Crisi politica a Bucarest
E’ già consuetudine nella politica romena che le coalizioni di centro-destra vadano avanti difficilmente o finiscano in flop. A meno di un anno dall’insediamento della maggioranza PNL-USR PLUS – UDMR, scatta la prima crisi politica di portata, la cui magnitudo sembra sufficiente per demolire la costruzione governativa. I ministri dell’USR PLUS si sono dimessi dal Governo, dopo aver inoltrato una mozione di sfiducia.
Ştefan Stoica, 07.09.2021, 10:58
E’ già consuetudine nella politica romena che le coalizioni di centro-destra vadano avanti difficilmente o finiscano in flop. A meno di un anno dall’insediamento della maggioranza PNL-USR PLUS – UDMR, scatta la prima crisi politica di portata, la cui magnitudo sembra sufficiente per demolire la costruzione governativa. I ministri dell’USR PLUS si sono dimessi dal Governo, dopo aver inoltrato una mozione di sfiducia.
Il copresidente dell’USR PLUS, Dan Barna, fino ad oggi vicepremier nel gabinetto guidato dal liberale Florin Cîţu, ha spiegato questo gesto. Non si può più andare avanti così e neanche lo sarà d’ora in avanti con USR PLUS, dal momento che è questa la differenza che vogliamo portare nella politica in Romania. Florin Cîţu ha dinamitato in modo consapevole e perfettamente responsabile questa coalizione, in modo cosciente e con cinismo. Florin Cîţu non può ricoprire più l’incarico di premier, e per questo motivo i ministri USR PLUS si ritirano dal gabinetto, ha dichiarato Dan Barna.
Tutto è partito dall’improvvisa revoca del ministro della Giustizia, Stelian Ion (USR PLUS), al quale il primo ministro ha rimproverato di bloccare un ampio progetto di investimenti destinati alle infrastrutture locali. Invece, l’USR PLUS afferma che il progetto serviva gli interessi immediati del premier di appagare i comuni controllati dal PNL e consolidare in questo modo lo statuto di favorito nella gara per la leadership del partito, contesa con il capo liberale in carica, Ludovic Orban. Stelian Ion non è il primo membro di USR PLUS revocato dal premier.
Ad aprile, l’ex titolare della Salute, Vlad Voiculescu, condivideva la stessa sorte, però, nel suo caso, le buone intenzioni minate da inabilità esecutive e di comunicazione, hanno accelerato lo scioglimento. Quindi, Cristian Ghinea lascia il Ministero degli Investimenti e dei Progetti europei, Catalin Drulă – i Trasporti, Claudiu Năsui – l’Economia, Ciprian Teleman – il dicastero della Ricerca, mentre Ioana Mihăilă lascia il Ministero della Salute. Tuttavia, USR non lascia la coalizione e si chiara pronta a tornare nel governo se Florin Cîţu farà un passo indietro.
Con il sostegno politico ribadito dal proprio partito, Florin Cîţu non dà alcun segno di ritirarsi. Per di più contrattacca, speculando la vulnerabilità che USR PLUS ha provocato a se stessa tramite l’inspiegabile azione di firmare una mozione di sfiducia accanto alla formazione ultranazionalista AUR, i cui leader si sono contraddistinti finora solamente tramite elogi a personaggi orrendi della storia della Romania, di estrema destra, e militantismo contro l’uso delle mascherine e contro il vaccino.
La coalizione di destra è quella capace di governare. Ma è vero che diventa complicato allorquando coloro che sono di destra o che noi riteniamo di essere di destra, si associano con un partito estremista, dopo di che vogliono accanto anche i socialisti. Sembra che non siano stati di destra, eravamo solo noi a crederlo. Noi vogliamo governare in Romania e dobbiamo governare in Romania. Non si tratta di conciliazione, bensì degli interessi dei romeni. Secondo me, da questo punto di vista si sono comportati come i bambini viziati, ha detto il primo ministro.
La crisi politica avviene in un pessimo momento, con la quarta ondata della pandemia già risentita dagli ospedali, mentre l’inverno in arrivo fa venire i brividi, in seguito alla stangata dei costi dell’energia.