Energia: permane la preoccupazione per i rincari
Dal 1° novembre, la Romania ha stabilito un tetto massimo dei prezzi per l’energia e il gas naturale, sullo sfondo della liberalizzazione, a cominciare dal 1° luglio, del mercato dell’energia, contemporaneamente all’impennata dei prezzi a livello mondiale. In più, fino al 31 marzo prossimo, alcune bollette saranno parzialmente compensate. Per i clienti domestici, il prezzo finale dell’energia elettrica non potrà superare 1 leu/kWh (circa 20 centesimi), mentre il prezzo massimo del gas naturale sarà di 37 bani/kWh (circa 7 centesimi). La popolazione, gli ospedali, gli studi dei medici di base, le strutture di insegnamento, le piccole e medie imprese, le ONG e le chiese beneficeranno anche di compensazioni. Per essere eleggibili, i consumatori domestici devono avere un certo consumo massimo mensile, mentre le PMI pagheranno solo il prezzo della fornitura di energia, senza le relative tasse di erogazione e trasporto.
Intanto, alcuni sindaci cercano soluzioni alternative per diminuire i costi dell’energia. A Mangalia, città-stazione sul litorale del Mar Nero, le centrali termiche passano a combustibili liquidi leggeri, il cui prezzo è molto più basso rispetto a quello del gas naturale, e le tecnologie di produzione e sfruttamento sono migliorate negli ultimi anni — come spiega il vicesindaco Dragoş Angelescu: ʺTutto funziona bene con combustibili liquidi leggeri. Entro la fine della settimana, probabilmente, tutte le centrali che forniscono energia termica alla popolazione saranno messe in funzione con combustibili liquidi leggeri e tutta la gente beneficerà di riscaldamento.ʺ
Però, non tutti i comuni hanno soluzioni a portata di mano. A questi, il Governo ad interim di Bucarest ha promesso un sostegno finanziario rapido dal Fondo di riserva, al fine di coprire una parte dei soldi necessari alla sovvenzione del prezzo aumentato della giga-caloria. L’inverno non è nemmeno arrivato e già alcune città collegate alle reti pubbliche di riscaldamento affrontano difficoltà nella fornitura di acqua calda e riscaldamento a causa dei rincari e dei debiti accumulati. È il caso, ad esempio, di Timișoara (ovest), una delle città più ricche del Paese, dove oltre 50 mila abitazioni e quasi tutti gli ospedali sono rimasti, da più giorni, senza acqua calda e riscaldamento a causa dei debiti al fornitore di gas. Anche la capitale Bucarest, dove la rete di riscaldamento non funziona nei parametri dovuti, si annovera tra le città in cui, quest’inverno, il prezzo del riscaldamento e dell’acqua calda sarà doppio rispetto all’anno scorso, l’unica via d’uscita essendo l’aumento della sovvenzione concessa dalla municipalità. Per concludere, se alcuni romeni già tremano per il freddo, tutti tremano invece al pensiero che l’inverno che si avvicina sarà molto complicato.
Roxana Vasile, 02.11.2021, 13:30