Istruzione: Romania, scuole riaperte
Circa due terzi dei 3 milioni di alunni e prescolari di Romania sono tornati, oggi, alle lezioni in presenza, dopo due settimane di vacanza imposta sullo sfondo della pandemia da COVID 19. Sono state riaperte le scuole in cui almeno il 60% dei dipendenti è vaccinato contro il virus. Gli alunni delle altre strutture di insegnamento continuano a fare lezioni online. Il Consiglio degli Alunni ritiene che le scuole non siano preparate per la ripresa delle lezioni in presenza e chiede alle autorità di tener conto anche dell’incidenza dei contagi a livello locale, dell’infrastruttura sanitaria, della capacità di testare e del mantenimento della distanza fisica.
Da parte delle autorità, il coordinatore della campagna vaccinale, Valeriu Gheorghiţă, ammette che la misura comporta un aumento del rischio di contagio, e implicitamente del numero di casi, però i ragazzi hanno bisogno di lezioni in presenza, mentre gli adulti devono fare sforzi per garantire loro la sicurezza a scuola: “Credo che noi, adulti, dobbiamo fare uno sforzo affinché possano andare a scuola in condizioni di sicurezza. Come possiamo fare questo? Osservando le norme sanitarie, spiegandole ai ragazzi, vaccinandoci e credo che, in questo modo, man mano, possiamo controllare e contenere gli effetti di questa pandemia. Ovviamente, la ripresa delle lezioni in presenza comporta un rischio in più per la crescita dei contagi, ma dobbiamo mantenere un equilibrio tra gli sviluppi epidemiologici e i benefici e le perdite che i nostri figli hanno in questo periodo”, ha dichiarato Valeriu Gheorghiţă.
Dal canto suo, il ministro dell’Istruzione ad interim, Sorin Cîmpeanu, afferma che le nuove condizioni imposte per la ripresa delle lezioni in presenza, sebbene discusse, hanno avuto effetto e hanno stimolato i docenti a vaccinarsi: “I dati riferiti venerdì, 29 ottobre, indicavano che il 54% delle strutture di insegnamento pubbliche e private hanno un tasso di vaccinazione di oltre il 60% e possono riaprire. Fino a venerdì, 5 novembre, quando abbiamo aggiornato tutti i dati rilevati nelle scuole romene, abbiamo avuto una crescita dal 54% al 68%, quindi ha avuto effetto. Più squadre di controllo del Ministero dell’Istruzione andranno nelle scuole a verificare in che misura, in primo luogo, vengono osservate le norme di protezione sanitaria, in secondo luogo, in che misura questi rapporti sul tasso di vaccinazione sono stati corretti. È una variante di compromesso, con molte carenze, ma è un criterio che garantisce un ambiente più sicuro per gli alunni e per i docenti, è un criterio che protegge di più gli insegnanti perché i medici affermano che i vaccinati si ammalano e trasmettono più difficilmente il virus”.
Va precisato che per il recupero della materia che doveva essere studiata durante la vacanza imposta, il Ministero dell’Istruzione ha modificato la struttura dell’anno scolastico ed ha diminuito la vacanza d’inverno per gli alunni del ginnasio e del liceo.
Daniela Budu, 08.11.2021, 13:43
Circa due terzi dei 3 milioni di alunni e prescolari di Romania sono tornati, oggi, alle lezioni in presenza, dopo due settimane di vacanza imposta sullo sfondo della pandemia da COVID 19. Sono state riaperte le scuole in cui almeno il 60% dei dipendenti è vaccinato contro il virus. Gli alunni delle altre strutture di insegnamento continuano a fare lezioni online. Il Consiglio degli Alunni ritiene che le scuole non siano preparate per la ripresa delle lezioni in presenza e chiede alle autorità di tener conto anche dell’incidenza dei contagi a livello locale, dell’infrastruttura sanitaria, della capacità di testare e del mantenimento della distanza fisica.
Da parte delle autorità, il coordinatore della campagna vaccinale, Valeriu Gheorghiţă, ammette che la misura comporta un aumento del rischio di contagio, e implicitamente del numero di casi, però i ragazzi hanno bisogno di lezioni in presenza, mentre gli adulti devono fare sforzi per garantire loro la sicurezza a scuola: “Credo che noi, adulti, dobbiamo fare uno sforzo affinché possano andare a scuola in condizioni di sicurezza. Come possiamo fare questo? Osservando le norme sanitarie, spiegandole ai ragazzi, vaccinandoci e credo che, in questo modo, man mano, possiamo controllare e contenere gli effetti di questa pandemia. Ovviamente, la ripresa delle lezioni in presenza comporta un rischio in più per la crescita dei contagi, ma dobbiamo mantenere un equilibrio tra gli sviluppi epidemiologici e i benefici e le perdite che i nostri figli hanno in questo periodo”, ha dichiarato Valeriu Gheorghiţă.
Dal canto suo, il ministro dell’Istruzione ad interim, Sorin Cîmpeanu, afferma che le nuove condizioni imposte per la ripresa delle lezioni in presenza, sebbene discusse, hanno avuto effetto e hanno stimolato i docenti a vaccinarsi: “I dati riferiti venerdì, 29 ottobre, indicavano che il 54% delle strutture di insegnamento pubbliche e private hanno un tasso di vaccinazione di oltre il 60% e possono riaprire. Fino a venerdì, 5 novembre, quando abbiamo aggiornato tutti i dati rilevati nelle scuole romene, abbiamo avuto una crescita dal 54% al 68%, quindi ha avuto effetto. Più squadre di controllo del Ministero dell’Istruzione andranno nelle scuole a verificare in che misura, in primo luogo, vengono osservate le norme di protezione sanitaria, in secondo luogo, in che misura questi rapporti sul tasso di vaccinazione sono stati corretti. È una variante di compromesso, con molte carenze, ma è un criterio che garantisce un ambiente più sicuro per gli alunni e per i docenti, è un criterio che protegge di più gli insegnanti perché i medici affermano che i vaccinati si ammalano e trasmettono più difficilmente il virus”.
Va precisato che per il recupero della materia che doveva essere studiata durante la vacanza imposta, il Ministero dell’Istruzione ha modificato la struttura dell’anno scolastico ed ha diminuito la vacanza d’inverno per gli alunni del ginnasio e del liceo.