Moldova: situazione politica ancora complicata
La vittoria di Maia Sandu alle elezioni presidenziali svoltesi lo scorso anno ha riaperto il percorso europeo del piccolo stato ex sovietico, a maggioranza romenofono, che confina con la Romania. I primi gesti e azioni della nuova leader, tra cui l’incontro a Chişinău con il presidente romeno, Klaus Iohannis, hanno confermato i suoi intenti di ripristinare i legami con Bucarest e Bruxelles, praticamente sospesi durante la precedente amministrazione socialista.
Ştefan Stoica, 24.02.2021, 12:02
La vittoria di Maia Sandu alle elezioni presidenziali svoltesi lo scorso anno ha riaperto il percorso europeo del piccolo stato ex sovietico, a maggioranza romenofono, che confina con la Romania. I primi gesti e azioni della nuova leader, tra cui l’incontro a Chişinău con il presidente romeno, Klaus Iohannis, hanno confermato i suoi intenti di ripristinare i legami con Bucarest e Bruxelles, praticamente sospesi durante la precedente amministrazione socialista.
Tuttavia, l’entusiasmo generato dalla sua elezione è stato temperato dalle analisi che indicavano, a fronte di un Parlamento ostile e di poteri costituzionali limitati, le difficoltà se non addirittura l’impossibilità di Maia Sandu di riuscire nel suo iter riformista. La soluzione verrebbe dalle elezioni anticipate, seguite dall’insediamento di un Governo che sia il suo partner, scenario che appare improbabile al momento.
Ieri, la Corte Costituzionale della Moldova ha dichiarato non conforme alle legge fondamentale il decreto tramite cui Maia Sandu ha incaricato sempre Natalia Gavriliţă a formare il nuovo Governo. La Corte ha inoltre sollecitato ai gruppi parlamentari e alla Presidenza di avviare nuove consultazioni per incaricare un primo ministro, soprattutto perchè Maia Sandu non ha affidato il compito a un candidato appoggiato da una maggioranza.
L’11 febbraio, in seguito alle consultazioni con i gruppi parlamentari, Maia Sandu riproponeva sempre Natalia Gavriliţă, già bocciata alla premiership, spingendo praticamente per le elezioni politiche anticipate. In seguito alla decisione della Corte, Maia Sandu ha paragonato l’attuale situazione in Moldova con quella che si era vista alla fine del 2015, quando l’ex leader democratico, Vlad Plahotniuc, si era creato una maggioranza parlamentare a lui vicina e il presidente Nicolae Timofti è stato costretto a incaricare alla premiership un candidato di questa maggioranza.
Maia Sandu continua a pronunciarsi per le anticipate e ha chiesto ai deputati che non sono intrappolati nei lacci mafiosi di seguire questa strada. Spiegando che nell’attuale Parlamento non esiste una maggioranza capace di sostenere la lotta alla corruzione, la presidente si è detta scettica sugli intenti dei deputati di togliere il paese dalla crisi. La loro cosiddetta maggioranza non ha nulla in comune con la salvezza del paese. Il Paese va salvato dai ladri, ha dichiarato la presidente.
Dallo schieramento opposto, il leader socialista, l’ex presidente Igor Dodon, ha accusato Maia Sandu di aver violato gravemente la Costituzione, chiedendole di emettere subito il decreto che incarica un candidato alla premiership, e ricordando che la maggioranza costruita attorno ai socialisti ha una proposta in tal senso. Altrimenti, i socialisti minacciano con proteste.
Secondo un recente sondaggio demoscopico reso pubblico a Chişinău, nelle attuali circostanze politiche il 42% degli intervistati ritiene prioritaria la formazione di un nuovo governo, mentre il 39% si pronuncia per elezioni anticipate.