Schengen: prospettive per l’adesione della Romania
La Commissione Europea ha chiesto ieri al Consiglio di dare luce verde “quanto prima” all’adesione di Romania, Bulgaria e Croazia allo spazio di libera circolazione Schengen. La Commissione ha presentato una strategia per il consolidamento dei confini esterni dell’area Schengen e per evitare i controlli introdotti da più Paesi all’interno di questa zona a cominciare dal 2015 e accentuati dalla pandemia. Tutti gli stati membri dell’UE hanno l’obbligo di far parte dell’Area Schengen, quando adempiono ai criteri necessari. Al momento, abbiamo tre Paesi che riuniscono le condizioni e ci aspettiamo che siano accolti in quest’area. Auspichiamo che una decisione in tal senso sia presa quanto prima dal Consiglio, di modo che Bulgaria, Romania e Croazia diventino membri a pieno titoloˮ, ha affermato Ylva Johansson, commissario agli affari interni.
Leyla Cheamil, 03.06.2021, 11:58
Membri dell’UE dal 2007, la Romania e la confinante Bulgaria avrebbero dovuto aderirne a marzo 2011, se non se ne fossero opposti alcuni stati secondo i quali nei due Paesi c’erano mancanze nella giustizia e la corruzione rappresentava un problema. Il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, ha affermato che l’adesione all’Area Schengen resta un obiettivo politico importante per Bucarest, sebbene la crisi sanitaria abbia intaccato parecchio questa zona: “Quanto all’Area Schengen, nel contesto della crisi sanitaria e delle misure prese da alcuni stati membri, la funzionalità dello spazio di libera circolazione è stata, ovviamente, molto danneggiata. Tuttavia, l’adesione a Schengen resta un obiettivo politico importante per la Romania ed è parte dell’impegno che il nostro Paese si è assunto tramite il Trattato di Adesione all’Unione Europea. La Romania adempie ai criteri necessari da oltre 10 anni ed è un esempio nel garantire la sicurezza nell’UE. Speriamo che i nostri sforzi costanti siano presto riconosciuti e che sia trovata quanto prima una soluzione per portare a compimento questo processo.ˮ
Per rafforzare i controlli ai confini esterni della zona di libera circolazione, l’Unione Europea si basa sul nuovo contingente permanente della FRONTEX, che dovrebbe arrivare entro il 2027 a 10.000 dipendenti della polizia di confine e della guardia costiera. In più, entro il 2023, l’UE dovrebbe rendere completamente interoperabili i sistemi informativi per la registrazione degli arrivi e delle partenze nell’Area Schengen. La Commissione Europea ha proposto, tra l’altro, nell’ambito della riforma del sistema di asilo nell’UE, una procedura di registrazione degli arrivi dei migranti. L’Area Schengen riunisce 26 Paesi con un numero totale di 420 milioni di abitanti, di cui 22 stati membri UE e 4 stati associati – Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein.