Lavoro: nuove proteste sindacali
Scontenti dei provvedimenti della bozza della finanziaria e delle ordinanze che l’accompagnano, i rappresentanti dei sindacati hanno organizzato proteste — a Bucarest, davanti alle sedi del governo e dei partiti della coalizione governativa di centro-destra, ma anche davanti a più prefetture. Secondo loro, un bilancio di austerità prolungherà la crisi economica, facendo calare il tenore di vita e condannando i cittadini alla povertà.
“Lavoro decente, giustizia e dialogo sociale — è lo slogan con cui i sindacalisti affiliati alla Confederazione Nazionale Sindacale Cartel ALFA, arrivati già alla quinta settimana di proteste di piazza, hanno presidiato la sede dell’Alleanza USR-PLUS, numero due nella coalizione, per andare poi davanti alla sede del governo. I sindacalisti chiedono uno stipendio minimo decente, pensioni eque, servizi pubblici di qualità e lo sblocco dei negoziati collettivi. Sono scontenti anche a causa del congelamento degli stipendi dei pubblici dipendenti e dell’eliminazione dei buoni vacanza e affermano che questo colpirà ancora di più l’industria dell’accoglienza — un settore in cui si sono già acutizzati gli effetti delle restrizioni imposte nel contesto sanitario.
“La Romania è in crisi economica. Non c’è bisogno di aggiungerne misure di austerità, perché non faranno altro che peggiorare la situazione. Sembra che il Governo non lo capisca. Con le nostre proteste, auspichiamo di sensibilizzare i ministri e il Governo, affinché propongano politiche per lo sviluppo, perché mancano nell’attuale contesto di crisi”, ha dichiarato il segretario generale del Cartel Alfa, Petru Dandea.
I rappresentanti della Federazione Solidarietà Sanitaria hanno espresso le loro scontentezze davanti alla sede centrale del PNL, il principale partito della coalizione governativa, poi davanti alla sede dell’esecutivo. Hanno sollecitato l’aumento dei fondi stanziati a questo settore, l’osservanza dei diritti legali e misure di tutela per i lavoratori del sistema sanitario, ricordando che i rischi sono maggiori di prima della pandemia, che loro rischiano ogni giorno le proprie vite e che non godono più delle stesse indennità.
Anche la Federazione PUBLISIND, affiliata al Blocco Nazionale Sindacale, di cui fanno parte dipendenti della polizia, della pubblica amministrazione, assistenza sociale, finanze e controllo finanziario, hanno gridato le loro scontentezze cercando di convincere il Governo di non applicare misure che congelino e diminuiscano gli stipendi dei pubblici dipendenti. “E’ la settima settimana di proteste. Protestiamo per la mancata applicazione della legge, perché la Romania è ormai governata tramite ordinanze d’urgenza e abbiamo visto anche alla fine dell’anno che il Governo ha emesso quest’ordinanza d’urgenza tramite cui non intende più applicare la Legge sulla retribuzione del 2017, che aveva lo scopo di eliminare le iniquità, le discriminazioni e le anomalie del sistema” ha dichiarato il leader sindacale Cosmin Andreica.
Davanti alla sede del governo hanno protestato anche i lavoratori delle ferrovie, scontenti della mancanza d’investimenti nell’infrastruttura ferroviaria e degli stipendi che ricevono. Loro affermano che il personale delle ferrovie è invecchiato e diminuito parecchio negli ultimi anni, mentre le ferrovie sono arrivate in una zona rossa e stanno per bloccarsi a causa degli investimenti quasi inesistenti negli ultimi 30 anni.
Corina Cristea, 18.02.2021, 11:39
Scontenti dei provvedimenti della bozza della finanziaria e delle ordinanze che l’accompagnano, i rappresentanti dei sindacati hanno organizzato proteste — a Bucarest, davanti alle sedi del governo e dei partiti della coalizione governativa di centro-destra, ma anche davanti a più prefetture. Secondo loro, un bilancio di austerità prolungherà la crisi economica, facendo calare il tenore di vita e condannando i cittadini alla povertà.
“Lavoro decente, giustizia e dialogo sociale — è lo slogan con cui i sindacalisti affiliati alla Confederazione Nazionale Sindacale Cartel ALFA, arrivati già alla quinta settimana di proteste di piazza, hanno presidiato la sede dell’Alleanza USR-PLUS, numero due nella coalizione, per andare poi davanti alla sede del governo. I sindacalisti chiedono uno stipendio minimo decente, pensioni eque, servizi pubblici di qualità e lo sblocco dei negoziati collettivi. Sono scontenti anche a causa del congelamento degli stipendi dei pubblici dipendenti e dell’eliminazione dei buoni vacanza e affermano che questo colpirà ancora di più l’industria dell’accoglienza — un settore in cui si sono già acutizzati gli effetti delle restrizioni imposte nel contesto sanitario.
“La Romania è in crisi economica. Non c’è bisogno di aggiungerne misure di austerità, perché non faranno altro che peggiorare la situazione. Sembra che il Governo non lo capisca. Con le nostre proteste, auspichiamo di sensibilizzare i ministri e il Governo, affinché propongano politiche per lo sviluppo, perché mancano nell’attuale contesto di crisi”, ha dichiarato il segretario generale del Cartel Alfa, Petru Dandea.
I rappresentanti della Federazione Solidarietà Sanitaria hanno espresso le loro scontentezze davanti alla sede centrale del PNL, il principale partito della coalizione governativa, poi davanti alla sede dell’esecutivo. Hanno sollecitato l’aumento dei fondi stanziati a questo settore, l’osservanza dei diritti legali e misure di tutela per i lavoratori del sistema sanitario, ricordando che i rischi sono maggiori di prima della pandemia, che loro rischiano ogni giorno le proprie vite e che non godono più delle stesse indennità.
Anche la Federazione PUBLISIND, affiliata al Blocco Nazionale Sindacale, di cui fanno parte dipendenti della polizia, della pubblica amministrazione, assistenza sociale, finanze e controllo finanziario, hanno gridato le loro scontentezze cercando di convincere il Governo di non applicare misure che congelino e diminuiscano gli stipendi dei pubblici dipendenti. “E’ la settima settimana di proteste. Protestiamo per la mancata applicazione della legge, perché la Romania è ormai governata tramite ordinanze d’urgenza e abbiamo visto anche alla fine dell’anno che il Governo ha emesso quest’ordinanza d’urgenza tramite cui non intende più applicare la Legge sulla retribuzione del 2017, che aveva lo scopo di eliminare le iniquità, le discriminazioni e le anomalie del sistema” ha dichiarato il leader sindacale Cosmin Andreica.
Davanti alla sede del governo hanno protestato anche i lavoratori delle ferrovie, scontenti della mancanza d’investimenti nell’infrastruttura ferroviaria e degli stipendi che ricevono. Loro affermano che il personale delle ferrovie è invecchiato e diminuito parecchio negli ultimi anni, mentre le ferrovie sono arrivate in una zona rossa e stanno per bloccarsi a causa degli investimenti quasi inesistenti negli ultimi 30 anni.