Governo: rivalutazione delle pensioni in Romania
Le divergenze sul tema delle pensioni tra maggioranza e opposizione continuano in Romania. La ministra liberale del Lavoro, Raluca Turcan, ha annunciato che le pensioni saranno ricalcolate e che il processo di rivalutazione dei dossier è stato già avviato. Secondo le stime, ci vorrà circa un anno e mezzo per l’analisi dei quasi 5 milioni di dossier. Successivamente, si potrà redigere una nuova legge sul sistema pensionistico pubblico, basata sul principio contributivo e sull’equità, afferma la ministra. “Ci sono più formule e stiamo cercando quella che sia in grado di garantire il principio contributivo e l’equità per un numero quanto maggiore di pensionati e, in ugual misura, offra sostenibilità al sistema pensionistico. Una cosa di cui non si è parlato, ed è stato scorretto nei confronti di 5 milioni di pensionati, è che la Legge 127, che prevedeva una nuova formula di calcolo delle pensioni, richiedeva, infatti, uno sforzo economico che nessun’economia che si trovasse nello stato di quella romena, anche prima della crisi economica determinata dall’emergenza sanitaria, si sarebbe permessa”, ha dichiarato Raluca Turcan.
Corina Cristea, 29.01.2021, 11:30
Una crescita del 40% delle pensioni, a cominciare da settembre 2020, era stata prevista dai socialdemocratici, che avevano la maggioranza al Parlamento quando la decisione è stata presa. L’aumento non è stato però applicato dai liberali, al governo l’autunno scorso, come anche adesso, i quali hanno emesso un’ordinanza tramite cui è stato deciso un aumento di solo il 14%, che è stato anche applicato. I calcoli matematici rilevano che un aumento del 40% delle pensioni determinerebbe un impatto di 138 miliardi di lei (pari a oltre 28 miliardi di euro) sul budget dello stato. La Romania non si è permessa l’anno scorso e non si permette neanche adesso di aumentare le pensioni del 40%, ha dichiarato il premier liberale Florin Cîţu, invocando il contesto economico gravemente colpito dalla crisi sanitaria.
La Corte Costituzionale non ha approvato, però, la segnalazione del Governo che contestava la legge adottata dal Parlamento. Ha ammesso solo parzialmente un’obiezione di incostituzionalità: la CCR ritiene che il modo difettoso di legiferare abbia creato un’incertezza giuridica in merito all’esistenza normativa del valore del punto-pensione. I parlamentari socialdemocratici, maggioritari lo scorso anno, hanno eliminato dall’Ordinanza emessa dal precedente governo liberale Orban gli articoli che prevedevano l’aumento delle pensioni di solo il 14%, il che crea un vuoto legislativo, perché non è stato precisato un nuovo valore del punto-pensione, lasciando spazio alla supposizione dellentrata automatica in vigore dell’aumento del 40%. Dall’opposizione, il PSD respinge la posizione della coalizione governativa, chiede l’applicazione dell’aumento previsto nella legge sulle pensioni in vigore e ritiene che l’attuale legislazione non debba essere modificata. Il più recente ricalcolo delle pensioni in corso è avvenuto in Romania nel periodo 2005-2010, quando è stato analizzato circa un milione di dossier.