Istruzione: Romania, tre scenari per riapertura scuole
Prendendo come modello le decisioni di molti altri stati europei, anche la Romania riaprirà le scuole a cominciare dall8 febbraio. Il Governo di Bucarest ha approvato i tre scenari secondo cui gli alunni andranno o meno alle lezioni nel secondo semestre dellanno scolastico. Da lunedì, oltre 2,4 milioni di alunni sui quasi 3 milioni andranno effettivamente a scuola – ha precisato il ministro dellIstruzione, Sorin Cîmpeanu.
Daniela Budu, 04.02.2021, 12:21
Prendendo come modello le decisioni di molti altri stati europei, anche la Romania riaprirà le scuole a cominciare dall8 febbraio. Il Governo di Bucarest ha approvato i tre scenari secondo cui gli alunni andranno o meno alle lezioni nel secondo semestre dellanno scolastico. Da lunedì, oltre 2,4 milioni di alunni sui quasi 3 milioni andranno effettivamente a scuola – ha precisato il ministro dellIstruzione, Sorin Cîmpeanu.
Lo scenario verde, giallo o rosso sarà applicato nelle diverse località, a seconda dellincidenza dei contagi: In primo luogo, andranno in classe i bambini allasilo, gli alunni delle elementari, del ginnasio e del liceo, quindi in pratica tutti, nelle località in cui lindice di contagio non supera 1 su mille. Il secondo scenario è quello in cui lindice di contagio e inferiore o uguale a 3 su mille. E parteciperanno alle lezioni gli ante-prescolari, i prescolari, le elementari, compresa la classe preparatoria, ma anche i ragazzi dellottava e della dodicesima. Il terzo scenario interessa le zone con un indice di contagio superiore a 3 su mille, ma inferiore a 6, situazione in cui si andrà solo all’asilo, e a scuola per le elementari e la classe preparatoria, ha dichiarato Sorin Cîmpeanu.
Il ministro ha precisato che laddove viene superato un indice di contagio di 6 su mille abitanti, verrà istituita la quarantena, le scuole saranno chiuse e si tornerà alla didattica online. La novità dei tre scenari è che da quello giallo scompare del tutto linsegnamento ibrido, con le classi divise in due gruppi di alunni, che alternavano le lezioni in presenza e online. Stando al ministro, questa variante è stata eliminata perché non ha dato risultati. Le esperienze nellistruzione mi hanno dimostrato che non è efficace e mi sembra sia meglio così. Uno dei motivi per cui abbiamo rinunciato alla variante ibrida è che per i docenti è impossibile occuparsi simultaneamente della metà degli alunni presenti e dellaltra metà collegata online, ha dichiarato di recente Sorin Cîmpeanu a unemittente televisiva privata. Inoltre, stando al ministro, a cominciare da questo semestre, gli alunni staranno in due nei banchi, e i separatori da scrivania in plexiglas saranno rimossi anche nelle classi con 30 alunni. Sia questi ultimi che gli insegnanti dovranno indossare le mascherine protettive e osservare le regole di igiene.
La decisione delle autorità di riaprire le scuole da lunedì è vista in modo diverso dalla classe politica. I liberali, numero uno della coalizione al governo, considerano il rientro in aula una grande prova per le amministrazioni locali e per i direttori delle scuole. LUDMR, sempre nella coalizione governativa, ha salutato la decisione precisando di aver militato già da novembre per la riapertura delle scuole. Dall’opposizione, il PSD sostiene, invece, che le scuole romene non sono preparate per la ripresa delle lezioni in presenza. Stando alla senatrice Gabriela Firea, neanche il 10% dei docenti è vaccinato e non esiste un piano sui test di massa per alunni e insegnanti.