Sostegno all’Ucraina
La Romania si prenderà cura di tutti i cittadini ucraini che arrivano sul suo territorio — ha dato assicurazioni il presidente Klaus Iohannis al suo omologo di Kiev, Volodymyr Zelensky, in un colloquio telefonico in cui ha ribadito anche il pieno sostegno all’adesione dell’Ucraina all’UE. Nelle quasi tre settimane da quando la Russia ha iniziato la guerra in Ucraina, oltre 400 mila cittadini ucraini sono arrivati in Romania, di cui un quinto vi è rimasto. Il sostegno delle autorità e della popolazione si è fortemente manifestato già dall’arrivo del primo profugo dall’Ucraina, alle persone in fuga dalla guerra essendo offerti da pietanze calde e posti di alloggio, a trasporto gratuito, beni di prima necessità, donazioni — anche nell’ambito di un concerto di beneficenza che ha raccolto oltre 750 mila euro, assistenza medica o corsi per i bambini che restano sul territorio della Romania, nonché la possibilità di trovare un posto di lavoro per chi lo desidera.
Intanto, un hub umanitario, coordinato dall’UE, allestito nel nord della Romania, a Suceava, nei pressi del confine con l’Ucraina, è già operativo dalla settimana scorsa e i primi aiuti sono già iniziati ad essere distribuiti. Questo hub svolge un ruolo particolarmente importate nel facilitare il trasferimento di donazioni umanitarie da parte degli stati membri dell’UE e di altri stati e grandi organizzazioni. Il sostegno da parte della Romania vuol dire anche aiuto per coloro che sono solo in transito.
Sono arrivati in Romania non solo ucraini, ma anche cittadini di altre nazionalità che si trovavano in Ucraina. Tra questi si annoverano anche oltre 3.000 israeliani e oltre 1.200 cittadini ucraini di origine ebraica. Loro sono stati aiutati dalla Romania a entrare sul suo territorio e poi a essere evacuati verso Israele, ha annunciato il ministro degli Affari Esteri romeno, Bogdan Aurescu, dopo l’incontro, in Romania, con il collega israeliano, Yair Lapid. “I bambini di origine ebraica di Odesa, i bambini malati di cancro sono stati mandati in Israele per ricevere cura e migliaia di rifugiati sono scappati tramite la dogana Siret. Le loro vite sono state salvate grazie alla cooperazione tra i nostri Paesi. Vi ringrazio e ringrazio il Governo romeno per la cooperazione e il sostegno”, ha dichiarato Yair Lapid, il quale ha visitato, domenica, il passaggio di confine di Siret.
D’altra parte, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso la sua preoccupazione, affermando che la guerra in Ucraina potrebbe aggravare la pandemia di COVID-19. Anche il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie ha trasmesso un’allerta agli stati in cui arrivano rifugiati dall’Ucraina, informando che questo Paese registra molti casi di contagio con batteri pericolosi, resistenti agli antibiotici e trasmissibili, a ottobre essendo comunicata una situazione di sicurezza medica per la poliomielite e l’epidemia di morbillo. Perciò, l’istituzione europea raccomanda l’isolamento dei pazienti ucraini che arrivano negli ospedali, in modo da prevenire il rischio di contagio nelle strutture sanitarie.
Corina Cristea, 14.03.2022, 12:46
La Romania si prenderà cura di tutti i cittadini ucraini che arrivano sul suo territorio — ha dato assicurazioni il presidente Klaus Iohannis al suo omologo di Kiev, Volodymyr Zelensky, in un colloquio telefonico in cui ha ribadito anche il pieno sostegno all’adesione dell’Ucraina all’UE. Nelle quasi tre settimane da quando la Russia ha iniziato la guerra in Ucraina, oltre 400 mila cittadini ucraini sono arrivati in Romania, di cui un quinto vi è rimasto. Il sostegno delle autorità e della popolazione si è fortemente manifestato già dall’arrivo del primo profugo dall’Ucraina, alle persone in fuga dalla guerra essendo offerti da pietanze calde e posti di alloggio, a trasporto gratuito, beni di prima necessità, donazioni — anche nell’ambito di un concerto di beneficenza che ha raccolto oltre 750 mila euro, assistenza medica o corsi per i bambini che restano sul territorio della Romania, nonché la possibilità di trovare un posto di lavoro per chi lo desidera.
Intanto, un hub umanitario, coordinato dall’UE, allestito nel nord della Romania, a Suceava, nei pressi del confine con l’Ucraina, è già operativo dalla settimana scorsa e i primi aiuti sono già iniziati ad essere distribuiti. Questo hub svolge un ruolo particolarmente importate nel facilitare il trasferimento di donazioni umanitarie da parte degli stati membri dell’UE e di altri stati e grandi organizzazioni. Il sostegno da parte della Romania vuol dire anche aiuto per coloro che sono solo in transito.
Sono arrivati in Romania non solo ucraini, ma anche cittadini di altre nazionalità che si trovavano in Ucraina. Tra questi si annoverano anche oltre 3.000 israeliani e oltre 1.200 cittadini ucraini di origine ebraica. Loro sono stati aiutati dalla Romania a entrare sul suo territorio e poi a essere evacuati verso Israele, ha annunciato il ministro degli Affari Esteri romeno, Bogdan Aurescu, dopo l’incontro, in Romania, con il collega israeliano, Yair Lapid. “I bambini di origine ebraica di Odesa, i bambini malati di cancro sono stati mandati in Israele per ricevere cura e migliaia di rifugiati sono scappati tramite la dogana Siret. Le loro vite sono state salvate grazie alla cooperazione tra i nostri Paesi. Vi ringrazio e ringrazio il Governo romeno per la cooperazione e il sostegno”, ha dichiarato Yair Lapid, il quale ha visitato, domenica, il passaggio di confine di Siret.
D’altra parte, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso la sua preoccupazione, affermando che la guerra in Ucraina potrebbe aggravare la pandemia di COVID-19. Anche il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie ha trasmesso un’allerta agli stati in cui arrivano rifugiati dall’Ucraina, informando che questo Paese registra molti casi di contagio con batteri pericolosi, resistenti agli antibiotici e trasmissibili, a ottobre essendo comunicata una situazione di sicurezza medica per la poliomielite e l’epidemia di morbillo. Perciò, l’istituzione europea raccomanda l’isolamento dei pazienti ucraini che arrivano negli ospedali, in modo da prevenire il rischio di contagio nelle strutture sanitarie.