Legge fondamentale: colloqui sulla riforma della Costituzione
Il Senato e la Camera dei Deputati di Bucarest hanno celebrato ieri, con una seduta solenne, 30 anni dall’adozione della Costituzione, l’atto che ha sancito il ripristino della democrazia costituzionale in Romania e ha consolidato il regime politico pluralista. La coalizione governativa formata da PNL-PSD-UDMR si è pronunciata per una riforma costituzionale che rifletta i cambiamenti nella società. Secondo la coalizione, una nuova Costituzione dovrebbe, tra l’altro, chiarire gli attributi del presidente e garantire un equilibrio tra i poteri nello stato.
Il presidente del Senato, Florin Cîţu, leader del PNL, ha affermato che i liberali hanno nell’agenda misure di revisione della Legge fondamentale, che prendono in considerazione le opzioni espresse dai cittadini. Egli ha parlato dell’applicazione dei risultati del referendum del 2019 sul tema della giustizia o dell’abbassamento dell’età minima di voto ai 16 anni: “Nel tempo, con professionalità, senza accanimento politico o interessi nascosti, dovremo modernizzare le sue strutture, il funzionamento e il modo di servire i cittadini. Le norme costituzionali andrebbero adeguate alla realtà in cui viviamo.”
Dal canto suo, il presidente della Camera dei Deputati, Marcel Ciolacu, leader del PSD, ha dichiarato che la riforma costituzionale deve chiarire gli attributi del presidente del Paese e garantire un controllo reciproco tra i poteri nello stato. Egli ritiene inoltre che sia necessario contenere l’uso delle ordinanze d’urgenza, ma anche ridefinire il ruolo della mozione di sfiducia: “La mozione di sfiducia deve portare automaticamente alla designazione di un altro primo ministro. Non saremmo rimasti adesso due mesi senza governo se avessimo avuto questo strumento incluso nella Costituzione.”
L’UDMR, partner di governo, desidera che il rapporto di fiducia tra lo stato romeno e le minoranze nazionali sia rafforzato e sostiene il passaggio alla repubblica parlamentare. Questa variante è stata criticata dai rappresentanti dell’USR, mentre i parlamentari dell’AUR non sono d’accordo con la modifica dell’attuale Costituzione. Presente alla seduta solenne, il premier Nicolae Ciucă ha dichiarato che è necessario continuare la riforma dello stato e della pubblica amministrazione per porre i cittadini al centro delle preoccupazioni e aumentare la responsabilità di chi ricopre incarichi pubblici.
Dal canto suo, il presidente della Corte Costituzionale, Valer Dorneanu, ha affermato che la revisione della legge fondamentale va fatta con saggezza, non per interessi elettorali. La Costituzione della Romania, la prima dopo il 1989, quando è stata allontanata la dittatura comunista, è stata adottata dall’Assemblea Costituente (l’allora Parlamento) il 21 novembre 1991, dopo un anno e mezzo di dibattiti. L’8 dicembre dello stesso anno, la Legge fondamentale è stata approvata tramite un Referendum nazionale.
Daniela Budu, 07.12.2021, 13:53
Il Senato e la Camera dei Deputati di Bucarest hanno celebrato ieri, con una seduta solenne, 30 anni dall’adozione della Costituzione, l’atto che ha sancito il ripristino della democrazia costituzionale in Romania e ha consolidato il regime politico pluralista. La coalizione governativa formata da PNL-PSD-UDMR si è pronunciata per una riforma costituzionale che rifletta i cambiamenti nella società. Secondo la coalizione, una nuova Costituzione dovrebbe, tra l’altro, chiarire gli attributi del presidente e garantire un equilibrio tra i poteri nello stato.
Il presidente del Senato, Florin Cîţu, leader del PNL, ha affermato che i liberali hanno nell’agenda misure di revisione della Legge fondamentale, che prendono in considerazione le opzioni espresse dai cittadini. Egli ha parlato dell’applicazione dei risultati del referendum del 2019 sul tema della giustizia o dell’abbassamento dell’età minima di voto ai 16 anni: “Nel tempo, con professionalità, senza accanimento politico o interessi nascosti, dovremo modernizzare le sue strutture, il funzionamento e il modo di servire i cittadini. Le norme costituzionali andrebbero adeguate alla realtà in cui viviamo.”
Dal canto suo, il presidente della Camera dei Deputati, Marcel Ciolacu, leader del PSD, ha dichiarato che la riforma costituzionale deve chiarire gli attributi del presidente del Paese e garantire un controllo reciproco tra i poteri nello stato. Egli ritiene inoltre che sia necessario contenere l’uso delle ordinanze d’urgenza, ma anche ridefinire il ruolo della mozione di sfiducia: “La mozione di sfiducia deve portare automaticamente alla designazione di un altro primo ministro. Non saremmo rimasti adesso due mesi senza governo se avessimo avuto questo strumento incluso nella Costituzione.”
L’UDMR, partner di governo, desidera che il rapporto di fiducia tra lo stato romeno e le minoranze nazionali sia rafforzato e sostiene il passaggio alla repubblica parlamentare. Questa variante è stata criticata dai rappresentanti dell’USR, mentre i parlamentari dell’AUR non sono d’accordo con la modifica dell’attuale Costituzione. Presente alla seduta solenne, il premier Nicolae Ciucă ha dichiarato che è necessario continuare la riforma dello stato e della pubblica amministrazione per porre i cittadini al centro delle preoccupazioni e aumentare la responsabilità di chi ricopre incarichi pubblici.
Dal canto suo, il presidente della Corte Costituzionale, Valer Dorneanu, ha affermato che la revisione della legge fondamentale va fatta con saggezza, non per interessi elettorali. La Costituzione della Romania, la prima dopo il 1989, quando è stata allontanata la dittatura comunista, è stata adottata dall’Assemblea Costituente (l’allora Parlamento) il 21 novembre 1991, dopo un anno e mezzo di dibattiti. L’8 dicembre dello stesso anno, la Legge fondamentale è stata approvata tramite un Referendum nazionale.