Dibattiti sull’imposta progressiva in Romania
Nemici accaniti per tanto tempo, il PSD e il PNL governano insieme da mezz’anno, accanto all’UDMR, e la coalizione non ha dato finora l’impressione di notevoli fessure. Sia i iberali che i socialdemocratici tentano, però, di rimanere fedeli alle proprie dottrine, spesso incompatibili. L’unico partito parlamentare di sinistra in maniera assunta, il PSD vuole l’abolizione della flat tax del 16% e il ripristino della tassazione progressiva, tramite la raccolta di più soldi dalle persone che incassano redditi alti. Il leader del partito, Marcel Ciolacu, presidente della Camera dei Deputati, spiega che, entro il 1 giugno, il Codice Fiscale va modificato, affinchè la Finanziaria per l’anno prossimo possa essere elaborata secondo i nuovi provvedimenti.
Bogdan Matei, 17.05.2022, 11:15
Ex ministro dlle Finanze, ex premier ed ex leader del PNL, il presidente del Senato, Florin Cîţu, è contrario al ripristino dell’imposta progressiva. Florin Cîţu si pronuncia per prevedibilità e per il mantenimento del Codice Fiscale nell’attuale forma, affermando che i liberali, che vogliono essere la punta di lancia della destra, hanno delle soluzioni per la raccolta del denaro alle casse dello stato senza aumento delle tasse. Dall’opposizione, l’USR è sempre contraria alle dichiarazioni del leader socialdemocratico sull’imposta progressiva, affermando che non va aggiunto un peso in più sulle spalle di chi raggiunge performance. Un altro ex leader liberale ed ex premier, Ludovic Orban, che oggi guida la formazione chiamata Forza della Destra, respinge qualsiasi crescita delle imposte e difende la flat tax, nelle condizioni in cui il lavoro è, comunque, tassato eccessivamente in Romania.
Da parte loro, gli analisti economici ricordano che c’è un problema serio sul livello della raccolta delle tasse e delle imposte per quanto riguarda sia le persone fisiche che quelle giuridiche. Loro spiegano che quei contribuenti che pagano regolarmente le tasse lo faranno anche se cresceranno, però è compito dello Stato combattere l’evasione quasi generalizzata in alcuni settori. Il professore Cîţu Dumitru, ex presidente del Consiglio Fiscale, ha dichiarato a Radio Romania che si registra una raccolta pari a solo il 27% del PIL rispetto alla media europea del 40-41%.
L’evasione fiscale è alta soprattutto per l’IVA, di cui si raccoglie solo il 65%, mentre il rimanente 35% si perde. Un secondo problema, aggiunge il prof. Dumitru, è quello che lui chiama un Codice Fiscale addiritura bucherellato, con eccezioni, deduzioni e regimi preferenziali. Dei 5 milioni di dipendenti, circa il 15% non paga i contributi sanitari. E ci sono anche più di un milione di persone che non pagano tasse e imposte, lavorando in nero, dice ancora Cîţu Dumitru. Tutto sommato, notano gli esperti, la Romania raccoglie di circa l’1% del PIL in meno rispetto alla confinante Bulgaria, e del 3% in meno nei confronti della Polonia o dell’Ungheria.