Governo: Romania, spesa pubblica sotto controllo
Anticipata da molti, la rigorosità del nuovo premier liberale, Florin Cîţu, ex ministro delle Finanze, è stata confermata dopo meno di una settimana dall’investitura. Il suo governo di coalizione, che riunsisce il Partito Nazionale Liberale, l’Unione Salvate Romania – PLUS e l’Unione Democratica Magiari di Romania, ha adottato ieri con la procedura d’urgenza l’ordinanza che ferma le crescite salariali per gli statali nel 2021. Allo stesso livello del corrente mese restano anche i bonus, i premi e le indennità alimentari o meritocratiche. La decisione interessa tutti i dipendenti della pubblica amministrazione centrale e locale, comprese le alte cariche o quelle assimilate. Il decreto rinvia di un altro anno anche il pagamento delle cosiddette pensioni speciali per i sindaci, che non rispettano il principio contributivo.
Bogdan Matei, 31.12.2020, 11:23
Il Governo ha adottato queste decisioni per mantenere sotto controllo la spesa e aumentare gli investimenti, ha spiegato il primo ministro Florin Cîţu, che ha come target per il 2021 un deficit di bilancio del 7% del PIL. Le misure previste dall’ordinanza governativa porteranno al budget risparmi di 17,6 miliarde de lei (oltre 3 miliardi di euro). La normativa prevede anche misure a sostegno del settore alberghiero-ristorazione, il pagamento della cassa integrazione e del 41,5% dei salari del personale che continua l’attività. Il Governo di Bucarest ha inoltre prorogato di altri tre mesi il periodo in cui i debitori colpiti dagli effetti della pandemia di COVID-19 potranno sollecitare alle banche la posticipazione del pagamento delle rate, fino a nove mesi al massimo.
Dall’opposizione, il presidente del Consiglio Nazionale del Partito Socialdemocratico, Vasile Dâncu, è del parere che la squadra di Florin Cîţu esercitasse una governance antisociale. Tutte le garanzie che la popolazione non avrà ancora da soffrire durante questa crisi, presentate ai romeni durante la campagna elettorale dai partiti ora al governo, sono state solo parole vuote, ritiene Vasile Dâncu.
Indipendentemente dai giochi politici, i sindacalisti del settore sanitario hanno comunicato al Governo che la limitazione salariale sanzionerà proprio i dipendenti impegnati in prima linea nella lotta alla pandemia. Scontenti del congelamento dei redditi sono anche i dipendenti del Ministero dell’Interno, aspetto presentato al ministro Lucian Bode dai rappresentanti dei sindacati. A loro volta, i cancellieri di tribunale hanno annunciato proteste sia davanti al Ministero dell’Interno di Bucarest che alla metà delle prefettture del Paese.
L’irritazione sociale è amplificata anche dal recente annuncio dell’Autorità Elettorale Permanente riguardante il fatto che i partiti politici solleciteranno il rimborso delle spese per le elezioni politiche svoltesi quest’anno, che ammontano a circa 167 milioni di lei (oltre 30 milioni di euro), quattro volte superiore rispetto al 2016. Alle politiche svoltesi il 6 dicembre, nemmeno un terzo dell’elettorato si è recato alle urne e solo il 9% dei romeni afferma di fidarsi dei partiti.