Un parlamento pro-europeo in Moldova
Le elezioni legislative organizzate in Moldova l’11 luglio scorso hanno configurato nello stato ex-sovietico un parlamento coerente con l’orientamento pro-europeo di Maia Sandu, vincitrice delle presidenziali, alla fine dell’anno scorso. Le anticipate hanno confermato una vittoria chiara del Partito Azione e Solidarietà, fondato cinque anni fa da Maia Sandu, che ha vinto 63 sui 101 seggi di deputato. 32 seggi sono andati al Blocco dei Comunisti e dei Socialisti, presieduto dagli ex capi filorussi dello stato, il comunista Vladimir Voronin e il socialista Igor Dodon, mentre gli altri 6 sono stati ottenuti dal Partito Shor, del controverso imprenditore Ilan Shor.
Nel discorso davanti ai membri del nuovo parlamento di Chişinău, riunito lunedì, Maia Sandu ha annunciato tolleranza zero per la corruzione e ha attirato l’attenzione dei deputati che “l’ordine deve cominciare dal legislativo”: “A breve, la Moldova compie 30 anni. Dopo tanti fallimenti, almeno adesso, dopo 30 anni, dovremo costruire uno stato per la gente, per tutta la gente, non per gruppi che hanno sfruttato la fiducia dei cittadini per accumulare patrimoni immeritati e subordinare lo stato ai propri interessi.”
In uno stato sconvolto, per molti anni, da casi di corruzione al vertice, rimasti in gran pare irrisolti, il nuovo legislativo ha ora il difficile compito di gettare le basi della riforma nella giustizia e di accelerare le indagini sui casi gravi di frode. “È arrivato il momento per una vera rivoluzione nel modo di governare il Paese. Vogliamo vedere un Parlamento che osserva le procedure. Le leggi vanno proposte al dibattito pubblico, le persone devono essere incoraggiate a esprimere le proprie opinioni e gli esperti — invitati a contribuire”, ha affermato il capo dello stato. Quanto al futuro governo, Maia Sandu dichiarava che si aspetta che proponga un nuovo modello di sviluppo economico: “Per uscire dalla povertà e garantire il benessere di tutti, dobbiamo sviluppare l’economia. […] Abbiamo l’opportunità storica di allineare la politica agli interessi dei cittadini. Il nostro Paese è così come ce lo costruiamo. Raccoglieremo quello che seminiamo”.
Che chance ha Maia Sandu di riuscire a trasformare la Moldova in uno stato per la gente, con i cittadini al centro dei progetti e di fare ordine anche nelle pubbliche istituzioni? Sarebbe la prima volta che accade una cosa del genere fuori dall’UE, cioè una specie di europeizzazione senza integrazione”, ha commentato a Radio Romania il docente universitario Dan Dungaciu. “Da questo punto di vita, per quanto ottimistiche possano sembrare le premesse, abbiamo a che fare con un esperimento. E da questo punto di vista dobbiamo rimanere realistici”, afferma Dan Dungaciu, aggiungendo che, per quanto riguarda gli sviluppi, la situazione sembra positiva, perché non c’è mai stata una maggioranza così solida e completa dei pro-europei.”
Corina Cristea, 27.07.2021, 13:42
Le elezioni legislative organizzate in Moldova l’11 luglio scorso hanno configurato nello stato ex-sovietico un parlamento coerente con l’orientamento pro-europeo di Maia Sandu, vincitrice delle presidenziali, alla fine dell’anno scorso. Le anticipate hanno confermato una vittoria chiara del Partito Azione e Solidarietà, fondato cinque anni fa da Maia Sandu, che ha vinto 63 sui 101 seggi di deputato. 32 seggi sono andati al Blocco dei Comunisti e dei Socialisti, presieduto dagli ex capi filorussi dello stato, il comunista Vladimir Voronin e il socialista Igor Dodon, mentre gli altri 6 sono stati ottenuti dal Partito Shor, del controverso imprenditore Ilan Shor.
Nel discorso davanti ai membri del nuovo parlamento di Chişinău, riunito lunedì, Maia Sandu ha annunciato tolleranza zero per la corruzione e ha attirato l’attenzione dei deputati che “l’ordine deve cominciare dal legislativo”: “A breve, la Moldova compie 30 anni. Dopo tanti fallimenti, almeno adesso, dopo 30 anni, dovremo costruire uno stato per la gente, per tutta la gente, non per gruppi che hanno sfruttato la fiducia dei cittadini per accumulare patrimoni immeritati e subordinare lo stato ai propri interessi.”
In uno stato sconvolto, per molti anni, da casi di corruzione al vertice, rimasti in gran pare irrisolti, il nuovo legislativo ha ora il difficile compito di gettare le basi della riforma nella giustizia e di accelerare le indagini sui casi gravi di frode. “È arrivato il momento per una vera rivoluzione nel modo di governare il Paese. Vogliamo vedere un Parlamento che osserva le procedure. Le leggi vanno proposte al dibattito pubblico, le persone devono essere incoraggiate a esprimere le proprie opinioni e gli esperti — invitati a contribuire”, ha affermato il capo dello stato. Quanto al futuro governo, Maia Sandu dichiarava che si aspetta che proponga un nuovo modello di sviluppo economico: “Per uscire dalla povertà e garantire il benessere di tutti, dobbiamo sviluppare l’economia. […] Abbiamo l’opportunità storica di allineare la politica agli interessi dei cittadini. Il nostro Paese è così come ce lo costruiamo. Raccoglieremo quello che seminiamo”.
Che chance ha Maia Sandu di riuscire a trasformare la Moldova in uno stato per la gente, con i cittadini al centro dei progetti e di fare ordine anche nelle pubbliche istituzioni? Sarebbe la prima volta che accade una cosa del genere fuori dall’UE, cioè una specie di europeizzazione senza integrazione”, ha commentato a Radio Romania il docente universitario Dan Dungaciu. “Da questo punto di vita, per quanto ottimistiche possano sembrare le premesse, abbiamo a che fare con un esperimento. E da questo punto di vista dobbiamo rimanere realistici”, afferma Dan Dungaciu, aggiungendo che, per quanto riguarda gli sviluppi, la situazione sembra positiva, perché non c’è mai stata una maggioranza così solida e completa dei pro-europei.”