Giustizia: Romania, sentenze in fascicoli clamorosi
Già dal 2009, dalle presidenziali che portavano a Traian Băsescu il secondo mandato, erano sorti degli interrogativi sulla correttezza della campagna elettorale e della votazione, ma una risposta chiara non era arrivata. Dopo tanti anni, la giustizia romena ha pronunciato ieri sentenze pesanti di condanna a reclusione in un fascicolo legato al finanziamento della campagna elettorale dellex presidente di centro-destra. Le “protagoniste sono lex ministra dello Sviluppo, Elena Udrea, stretta collaboratrice dellex capo dello stato e responsabile informale della sua campagna presidenziale, e la figlia maggiore Ioana Băsescu, notaio pubblico. Elena Udrea è stata condannata a 8 anni di carcere, mentre Ioana Băsescu a 5, per riciclaggio di denaro e istigazione alla corruzione.
Roxana Vasile, 03.03.2021, 11:50
Le indagini dei procuratori anticorruzione hanno portato alla luce atti di abuso di potere, frode e assegnazione di contratti pubblici in cambio a tangenti per il finanziamento della campagna presidenziale. In tal modo sarebbero stati ottenuti circa 1,6 milioni di lei (pari a oltre 300.000 euro). Le due hanno sempre smentito le accuse. Ieri, lex ministra dello Sviluppo si è detta profondamente sconvolta per la sentenza che ritiene ingiusta: non ho ammazzato nessuno, non ho stuprato nessuno, non sono scappata a casa con i soldi! – ha detto Elena Udrea. La sentenza non è però definitiva, quindi può essere contestata. Una volta la motivazione sarà redatta dettagliatamente, la pratica andrà allAlta Corte di Cassazione e Giustizia, alla quale spetta la decisione finale.
Un altro fascicolo esaminato dalla Giustizia non ha avuto però lo stesso esito. Si tratta di quello sulle proteste del 10 agosto 2018 a Bucarest, contro il Governo PSD dellepoca. Tramite una sentenza definitiva, il Tribunale di Bucarest ha respinto la richiesta della Procura Antimafia – DIICOT relativa al riavvio dell’inchiesta penale e il caso è stato chiuso, perciò gli allora capi della Gendarmeria non saranno sottoposti a inchiesta penale per lintervento contro i manifestanti, considerato da molti sproporzionato. Inizialmente, lo scorso giugno, la DIICOT aveva chiuso il fascicolo sulle proteste del 10 agosto – sia la parte in cui erano indagati i capi della Gendarmeria, che la segnalazione relativa a un tentativo di colpo di stato. Successivamente, lex procuratore-capo della DIICOT ha smentito parzialmente la soluzione di chiusura del caso e ha disposto la riapertura delle inchieste penali solo nel caso degli ex capi dei gendarmi. Adesso, dopo la decisione presa ieri del Tribunale di Bucarest, i rappresentanti scontenti di alcune associazioni civiche annunciano che faranno causa alla Romania alla CEDU.