Piano nazionale per i profughi
10 milioni di ucraini, cioè oltre un quarto della popolazione, sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni a causa della guerra fatta scoppiare dalla Russia quasi un mese fa. La cifra, indicativa delle proporzioni della crisi umanitaria, è stata annunciata dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i profughi. Circa il 90% dei profughi sono donne e bambini, mentre agli uomini ucraini in età compresa tra i 18 e i 60 anni è stato vietato di lasciare il Paese e potrebbero essere chiamati a combattere. L’UNICEF completa questo quadro drammatico richiamando l’attenzione che oltre un milione e mezzo di bambini si annoverano tra le persone fuggite all’estero. I rischi di traffico e sfruttamento degli esseri umani sono in aumento, avverte l’organizzazione.
Anche se non è la principale destinazione degli ucraini che lasciano il proprio Paese per fuggire dagli orrori della guerra, la Romania ha accolto centinaia di migliaia di rifugiati e il modo in cui li ha trattati è stato apprezzato all’unanimità dai partner di Bucarest. La Commissione Europea invierà, questa settimana, in Romania, una squadra che valuterà le spese fatte dal governo con i profughi ucraini e stabilità le modalità in cui saranno rimborsate.
Il portavoce del governo, Dan Cărbunaru, ha dichiarato che le prime domande di rimborso delle spese effettuate finora dalla Romania sono state già inviate a Bruxelles: Secondo le prime valutazioni, si tratta di 30,5 milioni di euro già spesi dal nostro Paese per la gestione dei flussi di profughi. Le strutture dei costi sono complesse, perché non includono solo le spese di alloggio e di vitto. Il Governo ha deciso di garantire trasporto gratuito ai profughi in arrivo in Romania. Molti scelgono di uscire dal nostro Paese o tramite la Bulgaria, o tramite l’Ungheria”.
D’altra parte, l’esecutivo sta elaborando un piano nazionale per il sostegno ai profughi arrivati nel Paese e che saranno aiutati dalle autorità a trovare un posto di lavoro, avere accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione nel caso dei bambini. Sei gruppi di lavoro gestiranno i problemi dei profughi che decidono di restare, occupandosi di aspetti legati a istruzione, salute, accesso al mercato del lavoro, spazi abitativi, sostegno alle persone vulnerabili, soprattutto ai bambini.
Il consigliere di stato Mădălina Turza afferma che questi gruppi elaboreranno a breve un piano di misure a medio e lungo termine, che permetterà alla Romania di entrare, a cominciare dal mese di aprile, nella seconda fase di risposta umanitaria: La seconda fase è legata allo sviluppo di servizi di qualità e di una protezione effettiva a medio e lungo termine per i profughi di Romania. Loro beneficeranno anche di tutela temporanea”. Quasi 80 mila cittadini ucraini hanno scelto di restare in Romania, di cui 4.000 hanno già sollecitato asilo.
Ştefan Stoica, 21.03.2022, 13:57
10 milioni di ucraini, cioè oltre un quarto della popolazione, sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni a causa della guerra fatta scoppiare dalla Russia quasi un mese fa. La cifra, indicativa delle proporzioni della crisi umanitaria, è stata annunciata dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i profughi. Circa il 90% dei profughi sono donne e bambini, mentre agli uomini ucraini in età compresa tra i 18 e i 60 anni è stato vietato di lasciare il Paese e potrebbero essere chiamati a combattere. L’UNICEF completa questo quadro drammatico richiamando l’attenzione che oltre un milione e mezzo di bambini si annoverano tra le persone fuggite all’estero. I rischi di traffico e sfruttamento degli esseri umani sono in aumento, avverte l’organizzazione.
Anche se non è la principale destinazione degli ucraini che lasciano il proprio Paese per fuggire dagli orrori della guerra, la Romania ha accolto centinaia di migliaia di rifugiati e il modo in cui li ha trattati è stato apprezzato all’unanimità dai partner di Bucarest. La Commissione Europea invierà, questa settimana, in Romania, una squadra che valuterà le spese fatte dal governo con i profughi ucraini e stabilità le modalità in cui saranno rimborsate.
Il portavoce del governo, Dan Cărbunaru, ha dichiarato che le prime domande di rimborso delle spese effettuate finora dalla Romania sono state già inviate a Bruxelles: Secondo le prime valutazioni, si tratta di 30,5 milioni di euro già spesi dal nostro Paese per la gestione dei flussi di profughi. Le strutture dei costi sono complesse, perché non includono solo le spese di alloggio e di vitto. Il Governo ha deciso di garantire trasporto gratuito ai profughi in arrivo in Romania. Molti scelgono di uscire dal nostro Paese o tramite la Bulgaria, o tramite l’Ungheria”.
D’altra parte, l’esecutivo sta elaborando un piano nazionale per il sostegno ai profughi arrivati nel Paese e che saranno aiutati dalle autorità a trovare un posto di lavoro, avere accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione nel caso dei bambini. Sei gruppi di lavoro gestiranno i problemi dei profughi che decidono di restare, occupandosi di aspetti legati a istruzione, salute, accesso al mercato del lavoro, spazi abitativi, sostegno alle persone vulnerabili, soprattutto ai bambini.
Il consigliere di stato Mădălina Turza afferma che questi gruppi elaboreranno a breve un piano di misure a medio e lungo termine, che permetterà alla Romania di entrare, a cominciare dal mese di aprile, nella seconda fase di risposta umanitaria: La seconda fase è legata allo sviluppo di servizi di qualità e di una protezione effettiva a medio e lungo termine per i profughi di Romania. Loro beneficeranno anche di tutela temporanea”. Quasi 80 mila cittadini ucraini hanno scelto di restare in Romania, di cui 4.000 hanno già sollecitato asilo.