Vaccini: impegno per accelerare l’immunizzazione
A livello mondiale c’è una lotta contro il tempo per contenere il diffondersi del coronavirus, favorito dalle nuove mutazioni che lo hanno reso ancora più contagioso. L’unico metodo riconosciuto dagli specialisti per fermare la pandemia è la vaccinazione, ma è solo all’inizio. Più sieri sono stati già approvati in diversi Paesi e regioni del mondo, mentre altri sono ancora sottoposti a test. Anche le tecnologie variano, come pure il modo di agire dei vaccini e la loro efficacia, oppure le indicazioni per lo stoccaggio e la somministrazione. Gli specialisti americani affermano però che la vaccinazione va fatta a prescindere dal tipo di vaccino disponibile in un determinato momento e sono del parere che in questo modo si evita una forma grave o letale della malattia.
Eugen Coroianu, 02.02.2021, 12:03
Le grandi compagnie farmaceutiche mondiali fanno sforzi per aumentare la produzione, la capacità essendo ancora limitata. Ad esempio, il laboratorio tedesco BioNTech, che produce assieme alla compagnia americana Pfizer il primo vaccino anti-Covid-19 approvato dall’Unione Europea, ha annunciato l’acceleramento della fornitura nello spazio comunitario, affermando che potrà fornire fino a 75 milioni di dosi in più nel secondo trimestre dell’anno. La dichiarazione è stata rafforzata dal capo della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, la quale ha affermato che BioNTech/Pfizer forniranno in tutto fino a 600 milioni di dosi nel 2021. L’Unione è stata costretta a difendere la propria strategia di vaccinazione, soprattutto in seguito ai recenti problemi apparsi nelle consegne della compagnia britannico-svedese AstraZeneca. Dopo le insistenze di Bruxelles, questa fornirà in Europa 40 milioni di dosi nel primo trimestre e, secondo le agenzie di stampa, le attese per quest’anno ammontano a 400 milioni.
Il vaccino AstraZeneca – Oxford è più facile da produrre e trasportare, perché non richiede le temperature glaciali che devono essere garantite per trasportare i sieri prodotti da Pfizer e Moderna. Le consegne nello spazio comunitario inizieranno nella seconda settimana di febbraio. Oltre a questi due sieri, l’UE conta anche su quello prodotto dalla compagnia americana Moderna — già in uso — di cui ha contrattato 160 milioni di dosi. Ursula von der Leyen ha ricordato l’obiettivo di vaccinare il 70% degli adulti dell’Unione entro l’inizio dell’autunno prossimo. La Commissione Europea ha pre-ordinato circa 2,2 miliardi di dosi. In Romania, che si piazza ai primi posti nell’UE per quanto riguarda la vaccinazione, è arrivata lunedì la settima tranche dei vaccini Pfizer/BioNTech, mentre un’altra è attesa la prossima settimana. In Romania sono disponibili anche poche dosi di vaccini Moderna. Il principale problema è, anche in Romania, il numero limitato di dosi, che ha determinato il rinvio di decine di migliaia di programmazioni. A livello mondiale, vaccini anti-Covid-19 si producono anche in Russia, Cina e India, ma non sono approvati dall’UE.