Moldova: elezioni, maggioranza filo-europea nel Parlamento di Chişinău
Vittoria categorica del partito presidenziale e filo-occidentale Azione e Solidarietà (PAS) alle elezioni politiche anticipate svoltesi ieri in Moldova. A quasi tutti i seggi scrutinati, il PAS, fondato dalla presidente Maia Sandu, ha raccolto oltre la metà dei voti. Arriva secondo, con circa un quarto dei consensi, il Blocco Elettorale dei Comunisti e dei Socialisti (BECS), guidato da ex capi filorussi dello stato – il comunista Vladimir Voronin e il socialista Igor Dodon. Nel nuovo Parlamento entra anche il partito populista del sulfureo oligarca latitante Ilan Șor, protagonista di parecchi e pesanti dossier di corruzione, già condannato in primo grado a sei anni di reclusione.
Bogdan Matei, 12.07.2021, 11:49
Vittoria categorica del partito presidenziale e filo-occidentale Azione e Solidarietà (PAS) alle elezioni politiche anticipate svoltesi ieri in Moldova. A quasi tutti i seggi scrutinati, il PAS, fondato dalla presidente Maia Sandu, ha raccolto oltre la metà dei voti. Arriva secondo, con circa un quarto dei consensi, il Blocco Elettorale dei Comunisti e dei Socialisti (BECS), guidato da ex capi filorussi dello stato – il comunista Vladimir Voronin e il socialista Igor Dodon. Nel nuovo Parlamento entra anche il partito populista del sulfureo oligarca latitante Ilan Șor, protagonista di parecchi e pesanti dossier di corruzione, già condannato in primo grado a sei anni di reclusione.
Nessuna delle altre circa 20 liste di candidati riesce a superare la soglia di sbarramento. Inferiore ad un punto percentuale il numero di voti ottenuti dalle due formazioni che promuovono apertamente la riunificazione con la Romania – il Partito dell’Unità Nazionale (PUN) e l’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), franchising dell’omonima formazione nazionalista all’opposizione nel Parlamento di Bucarest.
I commentatori osservano che, secondo il più recente sondaggio, il tasso degli unionisti in Moldova si riconferma ad oltre il 40%, ma anche loro hanno fatto l’opzione per il partito presidenziale. Il 28 aprile, la presidente Maia Sandu annunciava di aver firmato il decreto di scioglimento del Parlamento, dominato dalla sinistra filorussa e incapace di insediare un governo, e convocava elezioni politiche anticipate per l’11 luglio. I commentatori spiegano che l’obiettivo della presidente è stato quello di esaurire le procedure costituzionali per poter sciogliere quanto presto il precedente legislativo, ritenuto il più corrotto nella storia di tre decenni della repubblica indipendente.
Eletta presidente lo scorso autunno, grazie ad un programma orientato verso l’Unione Europea, Maia Sandu ha accusato ripetutamente gli ex deputati di voler sabotare la sua autorità e si è pronunciata per la convocazione delle anticipate, per ottenere l’appoggio del Parlamento nella lotta alla corruzione e alla pandemia di coronavirus. Dopo l’esito senza precedenti raggiunto da un partito di destra, partner del Partito Nazionale Liberale, che fa parte della squadra di governo in Romania, e dei Popolari Europei, la presidente avrà finalmente tutte le leve dell’autorità.
Maia Sandu ha ottimi rapporti con Bucarest, che, oltre alle consistenti forniture di equipaggiamenti sanitari, ha inviato in Moldova mezzo milione di dosi di vaccini anti-COVID-19. Le porte sono aperte a Maia Sandu anche a Bruxelles, Parigi o Berlino. Tuttavia, presiede uno dei più poveri stati del continente, lacerato dalla corruzione e minato dal separatismo filorusso della Transnistria (est), cosicchè la vittoria comporta un enorme onere al suo mandato, il cui percorso difficile inizia appena d’ora in avanti.