UE: ok dall’Eurocamera al dispositivo ripresa e resilienza
Il Parlamento Europeo ha adottato il dispositivo di ripresa e resilienza per un valore di 672,5 miliardi di euro, che finanzierà misure nazionali volte ad attenuare le conseguenze economiche e sociali della pandemia di COVID-19. Il meccanismo potrebbe entrare in vigore nella seconda metà di febbraio e gli stati membri sono tenuti a stabilire i piani nazionali di ripresa in base ai quali avranno accesso ai fondi stanziati. Il 13% delle somme sarà disponibile subito, mentre il 70% va contrattato entro la fine dell’anno prossimo. “Sconfiggere il virus grazie ai vaccini è essenziale. Ma dobbiamo anche aiutare i cittadini, le imprese e le comunità a uscire dalla crisi economica”, ha sottolineato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Eugen Coroianu, 11.02.2021, 12:05
Il Parlamento Europeo ha adottato il dispositivo di ripresa e resilienza per un valore di 672,5 miliardi di euro, che finanzierà misure nazionali volte ad attenuare le conseguenze economiche e sociali della pandemia di COVID-19. Il meccanismo potrebbe entrare in vigore nella seconda metà di febbraio e gli stati membri sono tenuti a stabilire i piani nazionali di ripresa in base ai quali avranno accesso ai fondi stanziati. Il 13% delle somme sarà disponibile subito, mentre il 70% va contrattato entro la fine dell’anno prossimo. “Sconfiggere il virus grazie ai vaccini è essenziale. Ma dobbiamo anche aiutare i cittadini, le imprese e le comunità a uscire dalla crisi economica”, ha sottolineato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Il dispositivo è strutturato intorno a sei direzioni principali: la transizione verde; la trasformazione digitale; la coesione economica, la produttività e la competitività; la coesione sociale e territoriale; la resilienza sanitaria, economica, sociale e istituzionale; le politiche per la generazione futura. Il nuovo strumento finanziario permetterà all’Unione di raggiungere, entro il 2050, l’obiettivo relativo alla neutralità climatica e ad avanzare sulla via della transizione digitale, creando allo stesso tempo posti di lavoro e stimolando la crescita economica.
Alla Romania spettano 30,44 miliardi di euro, che potranno essere impiegati, ad esempio, nella modernizzazione o nella costruzione di ospedali, per finanziare piani per la reazione e per preparativi istituzionali in situazioni di crisi, ma anche per politiche destinate a bambini e giovani. Almeno il 37% delle somme riservate agli investimenti e alle riforme nei piani nazionali di ripresa va dedicato però agli obiettivi climatici e almeno il 20% alla transizione digitale. Un altro condizionamento importante è la sicurezza: i fondi non potranno essere investiti in reti 5G appartenenti a compagnie ritenute ostili, di Paesi che non fanno parte dell’Unione. In più, i fondi non potranno essere utilizzati per coprire deficit e spese pubbliche.
Al momento, il piano di ripresa della Romania è al dibattito pubblico e sono in corso consultazioni costanti con i rappresentanti della Commissione Europea. Il premier Florin Cîţu ha salutato il voto nel Parlamento Europeo, sottolineando che i soldi sono importanti per la ripresa dell’economia colpita dalla crisi sanitaria. “Li utilizzeremo puntando sul finanziamento degli investimenti nell’infrastruttura, digitalizzazione, economia verde e riforme strutturali. E’ nostro obiettivo portare a compimento il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, il prima possibile, nel Governo, di modo che la Romania abbia accesso quanto prima a questo finanziamento europeo”, ha precisato il primo ministro romeno.