Istruzione: Romania, riprese le lezioni online
Le vacanze invernali sono finite in Romania e i circa tre milioni di alunni hanno ripreso oggi le lezioni sempre da remoto, come si sono abituati dallo scorso marzo per l’emergenza coronavirus, eccezion fatta per meno di due mesi, tra settembre-novembre. Da una parte, il Consiglio Nazionale degli Alunni sollecita il decentramento della decisione sul rientro in classe, di modo che la presenza fisica sia possibile nelle numerose località romene in cui lindice di contagio è inferiore a 3 su mille abitanti.
Roxana Vasile, 11.01.2021, 11:43
Di recente, il Consiglio tirava un segnale dallarme, affermando che la scuola online è affaticante, inefficace e insostenibile e lungo termine. Numerosi alunni, soprattutto degli ambienti svantaggiati, non hanno accesso allistruzione, perché non hanno computer, iPad e nemmeno connessione internet, quindi necessitano anche di un piano di recupero della materia. Gli esami nazionali si avvicinano e il Consiglio Nazionale degli Alunni auspica un dialogo con le autorità centrali decisionali anche per la loro organizzazione e la preparazione di più scenari, di modo che le prove si svolgano secondo la pianificazione.
Daltra parte, il Ministero dellIstruzione ha annunciato che deciderà entro la fine di questo mese se nel secondo semestre, che inizia l8 febbraio, i ragazzi andranno a scuola o continueranno lo studio a distanza. Il ministro dell’Istruzione, Sorin Cîmpeanu, ha promesso che la priorità non è solo il momento della riapertura fisica delle strutture di insegnamento, ma anche la necessità di recuperare le perdite subite dal sistema durante la pandemia. Sorin Cîmpeanu ha inoltre dichiarato che prenderà in considerazione le proposte degli alunni, dei genitori e dei professori, però prenderà una decisione sul modo in cui saranno riprese le lezioni – in presenza o da remoto – a seconda della situazione epidemiologica. “Voglio credere che sia possibile riaprire le scuole l8 febbraio; non possiamo perdere un altro semestre ancora e unintera generazione, dichiarava recentemente anche il vicepremier Kelemen Hunor, il quale non escludeva unapertura graduale e regionale delle scuole.