Coronavirus: Romania, restrizioni e quarantena in grandi città
Riaperti solo poco più di un mese fa, gli spazi interni di ristoranti, caffetterie e bar di Bucarest hanno chiuso nuovamente i battenti per i prossimi 14 giorni, nonostante i numerosi appelli delle imprese del settore. Il Comitato Municipale per le Situazioni di Emergenza ha preso la decisione in seguito alla salita dell’incidenza di tre contagi per ogni mille abitanti negli ultimi giorni.
România Internațional, 08.03.2021, 12:41
Riaperti solo poco più di un mese fa, gli spazi interni di ristoranti, caffetterie e bar di Bucarest hanno chiuso nuovamente i battenti per i prossimi 14 giorni, nonostante i numerosi appelli delle imprese del settore. Il Comitato Municipale per le Situazioni di Emergenza ha preso la decisione in seguito alla salita dell’incidenza di tre contagi per ogni mille abitanti negli ultimi giorni.
Queste attività sono vietate negli spazi interni. Sono permesse solo all’aperto, su una terrazza coperta e con un’unica parete, mantenendo il distanziamento di due metri tra i tavoli. Ovviamente, allo stesso tavolo si possono sedere solo sei persone, se appartengono a nuclei familiari diversi. Le attività nei bar, club e discoteche è ugualmente vietata, spiega la portavoce della Prefettura di Bucarest, Mariana Stancu.
A differenza delle restrizioni applicate nel passato nello scenario rosso, ora i bambini di età prescolare e gli alunni delle elementari proseguiranno le lezioni in presenza, mentre per quelli dell’ottava, che devono sostenere i test nazionali, come anche per i maturandi, sarà applicato il sistema misto, con metà in classe e metà in dad. Sempre da oggi a Bucarest sono chiusi i cinema, le sale spettacoli e concerti, e sono vietate le attività culturali all’aperto.
D’altra parte, la città di Timisoara, dove il tasso ha superato di gran lunga i sei contagi per ogni mille abitanti, come anche alcune località della provincia di Timis, sono da oggi in quarantena per 14 giorni. Gli spostamenti notturni sono possibili solo in base al modulo di autocertificazione per motivi giustificati e alla tessera di lavoro. In tutte queste località, torna anche la didattica a distanza. I negozi funzionano a orario ridotto, fatta eccezione per le farmacie e i distributori di benzina, mentre i servizi religiosi si tengono solo all’aperto. A differenza della Capitale, sono chiusi ache i ristoranti all’aperto.
Il prefetto della provincia di Timis, Nemeth Laszlo, spiega che la quarantena è stata istituita come ultima soluzione, dal momento che Timisoara è già da diverse settimane in zona rossa. Praticamente, siamo arrivati al punto in cui i posti letto nelle terapie intensive sono esauriti. Al momento, Timisoara sta cercando posti in altre province o località per inviare i pazienti, una situazione mai vista finora. La città registra il più elevato tasso di contagio nel Paese. La curva epidemiologia è in salita da metà gennaio e non cessa, ha detto il prefetto della provincia di Timis.
Dal canto suo, il sindaco di Timisoara, Dominic Fritz, richiama l’attenzione che l’inosservanza delle misure lederà tutti, sia tramite una proroga della quarantena che tramite la perdita di vite umane. Scontente delle nuove restrizioni imposte dalle autorità e dal disegno di legge sulla vaccinazione obbligatoria, al momento al dibattito del Parlamento, centinaia di persone hanno protestato ieri nella Capitale e a Timisoara. Proteste minori anche a Oradea e Sibiu.