Coronavirus: feste e pandemia
I romeni hanno ripreso da oggi il lavoro, dopo le feste di Capodanno passate in condizioni di pandemia, come quasi dappertutto nel mondo. I tradizionali concerti e feste all’aperto nelle grandi città sono stati quest’anno cancellati, e la maggior parte della popolazione è rimasta nelle proprie case, nell’osservanza della quarantena e delle misure imposte dalle autorità per contenere il diffondersi del nuovo coronavirus. Ma alcuni hanno scelto di passare il Capodanno viaggiando nel Paese, scegliendo soprattutto le destinazioni rurali o montane – Bran, Moeciu, la Valle del Prahova, Vatra Dornei, Maramureş, Bucovina, la Contrada di Haţeg o i Carpazi Occidentali. Come strutture ricettive, i più ricercati sono stati gli agriturismi, dove le misure di sicurezza sanitaria sono più facilmente applicabili. I rappresentanti delle associazioni specializzate hanno annunciato che alcuni agriturismi hanno registrato un tasso di occupazione persino del 100%. Tra le destinazioni predilette anche le zone in cui si praticano gli sport invernali, visto che in Romania le piste da sci sono aperte.
Eugen Coroianu, 04.01.2021, 12:17
I romeni hanno ripreso da oggi il lavoro, dopo le feste di Capodanno passate in condizioni di pandemia, come quasi dappertutto nel mondo. I tradizionali concerti e feste all’aperto nelle grandi città sono stati quest’anno cancellati, e la maggior parte della popolazione è rimasta nelle proprie case, nell’osservanza della quarantena e delle misure imposte dalle autorità per contenere il diffondersi del nuovo coronavirus. Ma alcuni hanno scelto di passare il Capodanno viaggiando nel Paese, scegliendo soprattutto le destinazioni rurali o montane – Bran, Moeciu, la Valle del Prahova, Vatra Dornei, Maramureş, Bucovina, la Contrada di Haţeg o i Carpazi Occidentali. Come strutture ricettive, i più ricercati sono stati gli agriturismi, dove le misure di sicurezza sanitaria sono più facilmente applicabili. I rappresentanti delle associazioni specializzate hanno annunciato che alcuni agriturismi hanno registrato un tasso di occupazione persino del 100%. Tra le destinazioni predilette anche le zone in cui si praticano gli sport invernali, visto che in Romania le piste da sci sono aperte.
Invece, chi è rimasto a casa ha seguito in tv le file interminabili agli impianti funiviari sulla Valle del Prahova, nella Romania centrale, ad esempio, o le stesse code di auto sulle strade che collegano questa zona alla capitale Bucarest. In alcune situazioni, è stato richiesto l’intervento dei gendarmi per mantenere il rispetto delle restrizioni. Gli abitanti delle aree montane hanno osservato un affollamento maggiore rispetto agli anni scorsi, per cui molti turisti hanno fatto marcia indietro, a causa dei blocchi provocati dalle macchine in certe zone. Al contrario, le località balneoclimatiche hanno registrato dei cali di occupazione di fino all’80%.
Le autorità romene non hanno applicato restrizioni supplementari nè a Natale, nè a Capodanno, quando sono rimaste in vigore quelle imposte dallo stato di allerta, a seconda del tasso di contagio in una determinata zona. Sono rimasti vietati gli eventi privati e i party, nonchè i cenoni festivi al chiuso o all’aperto. Chiuse anche le attività di bar, club e discoteche. In tutte le località è rimasto in vigore il divieto di spostamento fuori dalla propria abitazione nella fascia oraria 23.00-5.00, tranne le eccezioni comprovate, previste dalla legge. I pasti sono stati serviti ai turisti esclusivamente nelle strutture di alloggio, con l’osservanza delle regole di distanziamento e igiene. Niente feste private neanche per la gente rimasta a casa, pena una multa di fino ai 10.000 lei (quasi 4.000 euro). Anche se in minor numero rispetto agli anni scorsi, alcuni romeni hanno scelto di passare il Capodanno all’estero, soprattutto in Egitto, Maldive o Zanzibar.