Proteste minatori: raggiunta intesa con Governo su arretrati salariali
I minatori della Valle del Jiu, il maggiore bacino carbonifero in Romania, collocato nel centro-ovest del Paese, hanno cessato le proteste dopo parecchi giorni passati nei sotterranei, in seguito alla decisione adottata dalle autorità, che consente il pagamento degli stipendi arretrati anche per le società insolventi, come il Complesso Energetico Hunedoara, in una situazione critica da oltre un anno. In base a questa decisione, i minatori riceveranno i soldi per l’ultimo mese e una parte delle somme restanti per i buoni pasto e trasporto.
Mihai Pelin, 24.02.2021, 12:12
I minatori della Valle del Jiu, il maggiore bacino carbonifero in Romania, collocato nel centro-ovest del Paese, hanno cessato le proteste dopo parecchi giorni passati nei sotterranei, in seguito alla decisione adottata dalle autorità, che consente il pagamento degli stipendi arretrati anche per le società insolventi, come il Complesso Energetico Hunedoara, in una situazione critica da oltre un anno. In base a questa decisione, i minatori riceveranno i soldi per l’ultimo mese e una parte delle somme restanti per i buoni pasto e trasporto.
I quasi 70 minatori hanno cessato le proteste dopo che uno dei leader sindacali è sceso nei sotterranei per far vedere il documento firmato dalle autorità. Dopo i giorni passati nelle gallerie, alcuni necessitano di assistenza medica. Uno di loro è rimasto sottoterra anche nel suo ultimo giorno lavorativo prima di andare in pensione. I protestatari spiegano che, al di là della soluzione momentanea dei problemi, resta acuta la mancanza di materiali ed quipaggiamenti necessari al lavoro nei sotterranei, che richiede assolutamente investimenti.
La soluzione raggiunta durante i negoziati svoltisi a Bucarest copre i salari dei minatori per i prossimi tre mesi, periodo in cui il Complesso Energetico dovrà riorganizzarsi e presentare un piano funzionale a lungo termine. La pratica, in corso dallo scorso anno, è ora in fase finale e potrebbe essere ultimata entro un mese e mezzo, spiega il ministro dell’Energia, Virgil Popescu, aggiungendo che la durata è stata generata dalla burocrazia giuridica durante la procedura di insolvenza. Virgil Popescu puntualizza che, praticamente, l’azienda scarseggia di fondi e la produzione di carbone estratto non è in grado di coprire tutte le spese.
Da parecchio tempo in insolvenza, il Complesso Energetico Hunedoara ha beneficiato ultimamente di aiuti di stato, ed è stato tenuto artificialmente in vita nonostante le ingenti perdite. La compagnia è arrivata all’incapacità di pagare i salari poichè da gennaio non riceve più la sovvenzione per la miniera di Lonea, inclusa nel programma di chiusura, e neanche soldi per i servizi del sistema.
Nel 2018, la Commissione Europea ha constatato che il Complesso Energetico Hunedoara ha ricevuto dallo Stato romeno un aiuto incompatibile di circa 60 milioni di euro, attraverso quattro prestiti finanziati da fondi pubblici. Stando alla Commissione, la Romania deve recuperare ora l’aiuto illegale e gli interessi afferenti. Nel 2019, nonostante le osservazioni della Commissione, il Governo di Bucarest ha deciso di concedere un nuovo aiuto di stato, cancellando i debiti. Ma questo decreto adottato con la procedura d’urgenza non è stato finora applicato.