Covid-19: Sostegno internazionale per la Romania
Da qualche giorno, il numero dei nuovi casi di COVID rilevati in Romania è in calo, però il sistema sanitario continua ad essere sottoposto a un’enorme pressione. Gli ospedali sono pieni, nelle terapie intensive non c’è nemmeno un letto disponibile e i medici fanno fronte con grande difficoltà alle numerose sollecitazioni. In queste condizioni, la Romania ha continuato a trasferire pazienti in condizioni gravi in altri stati europei che si sono offerti di curarli. Ieri, altre 6 persone gravemente malate sono state mandate in Germania, il terzo e ultimo trasferimento verso questo Paese. La selezione dei pazienti è stata fatta da una squadra di medici tedeschi che da venerdì scorso sono venuti in Romania e hanno esaminato la situazione dei malati.
“Abbiamo avuto 18 posti in Germania, che ora sono tutti occupati, e ovviamente ciò ha reso disponibili alcuni posti nelle nostre terapie intensive. Seguiranno altre due-tre settimane di pressioni sul sistema sanitario e, purtroppo, un gran numero di decessi, perché molti malati sono in condizioni critiche. Per i colleghi tedeschi che sono andati a verificare che pazienti prendere, è stato difficile trovare malati in grado di reggere il trasferimento. È possibile che la Romania continui a trasferire pazienti anche in Polonia e Rep. Ceca”, ha dichiarato il capo del Dipartimento per Situazioni di Emergenza, Raed Arafat.
La confinante Ungheria è un altro Paese, d’altronde è stato il primo, che ha ricevuto pazienti dalla Romania. Più di 70 persone sono state finora mandate in ospedali stranieri e, malgrado gli sforzi, quasi un terzo ha perso la vita. Il tasso molto alto dei decessi associati al contagio da SARS-CoV-2 — centinaia ogni giorno — è, d’altronde, ciò che preoccupa maggiormente in questa quarta ondata dell’epidemia in Romania.
La situazione ha determinato più Paesi ad offrirsi di dare una mano, tra cui anche Israele. Ieri, la Romania ha ricevuto dieci concentratori di ossigeno da questo Paese — i primi di una tranche di 40. “La Romania è un vero Paese amico di Israele. E, per tale motivo, lo stato di Israele ha deciso di aiutare un Paese amico. Purtroppo, la Romania sta attraversando un periodo difficile a causa della pandemia ed ha bisogno di appoggio. E noi siamo qui per questo. Lo stato di Israele dona 40 concentratori di ossigeno che aiuteranno a curare i malati. Non è facile trovare concentratori di ossigeno in questo periodo”, ha dichiarato l’ambasciatore dello stato di Israele in Romania, David Saranga.
Anche altri Paesi hanno offerto aiuti sotto forma di medicinali. Oppure squadre mediche che danno una mano ai colleghi romeni, come nel caso dell’ospedale modulare nell’est del Paese, vicino Iași, dove medici, infermiere e paramedici della Moldova curano malati affiancando il personale medico romeno.
Corina Cristea, 04.11.2021, 13:31
Da qualche giorno, il numero dei nuovi casi di COVID rilevati in Romania è in calo, però il sistema sanitario continua ad essere sottoposto a un’enorme pressione. Gli ospedali sono pieni, nelle terapie intensive non c’è nemmeno un letto disponibile e i medici fanno fronte con grande difficoltà alle numerose sollecitazioni. In queste condizioni, la Romania ha continuato a trasferire pazienti in condizioni gravi in altri stati europei che si sono offerti di curarli. Ieri, altre 6 persone gravemente malate sono state mandate in Germania, il terzo e ultimo trasferimento verso questo Paese. La selezione dei pazienti è stata fatta da una squadra di medici tedeschi che da venerdì scorso sono venuti in Romania e hanno esaminato la situazione dei malati.
“Abbiamo avuto 18 posti in Germania, che ora sono tutti occupati, e ovviamente ciò ha reso disponibili alcuni posti nelle nostre terapie intensive. Seguiranno altre due-tre settimane di pressioni sul sistema sanitario e, purtroppo, un gran numero di decessi, perché molti malati sono in condizioni critiche. Per i colleghi tedeschi che sono andati a verificare che pazienti prendere, è stato difficile trovare malati in grado di reggere il trasferimento. È possibile che la Romania continui a trasferire pazienti anche in Polonia e Rep. Ceca”, ha dichiarato il capo del Dipartimento per Situazioni di Emergenza, Raed Arafat.
La confinante Ungheria è un altro Paese, d’altronde è stato il primo, che ha ricevuto pazienti dalla Romania. Più di 70 persone sono state finora mandate in ospedali stranieri e, malgrado gli sforzi, quasi un terzo ha perso la vita. Il tasso molto alto dei decessi associati al contagio da SARS-CoV-2 — centinaia ogni giorno — è, d’altronde, ciò che preoccupa maggiormente in questa quarta ondata dell’epidemia in Romania.
La situazione ha determinato più Paesi ad offrirsi di dare una mano, tra cui anche Israele. Ieri, la Romania ha ricevuto dieci concentratori di ossigeno da questo Paese — i primi di una tranche di 40. “La Romania è un vero Paese amico di Israele. E, per tale motivo, lo stato di Israele ha deciso di aiutare un Paese amico. Purtroppo, la Romania sta attraversando un periodo difficile a causa della pandemia ed ha bisogno di appoggio. E noi siamo qui per questo. Lo stato di Israele dona 40 concentratori di ossigeno che aiuteranno a curare i malati. Non è facile trovare concentratori di ossigeno in questo periodo”, ha dichiarato l’ambasciatore dello stato di Israele in Romania, David Saranga.
Anche altri Paesi hanno offerto aiuti sotto forma di medicinali. Oppure squadre mediche che danno una mano ai colleghi romeni, come nel caso dell’ospedale modulare nell’est del Paese, vicino Iași, dove medici, infermiere e paramedici della Moldova curano malati affiancando il personale medico romeno.