Coronavirus: certificazione verde, nuove misure del Governo di Bucarest
Il Governo di Bucarest ha deciso che la certificazione verde diventa obbligatoria in Romania per l’accesso delle persone a eventi pubblici e privati nelle località con un’incidenza compresa tra il 3 e il 6 per mille abitanti. I partecipanti dovranno attestare l’avvenuta vaccinazione, referto negativo al coronavirus o la guarigione. Ne fanno eccezione i bambini in età inferiore a 6 anni. Inoltre, le sale cinematografiche o i teatri funzionano da oggi ad una capienza massima del 50%, naturalmente nel rispetto delle regole sanitarie di protezione, come l’uso della mascherina. I bar, i club e le discoteche saranno aperti ad una capienza del 30%, e solo 100 persone al massimo potranno partecipare a comizi.
Daniela Budu, 20.09.2021, 10:53
Il segretario di stato al Ministero dell’Interno, Raed Arafat, spiega che le nuove regole non generano situazioni discriminatorie. Innanzitutto voglio sottolineare che questa decisione non ha imposto delle restrizioni. Al posto della chiusura totale ad un tasso superiore al 3 per mille, per l’incidenza compresa tra il 3 e il 6 per mille è stata individuata una soluzione che consenta lo svolgimento delle attività economiche con un certo controllo sanitario. Ciò significa che non possiamo parlare di discriminazione. Permettiamo la partecipazione di tutte le categorie, a condizione che si tratti di una delle tre: essere vaccinato, testato o aver superato la malattia, ha dichiarato Raed Arafat.
Il premier Florin Cîţu ha precisato che, con l’obbligatorietà della certificazione verde, lo scopo del Governo è stato quello di mantenere aperte le scuole e non chiudere l’economia. D’altra parte, rappresentanti del Consiglio Nazionale per la Lotta alla Discriminazione, invocando la restrizione di certi diritti fondamentali, sostengono che l’uso obligatorio della certificazione verde non dovesse essere adottato tramite una decreto governativo, bensì tramite una legge votata dal Parlamento. Essi fanno l’esempio della Francia che, ai primi di agosto, ha applicato simili misure introdotte, però, tramite legge.
Il Consiglio non esclude la possibilità che alcune persone sporgano querela contro lo Stato per discriminazione. Dal canto suo, l’ex presidente della Corte Costituzionale, Augustin Zegrean, ritiene che le misure adottate tramite atti amministrativi e non attraverso una procedura parlamentare, possano diventare inutili se la controversia arriva alla Consulta.
L’Italia, uno dei Paesi più colpiti dal coronavirus, è il primo Stato in Europa ad aver istituito l’obbligatorietà del green pass, a partire dal 15 ottobre fino al 31 dicembre 2021, quando cessa lo stato di emergenza. A partire dal 13 agosto scorso, al passaggio dei confini nell’UE solo la certificazione verde digitale è risconosciuta come documento che attesta l’avvenuta vaccinazione, il test PCR negativo e la guarigione dal Covid-19.