UE: vaccini e viaggi, vertice in videoconferenza
Il presidente romeno Klaus Iohannis ha partecipato al vertice in videoconferenza dei capi di stato e di governo dell’UE, che si sono pronunciati per il mantenimento di restrizioni rigorose anti-Covid-19 e per l’acceleramento della vaccinazione, al fine di fermare il diffondersi dei nuovi ceppi del coronavirus. Sullo sfondo delle minacce rappresentate dalle mutazioni britannica e sud-africana, le campagne vaccinali nazionali sono messe in difficoltà dai ritardi nella consegna dei vaccini. Perciò, la Commissione Europea ha promesso, tra l’altro, un maggiore numero di dosi nel secondo trimestre, aumenti delle forniture dai laboratori Pfizer/BioNTech e Moderna, nonché l’autorizzazione del vaccino Johnson&Johnson. Di conseguenza, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, si è detta fiduciosa che entro la fine dell’estate sarà vaccinato il 70% della popolazione dell’Unione, cioè 225 milioni di persone.
Inoltre, i capi di stato e di governo hanno concordato che, per il momento, i viaggi non essenziali vadano limitati, però con la garanzia il flusso di beni e servizi nel mercato unico, anche attraverso l’uso dei corridoi verdi. Inizialmente, i 27 stati membri avevano promesso restrizioni proporzionali e non discriminatorie. Però i nuovi ceppi del virus hanno cambiato la situazione, per cui circa 10 Paesi hanno imposto nuove condizioni per l’ingresso sul loro territorio. Al summit, la Commissione ha sollecitato a sei stati, tra cui la Germania e il Belgio, di offrire spiegazioni sulle misure che l’Esecutivo comunitario considera sproporzionate.
I leader dell’UE non sono però riusciti a superare i disaccordi in merito alla creazione di un futuro passaporto vaccinale. Da una parte, continuano ad esistere dubbi scientifici, ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sottolineando che al momento non è certo che una persona vaccinata non possa trasmettere il virus. D’altra parte, come dichiarava il presidente francese, Emmanuel Macron, un simile documento non dovrebbe aprire la strada alla concessione di diritti specifici alle persone vaccinate, tanto più che finora il numero delle persone immunizzate è assai basso. Ci sono, invece, stati come la Grecia o il Cipro, dipendenti dal turismo, che sostengono l’introduzione del passaporto vaccinale, anche in vista della prossima stagione estiva. Alla fine, i 27 stati membri hanno affidato alla Commissione Europea il compito di elaborare le condizioni tecniche di un passaporto del genere, iniziativa che richiederà almeno tre mesi.
Roxana Vasile, 26.02.2021, 11:00
Il presidente romeno Klaus Iohannis ha partecipato al vertice in videoconferenza dei capi di stato e di governo dell’UE, che si sono pronunciati per il mantenimento di restrizioni rigorose anti-Covid-19 e per l’acceleramento della vaccinazione, al fine di fermare il diffondersi dei nuovi ceppi del coronavirus. Sullo sfondo delle minacce rappresentate dalle mutazioni britannica e sud-africana, le campagne vaccinali nazionali sono messe in difficoltà dai ritardi nella consegna dei vaccini. Perciò, la Commissione Europea ha promesso, tra l’altro, un maggiore numero di dosi nel secondo trimestre, aumenti delle forniture dai laboratori Pfizer/BioNTech e Moderna, nonché l’autorizzazione del vaccino Johnson&Johnson. Di conseguenza, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, si è detta fiduciosa che entro la fine dell’estate sarà vaccinato il 70% della popolazione dell’Unione, cioè 225 milioni di persone.
Inoltre, i capi di stato e di governo hanno concordato che, per il momento, i viaggi non essenziali vadano limitati, però con la garanzia il flusso di beni e servizi nel mercato unico, anche attraverso l’uso dei corridoi verdi. Inizialmente, i 27 stati membri avevano promesso restrizioni proporzionali e non discriminatorie. Però i nuovi ceppi del virus hanno cambiato la situazione, per cui circa 10 Paesi hanno imposto nuove condizioni per l’ingresso sul loro territorio. Al summit, la Commissione ha sollecitato a sei stati, tra cui la Germania e il Belgio, di offrire spiegazioni sulle misure che l’Esecutivo comunitario considera sproporzionate.
I leader dell’UE non sono però riusciti a superare i disaccordi in merito alla creazione di un futuro passaporto vaccinale. Da una parte, continuano ad esistere dubbi scientifici, ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sottolineando che al momento non è certo che una persona vaccinata non possa trasmettere il virus. D’altra parte, come dichiarava il presidente francese, Emmanuel Macron, un simile documento non dovrebbe aprire la strada alla concessione di diritti specifici alle persone vaccinate, tanto più che finora il numero delle persone immunizzate è assai basso. Ci sono, invece, stati come la Grecia o il Cipro, dipendenti dal turismo, che sostengono l’introduzione del passaporto vaccinale, anche in vista della prossima stagione estiva. Alla fine, i 27 stati membri hanno affidato alla Commissione Europea il compito di elaborare le condizioni tecniche di un passaporto del genere, iniziativa che richiederà almeno tre mesi.