La Banca Centrale aumenta i costi dei crediti
In Romania, il tasso dell’interesse di riferimento è aumentato dal 2 al 2,5% all’anno. Allo stesso tempo, il Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale di Bucarest ha deciso di aumentare dello 0,5% gli interessi pagati dalle banche che prendono prestiti dalla Banca Centrale, come pure quello per le somme che le istituzioni di credito conservano nei conti della Banca Centrale. L’indice Robor a tre mesi, in funzione del quale vendono calcolati i costi dei crediti di consumo in lei a interesse variabile, è salito al 3,29% all’anno – il più alto livello registrato negli ultimi tre anni, mentre l’indice Robor a 6 mesi, utilizzato nel calcolo degli interessi per i mutui ipotecari in lei a interesse variabile, al 3,43%.
Le decisioni sono volte a contenere l’inflazione — uno degli strumenti tramite cui la Banca Centrale della Romania può intervenire in tal senso essendo il calo del consumo tramite la crescita del costo dell’accesso ai soldi — e sono giustificate dalle previsioni degli specialisti della BNR, stando ai quali il tasso inflazionistico arriverebbe a breve a oltre il 10%. Ciò dopo che, l’anno scorso, il tasso inflazionistico annuo è aumentato del 6,13%, dal 2,06% a dicembre 2020. L’analista economico Constantin Rudniţchi afferma: “Questa crescita era attesa. Alquanto sorprendente è che, stavolta, l’aumento fatto dalla Banca Centrale è dello 0,5%, il che vuole dire relativamente molto. E, quello che è ancora più chiaro, si legge nel comunicato, si aspetta che l’aumento del tasso inflazionistico prosegua, le misure di sostegno alla popolazione e alle compagnie per la diminuzione delle bollette dell’energia elettrica e del gas naturale non sono più convincenti e, allora, certo che l’inflazione diventa il nemico numero uno nella prima metà dell’anno.”
Secondo le stime, il tasso inflazionistico annuo registrerà una crescita significativa nel secondo semestre del 2022, principalmente come effetto di un aumento molto più alto del previsto dei prezzi del gas e dell’energia elettrica, che si faranno notare molto dopo la sospensione, ad aprile, delle compensazioni concesse ai consumatori domestici. Nella seconda metà del 2022, il tasso inflazionistico annuo dovrebbe diminuire gradualmente, per conoscere poi un aggiustamento al ribasso relativamente brusco nella prima metà dell’anno prossimo, per riuscire a rientrare nella fascia prevista dalla Banca Centrale, cioè tra l’1,5 e il 3,5%, solo nell’ultimo trimestre del 2023. Secondo i dati dell’Eurostat, la Romania si piazza al sesto posto tra gli stati membri per quanto riguarda l’ammontare del tasso inflazionistico annuo alla fine dell’anno scorso.
Corina Cristea, 10.02.2022, 14:07
In Romania, il tasso dell’interesse di riferimento è aumentato dal 2 al 2,5% all’anno. Allo stesso tempo, il Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale di Bucarest ha deciso di aumentare dello 0,5% gli interessi pagati dalle banche che prendono prestiti dalla Banca Centrale, come pure quello per le somme che le istituzioni di credito conservano nei conti della Banca Centrale. L’indice Robor a tre mesi, in funzione del quale vendono calcolati i costi dei crediti di consumo in lei a interesse variabile, è salito al 3,29% all’anno – il più alto livello registrato negli ultimi tre anni, mentre l’indice Robor a 6 mesi, utilizzato nel calcolo degli interessi per i mutui ipotecari in lei a interesse variabile, al 3,43%.
Le decisioni sono volte a contenere l’inflazione — uno degli strumenti tramite cui la Banca Centrale della Romania può intervenire in tal senso essendo il calo del consumo tramite la crescita del costo dell’accesso ai soldi — e sono giustificate dalle previsioni degli specialisti della BNR, stando ai quali il tasso inflazionistico arriverebbe a breve a oltre il 10%. Ciò dopo che, l’anno scorso, il tasso inflazionistico annuo è aumentato del 6,13%, dal 2,06% a dicembre 2020. L’analista economico Constantin Rudniţchi afferma: “Questa crescita era attesa. Alquanto sorprendente è che, stavolta, l’aumento fatto dalla Banca Centrale è dello 0,5%, il che vuole dire relativamente molto. E, quello che è ancora più chiaro, si legge nel comunicato, si aspetta che l’aumento del tasso inflazionistico prosegua, le misure di sostegno alla popolazione e alle compagnie per la diminuzione delle bollette dell’energia elettrica e del gas naturale non sono più convincenti e, allora, certo che l’inflazione diventa il nemico numero uno nella prima metà dell’anno.”
Secondo le stime, il tasso inflazionistico annuo registrerà una crescita significativa nel secondo semestre del 2022, principalmente come effetto di un aumento molto più alto del previsto dei prezzi del gas e dell’energia elettrica, che si faranno notare molto dopo la sospensione, ad aprile, delle compensazioni concesse ai consumatori domestici. Nella seconda metà del 2022, il tasso inflazionistico annuo dovrebbe diminuire gradualmente, per conoscere poi un aggiustamento al ribasso relativamente brusco nella prima metà dell’anno prossimo, per riuscire a rientrare nella fascia prevista dalla Banca Centrale, cioè tra l’1,5 e il 3,5%, solo nell’ultimo trimestre del 2023. Secondo i dati dell’Eurostat, la Romania si piazza al sesto posto tra gli stati membri per quanto riguarda l’ammontare del tasso inflazionistico annuo alla fine dell’anno scorso.