Sondaggio: sviluppi in Romania
Solo un quarto dei romeni afferma che le cose stiano andando nella giusta direzione in Romania, mentre oltre il 68% è del parere che la direzione sia sbagliata. È una delle conclusioni di un sondaggio demoscopico intitolato “La sfiducia pubblica: Ovest vs. Est, l’ascensione della corrente nazionalista nell’epoca della disinformazione e delle fake news”, condotto da INSCOP Research, nel periodo 1-15 giugno. Due mesi fa, a marzo, la percentuale delle persone scontente dell’andamento delle cose in Romania era maggiore del 2%.
Daniela Budu, 28.06.2021, 13:49
Solo un quarto dei romeni afferma che le cose stiano andando nella giusta direzione in Romania, mentre oltre il 68% è del parere che la direzione sia sbagliata. È una delle conclusioni di un sondaggio demoscopico intitolato “La sfiducia pubblica: Ovest vs. Est, l’ascensione della corrente nazionalista nell’epoca della disinformazione e delle fake news”, condotto da INSCOP Research, nel periodo 1-15 giugno. Due mesi fa, a marzo, la percentuale delle persone scontente dell’andamento delle cose in Romania era maggiore del 2%.
D’altra parte, secondo il sondaggio, al momento, più dell’80% dei romeni è del parere che siano considerati “cittadini di seconda mano” in Europa, mentre solo il 15% è contrario a tale affermazione. Alla domanda sul principale motivo per cui i romeni sono visti in questo modo, la maggior parte delle persone intervistate ha indicato l’atteggiamento inadeguato di alcuni romeni che hanno vissuto o vivono all’estero e solo poco più di un quarto ha dato la colpa all’atteggiamento di superiorità dei cittadini di altri stati europei. Tuttavia, alla domanda sul Paese in cui preferirebbero lavorare o studiare per un periodo più lungo, quasi la metà ha dichiarato che non vorrebbe lasciare il Paese, mentre il 42% ha optato per un Paese occidentale e solo una piccola percentuale per uno dell’Est, come la Russia o la Cina. Nel contesto, due terzi hanno affermato che preferiscono i diritti e le libertà di tipo occidentale ai valori tradizionali promossi dalla Russia. Inoltre, le persone intervistate ritengono che i diritti e le libertà delle persone siano meglio osservati negli USA e nell’UE e in minor misura in Russia e Cina.
D’altra parte, oltre la metà dei romeni ha affermato che l’adesione del Paese all’UE abbia portato piuttosto vantaggi, mentre circa un terzo ha notato più svantaggi. Due mesi fa, a marzo, una percentuale più alta considerava che l’adesione all’Unione sia stata benefica alla Romania. Quanto alla posizione nei confronti dell’Alleanza Nord Atlantica, due terzi delle persone intervistate hanno dichiarato di preferire che la Romania sia membro della NATO, perché in questo modo sarà meglio difesa dal punto di vista militare. Meno di un terzo preferisce che il Paese sia neutro, perché così nessuno lo attaccherà. Quasi tre quarti dei romeni considerano che l’esistenza di basi militari americane in Romania sia d’aiuto per la difesa del Paese nell’eventualità di un’aggressione esterna, mentre il 20% non concorda con quest’affermazione. Quanto alla fiducia, lo studio rileva che i romeni si fidano di più della NATO e dell’UE, poi della Germania, USA, Russia e Cina, ma le percentuali sono diverse rispetto al mese di marzo, quando al primo posto si piazzava la Germania, seguita dall’UE e dalla NATO. Angela Merkel, Joe Biden e Vladimir Putin sono i leader internazionali che godono di maggiore fiducia tra i romeni.