Moldova: verso elezioni politiche anticipate
La presidente della Moldova, Maia Sandu, ha firmato, ieri, il decreto sullo scioglimento del Parlamento e ha indetto elezioni politiche anticipate l’11 luglio prossimo. Tale fatto è stato reso possibile dopo che i magistrati della Corte Costituzionale hanno dichiarato non conforme alla legge fondamentale lo stato di emergenza, durante il quale il Parlamento non avrebbe potuto essere sciolto. Tramite questa decisione abbiamo dato la possibilità ai cittadini di eleggere un nuovo parlamento, che serva gli interessi del Paese e della gente. Ora il potere è nelle mani del popolo. Confido che i nostri cittadini sceglieranno la via corretta per la creazione di uno stato sviluppato e democratico, in cui la popolazione viva in pace e benessere”, ha affermato Maia Sandu.
Ştefan Stoica, 29.04.2021, 12:10
La presidente della Moldova, Maia Sandu, ha firmato, ieri, il decreto sullo scioglimento del Parlamento e ha indetto elezioni politiche anticipate l’11 luglio prossimo. Tale fatto è stato reso possibile dopo che i magistrati della Corte Costituzionale hanno dichiarato non conforme alla legge fondamentale lo stato di emergenza, durante il quale il Parlamento non avrebbe potuto essere sciolto. Tramite questa decisione abbiamo dato la possibilità ai cittadini di eleggere un nuovo parlamento, che serva gli interessi del Paese e della gente. Ora il potere è nelle mani del popolo. Confido che i nostri cittadini sceglieranno la via corretta per la creazione di uno stato sviluppato e democratico, in cui la popolazione viva in pace e benessere”, ha affermato Maia Sandu.
Le elezioni anticipate sono la soluzione per superare l’impasse politico attraversato dal piccolo stato confinante con la Romania, con popolazione a maggioranza romena. Con un’agenda riformista ambiziosa, dominata da obiettivi come il contrasto della corruzione, l’ammodernamento delle istituzioni e l’avvicinamento all’UE, Maia Sandu si è scontrata, sin dall’inizio del suo mandato, con l’ostilità della maggioranza parlamentare creata attorno ai socialisti dell’ex presidente pro-russo Igor Dodon. Nel loro tentativo di bloccare le elezioni anticipate, Dodon e i suoi alleati hanno provato, senza successo, di sostituire i membri della Corte Costituzionale. Le istituzioni europee e il Dipartimento di Stato americano hanno espresso preoccupazione per le azioni della maggioranza pro-russa, definendole attacchi contro la Corte e contro lo stato di diritto.
Prima dell’annuncio fatto da Maia Sandu, Dodon aveva lanciato nuovi attacchi contro la Corte Costituzionale, affermando che si è trasformata in uno strumento politico nelle mani di alcuni politici usurpatori. Quanto ai suoi avversari politici, Dodon li considera le marionette dell’Occidente. Sponsor politico di Dodon, la Russia lamenta ciò che ritiene un’intromissione diretta degli USA e dell’UE negli affari interni della Moldova, esortandoli ad astenersi.
Il golpe anticostituzionale di Chişinău è stato condannato subito e con fermezza anche a Bucarest. L’azione nel Parlamento di Chişinău dimostra l’importanza che va concessa anche nel prossimo periodo allo stato di diritto in Moldova e l’importanza di evitare qualsiasi decisione che potesse mettere in dubbio lo stato di diritto, ha affermato il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu. Dal canto suo, la Corte Costituzionale della Romania ha trasmesso che disapprova gli attacchi congiunti alla Corte Costituzionale della Moldova e la crisi costituzionale creata in questo Paese. Esortare all’inosservanza delle decisioni della Corte Costituzionale, equivale senza dubbio all’istigazione all’inosservanza della legge, dello stato di diritto, alla cancellazione dell’essenza della democrazia”, ritiene la CCR.