Un nuovo record di contagi, 40 mila casi
La Romania ha superato, ieri, la soglia di 40.000 nuovi casi di Covid-19 in 24 ore — il maggiore dall’inizio della pandemia di coronavirus. La cifra rappresenta più del doppio rispetto al picco della precedente ondata dello scorso autunno. È stato effettuato anche il maggior numero di test in un unico giorno — più di 122.000 e uno su tre tamponi è risultato positivo. Il coordinatore della campagna nazionale di vaccinazione contro il COVID-19, il medico Valeriu Gheorghiţă, è del parere che, al momento, la capacità di effettuare test non sia paragonabile a quella di altri Paesi. Egli ha dichiarato a un’emittente televisiva privata che, sebbene in Romania sia aumentata la capacità di testare per il virus SARS-CoV-2, non vengono ancora effettuati abbastanza tamponi. Stando al medico, per avere una stima corretta del numero dei contagi, dovrebbero essere fatti sei volte più test.
D’altra parte, circa 10.000 persone rilevate positive al COVID sono ricoverate nelle strutture sanitarie del Paese, il doppio rispetto a due settimane fa. Nelle terapie intensive sono ricoverati circa mille malati. Più di tre quarti non sono vaccinati anti-COVID. Anche il numero dei bambini ricoverati aumenta costantemente ed è arrivato a qualche centinaio nei reparti e a qualche decina nelle terapie intensive. Le autorità richiamano l’attenzione che per contenere il diffondersi del coronavirus non bastano le misure di protezione sanitaria, ma è importante anche il test fatto già ai primi sintomi di malattia. E, siccome le ambulanze non riescono più a far fronte al numero alto di casi, sono stati aperti più centri in cui le persone con sintomi si possono presentare per il prelievo delle prove, compresi i gabinetti di alcuni medici di famiglia. Persino nel contesto della crescita allarmante dei contagi, il numero delle persone che si vaccinano per la prima volta anti-Covid ammonta a solo qualche migliaio al giorno, un numero molto più basso rispetto a quello atteso dalle autorità.
Quanto al certificato verde, per il momento è valido sul territorio delle Romania anche per le persone che hanno superato nove mesi dalla seconda dose, sebbene nellUE, dal 1° febbraio, la sua validità sia stata limitata a questo periodo in assenza della dose booster. Il capo del Dipartimento per Situazioni di Emergenza, Raed Arafat, ammonisce, però, che anche la Romania dovrebbe, a breve, adeguarsi alle norme comunitarie e le persone che hanno fatto la seconda dose più di nove mesi fa dovranno fare anche la terza al fine di mantenere la validità del certificato verde. Nel frattempo, la Romania ha rinunciato alla suddivisione degli stati su liste a seconda dell’incidenza dei casi di COVID-19 e le persone che entrano nel Paese staranno in quarantena per cinque giorni, a prescindere dal Paese di partenza, se non esibiscono la prova della vaccinazione, del superamento della malattia, oppure il risultato di un test RT-PCR negativo. Il Comitato Nazionale per Situazioni di Emergenza ha stabilito un periodo di 5 giorni di quarantena per le persone che entrano in contatto con un malato di COVID-19, anche se sono vaccinate, a causa del ceppo più contagioso del coronavirus – Omicron.
Daniela Budu, 02.02.2022, 14:09
La Romania ha superato, ieri, la soglia di 40.000 nuovi casi di Covid-19 in 24 ore — il maggiore dall’inizio della pandemia di coronavirus. La cifra rappresenta più del doppio rispetto al picco della precedente ondata dello scorso autunno. È stato effettuato anche il maggior numero di test in un unico giorno — più di 122.000 e uno su tre tamponi è risultato positivo. Il coordinatore della campagna nazionale di vaccinazione contro il COVID-19, il medico Valeriu Gheorghiţă, è del parere che, al momento, la capacità di effettuare test non sia paragonabile a quella di altri Paesi. Egli ha dichiarato a un’emittente televisiva privata che, sebbene in Romania sia aumentata la capacità di testare per il virus SARS-CoV-2, non vengono ancora effettuati abbastanza tamponi. Stando al medico, per avere una stima corretta del numero dei contagi, dovrebbero essere fatti sei volte più test.
D’altra parte, circa 10.000 persone rilevate positive al COVID sono ricoverate nelle strutture sanitarie del Paese, il doppio rispetto a due settimane fa. Nelle terapie intensive sono ricoverati circa mille malati. Più di tre quarti non sono vaccinati anti-COVID. Anche il numero dei bambini ricoverati aumenta costantemente ed è arrivato a qualche centinaio nei reparti e a qualche decina nelle terapie intensive. Le autorità richiamano l’attenzione che per contenere il diffondersi del coronavirus non bastano le misure di protezione sanitaria, ma è importante anche il test fatto già ai primi sintomi di malattia. E, siccome le ambulanze non riescono più a far fronte al numero alto di casi, sono stati aperti più centri in cui le persone con sintomi si possono presentare per il prelievo delle prove, compresi i gabinetti di alcuni medici di famiglia. Persino nel contesto della crescita allarmante dei contagi, il numero delle persone che si vaccinano per la prima volta anti-Covid ammonta a solo qualche migliaio al giorno, un numero molto più basso rispetto a quello atteso dalle autorità.
Quanto al certificato verde, per il momento è valido sul territorio delle Romania anche per le persone che hanno superato nove mesi dalla seconda dose, sebbene nellUE, dal 1° febbraio, la sua validità sia stata limitata a questo periodo in assenza della dose booster. Il capo del Dipartimento per Situazioni di Emergenza, Raed Arafat, ammonisce, però, che anche la Romania dovrebbe, a breve, adeguarsi alle norme comunitarie e le persone che hanno fatto la seconda dose più di nove mesi fa dovranno fare anche la terza al fine di mantenere la validità del certificato verde. Nel frattempo, la Romania ha rinunciato alla suddivisione degli stati su liste a seconda dell’incidenza dei casi di COVID-19 e le persone che entrano nel Paese staranno in quarantena per cinque giorni, a prescindere dal Paese di partenza, se non esibiscono la prova della vaccinazione, del superamento della malattia, oppure il risultato di un test RT-PCR negativo. Il Comitato Nazionale per Situazioni di Emergenza ha stabilito un periodo di 5 giorni di quarantena per le persone che entrano in contatto con un malato di COVID-19, anche se sono vaccinate, a causa del ceppo più contagioso del coronavirus – Omicron.