica del porto di Rotterdam. Ovviamente, noi non possiamo certificare il fatto che il veto olandese sia collegato ad una posta in gioco individuale, tuttavia ultimamente assistiamo ad un’ambiguità nelle dichiarazioni degli olandesi, in forte contrasto con il sostegno solidale degli altri stati dell’UE, ha detto ancora il prof. Silviu Nate.
La Romania è preparata tecnicamente ad entrare a Schengen sin dal 2011, fatto riconosciuto anche da paesi quali Francia o Finlandia, reticenti all’inizio. Dovrà aspettare fino all’8 dicembre, quando si terrà la riunione del Consiglio dell’Unione Europea, per sapere cosa avrà da fare da allora in avanti.